Un buon ascoltatore di
Derrick dovrebbe farsi da solo la dichiarazione dei redditi. È utile per
restare aggiornati sulla disciplina fiscale. Ma anche per accorgersi che
l’amministrazione pubblica quando vuole è piuttosto efficace. Ricordo che io
facevo l’Unico online già una decina di anni fa, e oggi i servizi online si
sono estesi, per esempio con l’accesso ai dati catastali sugli immobili di
proprietà. Sapevate che potete fare gratis e istantaneamente una visura
catastale e ipotecaria di casa vostra sul sito dell’Agenzia delle Entrate?
Fino a un paio di anni fa
il modello 730, a differenza dell’Unico, non poteva essere presentato online dai
cittadini. E chi come me non lavora per grandi aziende che fanno il servizio di
presentazione del modello doveva passare attraverso i CAAF. Un’esperienza
desolante: per anni ho dovuto combattere con impiegati che non avevano mai
letto o capito nemmeno le istruzioni del 730 e che facevano ogni tipo di errori
di trascrizione dei miei dati. Anche l’anno scorso mi è toccato, perché il 730
precompilato non era disponibile per chi l’anno prima avesse presentato
l’Unico, che era il mio caso.
Quest’anno invece,
finalmente, ho anch’io il mio 730 precompilato cui accedo con le mie
credenziali sul sito dell’Agenzia. Mentre scrivo questa puntata, il 30 aprile,
non è ancora possibile modificarlo ma solo visualizzarlo (questione di un paio
di giorni di attesa). Ma ho potuto comunque fare alcune scoperte negative, che
bilanciano in parte, ma solo in parte, la grande e bella comodità del 730 online.
Ecco cosa ho riscontrato:
- L’accesso ai dati catastali non vale per gli immobili presso le province autonome di Trento e Bolzano, le quali del resto hanno inventato perfino dei nomi diversi al posto di IMU. Ecco, non so a voi, ma a me che tra i privilegi delle province autonome ci sia quello di non fornire con la stessa qualità del resto del territorio dati all’amministrazione centrale e ai cittadini mi irrita abbastanza.
- Il quadro sugli oneri – almeno nel mio caso – non riporta (e non è poco, perché si tratta di righi abbastanza noiosi e ripetitivi da riempire) i dati sulle rate di detrazioni per ristrutturazioni di immobili a cui ho e avrò ancora diritto per un po’ di anni (ne ho parlato su Derrick proprio la volta scorsa). Ma come? Sono dati che ho già presentato nelle dichiarazioni recedenti e non c’è nessun motivo per cui il fisco ipotizzi in prima istanza che io non sia più nelle condizioni di beneficiare delle rate mancanti.
- Rimborsi sanitari: non trovo per ora le spese fatte in farmacia con il mio codice fiscale. Trovo però in un caso la spesa per una visita in regime privato fatta in un ospedale, bene. Peccato che non sia però inserita nel 730 precompilato, con la motivazione che potrebbe essere stata rimborsata in quanto risultano genericamente rimborsi dall’assicurazione sanitaria.
- Sempre a proposito di assicurazioni sanitarie (su cui peraltro lo stesso sito del 730 precompilato avverte di stare attenti): appaiono tra redditi da assoggettare a tassazione i rimborsi anche quando i relativi premi non sono stati dedotti dai redditi. Quindi se io non modifico questa voce che mi viene proposta nel precompilato, pago le tasse su rimborsi che potenzialmente non sono dalla stessa Agenzia considerati redditi imponibili.
Conclusione: il 730
precompilato è un grandissimo passo avanti nell’efficienza dell’amministrazione
fiscale e finalmente riduce lo spazio di soggetti, come i CAAF, che almeno
nella mia esperienza contribuiscono negativamente all’affidabilità della
dichiarazione e costano sia all’amministrazione sia al contribuente. È anche
ottimo che il sito mostri con trasparenza i dati potenzialmente rilevanti alla dichiarazione
anche nel caso in cui essi siano stati ignorati nel precompilato. La cosa
criticabile è però che la precompilazione tende a fare approssimazioni – almeno
nel mio caso - sempre per eccesso d’imposta. Cliccare il 730 così come arriva per
accettazione senza starci attenti quindi rischia di far pagare tasse non
dovute.
Nessun commento:
Posta un commento