De Francisci ha certamente ragione, come abbiamo anche visto
in questa rubrica, ed è un approccio generale europeo che in Italia chiamiamo recupero
degli “extraprofitti” ma che stando a dati consuntivi e previsioni è in grado
di coprire solo una frazione dei costi degli aiuti alle bollette.
Costi che con circa 60 miliardi più i 20 della legge di bilancio
per il primo trimestre 2023 in Italia hanno già superato l’intero valore delle
misure di transizione ecologica del PNRR. E se fa impressione (e a me ne fa)
questo confronto, che dire dei 200 miliardi totali preannunciati dalla Germania
contro il carovita di cui circa 100 andranno sulle bollette?
Beh, una cosa rilevante da dire c’è, e riporta il discorso
proprio a quel prezzo marginale da cui siamo partiti. La Germania è sì generosissima
nel suo intervento (che del resto si applica a un mercato dell’energia che è
proporzionalmente più grande del nostro), ma lo fa stando ben attenta a non
cancellare proprio il segnale di prezzo marginale in capo ai consumatori. Gli
sconti tedeschi infatti si applicheranno solo su una quota tra il 70 e l’80%
dei consumi storici dei beneficiari. Sopra tale soglia, il prezzo applicato
sarà quello pieno di mercato.
Cosa significa? Significa che gli aiuti alla tedesca non disincentivano
in nessun modo il risparmio energetico, perché lasciano inalterata la botta
sulle tasche di ogni metro cubo di gas o megawattora di elettricità consumati
in più rispetto a quantità di moderazione.
La proposta di legge di bilancio del governo Meloni invece,
in continuità con il precedente, rifinanzia e in parte allarga gli aiuti, che in
tutti i casi tranne il bonus energia famiglie prevedono trasferimenti crescenti
al crescere dei consumi futuri.
I tedeschi, in altre parole, fanno di necessità virtù,
obbligando il sistema economico a diventare energeticamente più efficiente, noi
no, almeno stando alle norme.
Per fortuna poi gli agenti economici e le persone sono spesso
più razionali delle norme, e, come ha scritto Caterina Maconi su Repubblica
citando un sondaggio Nielsen, e come abbiamo visto dai consuntivi gas di
ottobre, la maggioranza di noi sta cercando di risparmiare energia. Da un
grafico pubblicato sull’Economist su dati Bruegel, tuttavia, emerge che nei primi
dieci mesi del 2022 la Germania ha ridotto i suoi consumi di gas del 13,4%
contro il nostro 4,3%. Dato che peraltro va letto tenendo conto del maggior uso
del gas termoelettrico in Italia, che ha dovuto sostituire l’idroelettrico a causa
della siccità.
Siccità che, in questo weekend di acquazzoni in cui scrivo Derrick in casa al freddo mentre dovrei essere fuori in bici, sembra temporaneamente risolta, il che potrebbe preludere a migliori performance di risparmio di gas in Italia, mentre non mi sembra migliorare la sensatezza della politica degli aiuti alle bollette.
Link
- The costs of the EU energy crisis [...] (The Economist):
https://www.economist.com/briefing/2022/11/24/the-costs-and-consequences-of-europes-energy-crisis-are-growing - Articolo sui risparmi da parte dei consumatori italiani di energia, di Caterina Maconi su Repubblica:
https://www.repubblica.it/economia/rapporti/energitalia/sostenibilita/2022/11/30/news/caro_energia_8_italiani_su_10_hanno_cambiato_le_proprie_abitudini_casalinghe-376887983/
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