martedì 27 settembre 2022

Ci scalderà il prete (Puntata 543)

Un prete fotografato da Paolo Ghelfi
Secondo un report di Goldman Sachs di inizio settembre (link sotto), quest’inverno ci sarà il picco dei prezzi energia, e in Italia la famiglia media spenderà su base annua 6000 Euro all’anno tra luce e gas, 500 al mese. Il Think Tank ECCO è più pessimista e ipotizza punte di 37€ al giorno di gas per riscaldare una casa nelle regioni più fredde (link sotto).

Quanto dobbiamo aspettarci che i consumatori reagiscano a simili prezzi, ora che la maggior parte di loro dovrebbe aver avuto l’impatto con almeno una prima tranche di aumenti nelle bollette nel frattempo ricevute?

Il bilancio italiano del gas naturale mostra a luglio un calo dei consumi del 3,2% rispetto a un anno prima, malgrado il fabbisogno elettrico dei condizionatori e l’uso eccezionalmente alto della generazione elettrica a gas a causa della minor produzione idroelettrica causata dalla siccità.

In Svizzera nel periodo estivo 2022 i consumi di gas sono diminuiti di circa 1/5, una cifra impressionante.

Io personalmente non potrò contribuire molto alla riduzione dei consumi diretti di gas, perché ho già smantellato la caldaia a gas del riscaldamento da anni e oggi climatizzo l’appartamento con pompe di calore. Che comunque userò con molta parsimonia perché non ho alcuna voglia di lavorare per la bolletta, che sia dell’elettricità o del gas, e quindi alla fine sì, certamente farò la mia parte.

Se guardiamo all’indietro, non dovrebbe essere così remoto il ricordo di tempi in cui una climatizzazione confortevole non era affatto la norma. Perfino nelle ville nobiliari e nei castelli fino ad almeno l’inizio del Novecento dubito si stesse molto confortevoli in inverno se non vicino al camino. Anzi, immagino il personale in cucina più caldo del povero nobile in pesanti vestaglie che si aggira in gelide sale dai soffitti sinistramente alti e finestre piene di spifferi.

Anche nelle case dove vivevano i miei nonni quando io ero piccolo l’unico ambiente ben riscaldato era la cucina, dove il cuore energetico pulsante era la “cucina economica” a legna – ve la ricordate? – quella stufa-piano di cottura e forno con un sistema geniale di cerchi concentrici in ghisa che permetteva al piano cottura superiore di aprirsi per dare accesso alla zona di combustione e caricarla di grossi ciocchi di legna ad ardere. Che meraviglia.

Le camere da letto in quelle case non erano riscaldate, se non all’interno dei letti con il cosiddetto “prete”: un telaio di legno simile a uno slittino affusolato che teneva alte le lenzuola e custodiva all’interno un braciere ardente.

Ora che viviamo in case meglio coibentate, non foss’altro grazie alle finestre moderne installate con gli sconti fiscali, forse possiamo affermare che tagliare drasticamente i consumi da riscaldamento è fattibile senza rischiare la vita? Chi vuole. Certo l’assenza di cucina economica non aiuta (ma qualche giorno fa in trasferta in Trentino ho visto negozi di stufe a pellet agghindati come gioiellerie).

Chi non vuole risparmiare luce e gas può sempre pagare le bollette e consolarsi pensando che scherzi del genere le energie fossili li hanno già fatti in passato e che forse conviene investire per emanciparsene il prima possibile.

Questo testo è stato scritto per la rubrica Sparks di Duferco Energia che ringrazio di permetterne l’uso anche su Derrick.

Ringrazio anche Fulvio Fontini per le conversazione che l’ha ispirato e Paolo Ghelfi per la foto.


Link

lunedì 19 settembre 2022

Condizionatori irragionevoli (Puntata 542 in onda il 20/9/22)

A Derrick abbiamo già parlato di condizionatori. Qualche tempo fa osservavo come tentare di rendere artificialmente vivibile un mondo torrido a volte porti a paradossi, o situazioni angoscianti, come quelle di vicoli che diventano invivibili perché ospitano le unità esterne delle pompe di calore che buttano fuori il caldo, o in generale di città infrequentabili se non dentro centri commerciali iperraffreddati (ne ho esperienza recente nel sudest asiatico).

Il tutto con consumi i cui effetti sul clima peggiorano ulteriormente cose, almeno finché useremo le fonti fossili di energia.

Oggi su questo tema abbiamo ospite in voce la giornalista e autrice Simona Bonfante, che ringrazio. Sentite con che storia.

Ringrazio Simona Bonfante, il cui sito è www.kuliscioff.com, e attendo aggiornamenti sulla sua storia.

martedì 13 settembre 2022

"Disaccoppiamento" tra prezzo dell'elettricità e del gas? (Puntata 541 in onda il 13/9/22)

Finestra a Regensburg (foto Derrick)
Non mi sembra che le questioni della crisi energetica siano qualitativamente molto cambiate negli ultimi mesi. Gran parte degli appelli sono sempre in favore della protezione di famiglie e imprese dai prezzi alti e dell’istituzione di un tetto al prezzo che in realtà può voler dire molte cose diverse e su cui per ora l’UE non ha trovato una quadra.

Forse la quadra non si trova perché alcuni degli obiettivi sono contrastanti. Tenterò, vista la brevità della trasmissione, di fare una serie di affermazioni per forza di cose non troppo dettagliate ma spero rilevanti e che sintetizzano le idee che mi sono fatto.

-        Se temiamo il razionamento, dobbiamo limitare il più possibile il prezzo politico dell’energia. Questo perché un prezzo più basso di quello di mercato tenderà naturalmente a produrre una domanda maggiore dell’offerta disponibile a quel prezzo e quindi a rendere ineluttabile proprio il razionamento. Questo lo sostiene per esempio Daniel Gros del Centre for European Political Studies, che ricorda quanto è fondamentale ora consumare poco e quindi fornire incentivi a farlo.

-        Una conseguenza, che mi permetto di lanciare come proposta di Derrick, è che i prezzi calmierati dovrebbero essere limitati a un fabbisogno di necessità, per esempio in base a una stima dei consumi necessari a riscaldare una casa in una determinata zona climatica in coerenza ai nuovi parametri stabiliti dal Governo. È facile calcolare queste quantità? No, ma nemmeno impossibile darsi dei criteri standard ragionevoli. E i nuovi contatori “smart” del gas letti a distanza permetterebbero di applicare la norma senza bisogno di mandare improbabili investigatori a vedere chi ha la caldaia accesa. Superata la soglia di moderazione, chiamiamola così, il prezzo sarebbe quello di mercato, senza sconti.

-        Poi c’è la questione del cosiddetto disaccoppiamento tra prezzo dell’elettricità e quello del gas, che mi sembra più che altro uno slogan scarsamente fattibile. Provo a dire perché.
Se per fare l’ultimo MWh di elettricità necessario serve usare il gas, non è affatto strano che il prezzo del megawattora a gas diventi il riferimento del mercato di breve termine. Gli accordi commerciali di lungo periodo all’ingrosso o al dettaglio a prezzo fisso o con criteri non necessariamente legati al gas non sono mica vietati, esistono, anche se oggi inevitabilmente vengono rinnovati a prezzi molto più alti. Ma è normale che la fissazione di un prezzo fisso risenta delle condizioni momentanee di scarsità, così come è normale che chi ha comprato a prezzo fisso con contratti lunghi prima della crisi oggi venga premiato.

In altri termini, non riesco a capire come sul mercato a pronti della borsa elettrica, che è quello che serve appunto a bilanciare domanda e offerta ora per ora, il prezzo di mercato possa essere diverso dal costo marginale della risorsa. Che – lo ricordo – nelle ore in cui le rinnovabili soddisfano tutta la domanda diventa anche nullo, o, dove le regole non lo impediscono come in Germania, negativo (cioè i clienti vengono pagati per consumare i sovrappiù momentanei di energia).

Se quest’ultima parte suona non chiara almeno per chi non si diletta di economia o energia. Se sì fatemelo sapere e magari proverò a riformulare meglio.