tag:blogger.com,1999:blog-3913398772430520753.post8909433497065759559..comments2024-03-24T19:26:17.452+01:00Comments on Derrick Energia: Utente o cliente di Trenitalia? Dipende dalla concorrenza - D297 e D299Unknownnoreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-3913398772430520753.post-75870393256543003302017-01-01T16:09:26.839+01:002017-01-01T16:09:26.839+01:00Approfitto dell'ospitalità del blog per tornar...Approfitto dell'ospitalità del blog per tornare sull'argomento della regolazione dell'attività economica fra le istituzioni pubbliche e le imprese private, che a mio giudizio è di estrema importanza. Ritengo che gli "economisti radicali" abbiano sposato una linea che poteva essere attraente per la sua semplicità e immediatezza (il liberismo di Hayek e il monetarismo di Friedman) ma che nascondeva delle micidiali insidie. I bocconiani Alesina e Giavazzi sulla carta stampata sono stati il riferimento per i radicali; ma ora Amato e Fantacci, sempre della Bocconi, potrebbero essere un valido contro altare. Leggo un passo dal loro ultimo libro, Per un Pugno di Bitcoin:<br /><br />"La tesi di fondo dello scritto di Keynes La Fine del Laissez-Faire non è affatto, come ci si accontenta di credere, che la concorrenza debba essere limitata (repressa) dall'intervento statale in economia, ma che la concorrenza debba essere riservata a quella parte dell'attività economica che davvero può trarre giovamento da quel principio di organizzazione. La questione della Fine, per Keynes, non è quella di porre dei limiti artificiali alle forze innovative e innovatrici del mercato, ma di tracciare confini al laissez-faire."<br /><br />Amato e Fantacci sono studiosi della finanza e delle politiche monetarie, e hanno avanzato interessanti proposte di riforma, come la trasformazione dell'euro in una moneta di conto (come lo era la lira nel periodo del tardo medioevoe e rinascimento), e l'istituzione di un sistema di clearing sulla scia di quello elaborato e proposto da Keynes, ma purtroppo respinto a Bretton Woods. E' il caso di ripensare in modo radicale, appunto da radicali, l'economia che si è imposta in questi ultimi anni e che ha portato all'impazzimento finanziario odierno, alla desolazione e distruzione del territorio e dell'ambiente, all'impoverimento di massa, e ai micidiali conflitti.<br />Mario M.<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3913398772430520753.post-30300062250986434572016-12-26T10:23:08.649+01:002016-12-26T10:23:08.649+01:00Caro Mario,
mi sembra che poni la questione in mod...Caro Mario,<br />mi sembra che poni la questione in modo semplificato. Provo a dirti perché lo penso. Introdurre forme di concorrenza non significa limitare i vincoli di servizio pubblico, quand'anche non finanziabili con i biglietti a prezzi di mercato. Il trasporto pubblico locale quasi mai si autosostiene, ma mettere a gara i concessionari (per una concessione in monopolio) non solo si può (e si fa in molti paesi) ma a mio parere si deve perché introduce forme, appunto, di concorrenza e tensione al miglioramento e all'efficienza. Ciao, grazie del tuo messaggioDerrickhttps://www.blogger.com/profile/04435930029887140647noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3913398772430520753.post-77985462773469781092016-12-21T19:53:18.948+01:002016-12-21T19:53:18.948+01:00La domanda di una maggiore efficienza nei trasport...La domanda di una maggiore efficienza nei trasporti ferroviari è giusta, la risposta verso una maggiore concorrenza e più estese liberalizzazioni o privatizzazioni è sbagliata. In politica, e spesso anche in economia, si va avanti per dicotomie e contrapposizioni: pubblico-privato, liberismo-protezionismo, stato-mercato, società-individuo. Io invece ritengo che una buona politica economica debba capire quale dei due aspetti favorire, in funzione del comparto economico di interesse. Ad esempio il privato può produrre al meglio autoveicoli, treni, aerei ecc; ma la costruzione, la gestione e la manutenzione delle reti stradali, ferroviarie e degli spazi arei è meglio lasciarle a enti-istituzioni pubbliche. Ritengo che il trasporto ferroviario, a differenza di quello automobilistico o aereo, sia organicamente legato alla rete, pertanto la privatizzazione in questo settore è una forzatura; ma anche la trasformazione delle ferrovie statali da ente in spa per me è stato un errore. Quante linee sono state abbandonate (vedi binari morti) perché non redditizie? Oggi se da Torino o dal Piemonte si vuole andare al mare in Liguria si hanno poche possibilità in treno, perché molte tratte sono state eliminate, in nome di una falsa efficienza economica; mentre le code di ore e ore per il rientro la domenica sera non hanno la possibilità di essere contabilizzate per misurare l'efficienza dei trasporti.<br /><br />Inoltre oggi c'è la tendenza a mettere in evidenza le virtù di un settore e i vizi dell'altro, anche perché dietro ci sono appetiti e interessi verso certe politiche di privatizzazione-accaparramento, così come è successo con la telefonia, le autostrade, dove paghiamo uno sproposito, mentre le altre strade sono dissestate e piene di buche.<br /><br />Mario MAnonymousnoreply@blogger.com