A questo si aggiunge l’eterna retorica della politica contro
la fine del cosiddetto mercato “tutelato”, che con il picco di prezzi
all’ingrosso, cui le tariffe di tutela sono agganciate ha in realtà esposto i
clienti a fluttuazioni maggiori rispetto a gran parte dei contratti – fissi –
sul mercato libero. Fine che per il gas è stata rinviata per le famiglie al 10
gennaio 2024, data già fissata per l’elettricità. Si tratta solo dell’ultima di
una serie di rinvii ormai rituali.
Rinvii che non ci hanno risparmiato di ricevere visite e
telefonate scorrette da agenzie di venditori di energia che invece millantano
una imminente fine delle tariffe di tutela e la presunta necessità immediata di
firmare un nuovo contratto con il fornitore di turno. Necessità in realtà falsa
perché i sistemi di transizione al mercato libero dei clienti ancora in tutela
prevederanno – se mai ci si arriverà – un passaggio automatico gestito con presidi
antitrust a protezione dei clienti.
E proprio Enel, il fornitore di gran lunga più importante in
termini di numero di clienti finali, si è beccata una nuova multa
dall’Antitrust per aver fatto telefonate ai clienti in tutela del tenore che ho
appena descritto. L’aspetto grave a mio avviso riguarda non tanto la fornitura
di informazioni distorte sulla fine della tutela, quanto il fatto di usare –
stando all’indagine dell’antitrust – informazioni sull’anagrafica dei clienti
in tutela che dovrebbero essere prerogativa del ramo d’azienda che svolge
specificamente – e con logiche del tutto regolate – questo servizio. Società
che dove Enel è gestore delle reti locali appartiene sempre al gruppo (e lo
stesso vale per le ex municipalizzate in altre zone urbane d’Italia) ma che non
dovrebbe avvantaggiarsi di questa contiguità.
Si tratta di un tipo di violazione simile a quella che portò pochi anni fa a una multa a Enel e Acea ancora più pesante e di cui Derrick scrisse, e su cui è possibile recuperare le informazioni, come sull’infrazione recente, sul blog Derrick Energia.
Federico Faruffini, Lettrice Galleria d'Arte Moderna, Milano |
Secondo l’Antitrust, il fatto che non siano previste dalla regolazione di settore (e questo è evidentemente un limite della regolazione stessa) forme di separazione rilevanti tra il fornitore di maggior tutela e quello di mercato libero di uno stesso gruppo non toglie che approfittare per campagne sul mercato libero, in modo esclusivo o comunque discriminatorio, delle informazioni legate alla fornitura dei clienti in maggior tutela sia un abuso, visto che la disponibilità di tali informazioni deriva da un’attività in monopolio da cui non devono derivare vantaggi in attività di mercato.
- Comunicato-stampa (e testo del provvedimento) antitrust contro Enel, novembre 2022: https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2022/11/PS12096
- Il bollettino dell'Autorità Antitrust 2/19 con l'intera documentazione dei procedimenti A511 (di cui parla primariamente questa puntata) e A512 (citato all'inizio): http://www.agcm.it/dotcmsdoc/bollettini/2019/2-19.pdf
- Articolo sullo stesso tema di Carlo Stagnaro su Lavoce.info:
https://www.lavoce.info/archives/56985/quella-concorrenza-sleale-sullelettricita/ - Una vecchia puntata di Derrick sulla legge concorrenza nell'energia, in cui paventavamo il rischio di "preemption": http://derrickenergia.blogspot.com/2017/08/legge-concorrenza-e-energia-puntata-313.html
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