Presina in lattice zoomorfa fotografata da Derrick |
È periodo di dichiarazione dei redditi e Derrick oggi si occupa di un aspetto di dettaglio ma credo significativo delle regole dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, che ha a che vedere con il rigo D7 del modello 730.
Cioè il modello di
dichiarazione che in generale lavoratori dipendenti e pensionati compilano per
permettere al fisco di aggiustare l’imposizione sulla base, tra le altre cose,
di spese deducibili o detraibili e altri redditi rispetto a quello da lavoro
dipendente. Da alcuni anni, per iniziativa del governo Renzi, finalmente
l’incredibile monopolio dei CAAF per la presentazione di questo modello è stato
superato dalla possibilità di compilarlo online sul sito dell’Agenzia delle Entrate,
cosa che per il più complesso modello di calcolo completo delle imposte
(chiamato Unico fino a qualche tempo fa) era già possibile da tempo.
L’autocompilazione,
inoltre, è assistita dal fatto che l’Agenzia propone un modello precompilato
sulla base di dati già in suo possesso, tra cui gli scontrini sanitari
associati al codice fiscale al momento dell’emissione. (Del 730 precompilato Derrick
ha già parlato nella puntata il cui link è sotto).
Rimborsi di assicurazioni sanitarie ottenuti l'anno successivo a quello della spesa messa in detrazione
Tra i dati considerati dal
fisco nel 730 precompilato ci sono i rimborsi di tutte le assicurazioni
sanitarie, che le assicurazioni stesse in tempi recenti sono state obbligate a
trasmettere all’Agenzia.
E qui si determina quel
che secondo me è un abuso: ogni rimborso relativo a spese sanitarie portate in
detrazione l’anno precedente è considerato un reddito, e tassato con l’aliquota
IRPEF media dei due anni coinvolti. In altri termini: se io ho speso 500 euro
per un intervento medico l’anno scorso e ho messo questa cifra in detrazione, e
quest’anno la cifra mi è stata rimborsata da un’assicurazione, sul rimborso pagherò
nel mio caso il 43% d’imposta, mentre l’anno scorso sulla spesa ho avuto una
detrazione del 19% meno la franchigia di 129 €, cioè un rimborso fiscale di 70 miseri
euro.
In sintesi, la detrazione
per spese sanitarie mi ha tolto nei due anni [sic: tolto], circa 145 euro che
avrei invece in tasca se non avessi portato la spesa in detrazione l’anno
scorso.
Riassumendo: per
qualunque fascia di reddito superiore alla no-tax area (visto che la più bassa
aliquota IRPEF è comunque nettamente più alta della quota di detrazione netta
sulle spese mediche), se si possiede un’assicurazione sanitaria aziendale o
personale, mettere in detrazione sul 730 spese coperte dall’assicurazione è una
notevolissima perdita di soldi, perché lo Stato considera il rimborso
dell’assicurazione l’anno successivo un reddito netto, mentre la detraibilità
della spesa precedente è stata minima.
Per me, questo
trattamento fiscale è abusivo delle norme generali sulla tassazione delle
persone fisiche.
Indipendentemente da
questo, il consiglio di Derrick a chi ha un’assicurazione sanitaria è: conviene non mettere le relative spese
in detrazione.
Questo salva i rimborsi dal fisco, ma comporta comunque il danno
della mancata (per quanto piccola) detrazione, e rende molto meno sensato
pagare un’assicurazione sanitaria.
Link utili
- Altra puntata di Derrick sul modello 730 precompilato: http://derrickenergia.blogspot.com/2016/05/il-730-2016-precompilato-d275.html
- La versione di questo articolo uscita su Strade: https://www.stradeonline.it/diritto-e-liberta/3485-730-precompilato-la-fregatura-dei-rimborsi-sanitari
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