lunedì 21 gennaio 2019

Rapporto ISPRA territorio: Italia più verde? (Puntata 384 in onda il 22/1/19)

Con Maurizio Bongioanni

A differenza di quanto si possa immaginare, il “verde” in Italia sta aumentando. L’estensione delle foreste in soli 5 anni (dal 2012 al 2017) è cresciuta del 4,7% fino a circa 14 milioni di ettari. Una buona notizia per il nostro ecosistema? Non del tutto, perché l’aumento delle aree boschive in Italia si concentra soprattutto nelle zone marginali del Paese mentre nelle città a salire sono i valori di copertura artificiale, per intenderci: di cemento. I boschi crescono nelle aree spopolate, mentre nelle aree urbane si fa fatica a salvaguardare il suolo libero.
Rastrelliera a due piani per bici
alla stazione ferroviaria di Amsterdam sud
Prendiamo la Liguria. Come a livello nazionale, in Liguria alla fine del periodo considerato c’è più bosco ma si sono ridotte le aree agricole o adibite al pascolo del 4%, sulla base del rapporto ISPRA sul territorio.
Altro caso impressionante è quello di Roma, di cui più della metà dell’estensione è occupata da parcheggi, piazzali, strade e altre infrastrutture. Territorio, in aggiunta a quello occupato dagli edifici, che è impermeabilizzato e quindi da un lato biologicamente perso, dall’altro fonte di rischio idrogeologico (a maggior ragione se l’amministrazione non è in grado di manutenere le vie di deflusso dell’acqua). Una visita estremamente istruttiva è quella alla nuova fiera di Roma, una zona vastissima non lontana dall’aeroporto di Fiumicino sottratta pochi anni fa all’agro romano e oggi occupata da padiglioni, parcheggi e strade già in parte in abbandono perché mai utilizzati a piena capienza (mentre la vecchia fiera, dal canto suo, non è diventata un parco). Roma nel solo biennio 2016-2017 ha reso artificiali 36 ettari, il doppio di Milano.

Torniamo a livello nazionale. Accanto ad aree ormai sovrasfruttate (dove si concentrano le principali aree urbane, le infrastrutture e l’agricoltura intensiva) se ne trovano altre totalmente trascurate, soggette a fenomeni di spopolamento e di abbandono. La riduzione dei terreni coltivati dovuta all’espansione urbana avviene prevalentemente nelle zone pianeggianti, mentre la ricolonizzazione forestale si verifica soprattutto nelle aree interne, nelle zone collinari e lungo l’arco alpino e appenninico alle quote più elevate.
La stessa ricerca dell’ISPRA fonte questi dati ci spiega come rispetto al passato, quando la ricolonizzazione interessava in modo particolare i pascoli, oggi si osserva l’espansione del bosco a carico degli arbusteti. Un’espansione che non sempre comporta un aumento in termini di biodiversità, soprattutto quando si assiste all’ingresso di specie aliene invasive, o alla riduzione di spazi aperti, radure, e altri habitat che svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione di certe specie.

Maurizio Bongioanni è giornalista freelance. Scrive per numerose testate italiane su tematiche ambientali e non. Attivista per il Forum "Salviamo il Paesaggio".


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domenica 9 dicembre 2018

Gilet gialli anche da noi? (Puntata 380 in onda l'11/12/18)

Cosa si può dire a un giovane studente francese che protesta contro le tasse sui carburanti? A lui che forse non possiederà nemmeno mai un’auto a combustibile e che da un maggior contributo al bilancio dello Stato di chi gira in macchinone potrebbe avere solo guadagni? Gli si può dire, credo, che per la sua rabbia ha completamente sbagliato obiettivo.

L’emendamento di maggioranza alla nostra legge di bilancio che [nella sua versione originale, poi mi modificata - nota successiva] introduce un’imposta di immatricolazione di auto private basata sulle emissioni di CO2 medie e un contestuale incentivo all’acquisto di modelli con bassissime emissioni (elettrici o ibridi) ha ricevuto sollevazioni da un sacco di parti, anche da collaboratori saltuari di Derrick che chi scrive stima molto. Il sindacalista Marco Bentivogli per esempio ha scritto che la misura è sbagliata perché avvantaggerebbe produttori di auto non italiani.
Una gloriosa Maserati Biturbo fotografata da Derrick.
Può l'industria automobilistica italiana
trincerarsi sui motori a combustione?

Io stesso con il deputato di Più Europa Riccardo Magi ho firmato una nota (riportata qui sotto) in cui critichiamo alcuni aspetti della norma, pur apprezzando che essa introduce una forma di incentivi/disincentivi virtuosi sul piano ambientale.
Quello che non è piaciuto a Magi e me è che la stessa maggioranza che fa questa proposta ha cassato l’emendamento di Magi per una revisione in chiave ambientale delle imposte indirette (accise e in un secondo momento IVA) per renderle legate proprio alle emissioni dannose (quelle effettive, non quelle potenziali come nel caso della norma di cui parliamo).
Non ci è piaciuto nemmeno che i sussidi all’acquisto previsti nell’emendamento (fino a 6000 euro) siano ottenibili anche da chi non rottama un vecchio veicolo (in un Paese che le auto non sa più dove metterle) e anche per comprare auto costosissime per le quali difficilmente il sussidio è decisivo.

Ma se è vero che dobbiamo mettere in sicurezza l’ambiente perché mai non si dovrebbe favorire chi fa un acquisto “green” rispetto a chi fa una scelta opposta? Il fatto che l’Italia ospiti un produttore di auto che non ha in listino modelli elettrici o ibridi dovrebbe farci assecondare scelte industriali di retroguardia? Se mai, un segnale virtuoso potrebbe accelerare la conversione già prevista nei piani (pur tardivi e blandi) di FCA. Così come una riforma ambientale di tutta la fiscalità prima promessa poi affossata dal M5S aiuterebbe le utilitarie FCA già ora.
Bentivogli cita anche la scarsa quota di mercato delle auto elettriche come motivo per non favorirle. Ma i sussidi, se hanno senso, ce l’hanno quando aiutano scelte d’avanguardia ritenute virtuose, non certo comportamenti già comuni (questa è tra l’altro una regola generale delle linee-guida UE sugli aiuti di Stato ambientali).

Ma se Derrick può concedersi una previsione, è questa: ad affossare o stravolgere la norma saranno gli stessi vertici del Governo. Di Maio del resto ha già dichiarato che saranno escluse dagli aggravi le auto che servono alle famiglie per spostarsi (sic).
Il fatto è che nessun populista può permettersi di scontentare qualcuno, se non una “casta” immaginaria o gente che non vota.

Chiudo ringraziando Elisa Borghese (informazioni sui collaboratori esterni sono al link sotto) per il materiale di questa puntata e con la segnalazione di un evento su clima e ambiente: Terra chiama, più Europa risponde, con scienziati, politici, associazioni, sabato 15 dicembre a Roma (link sotto).


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Il testo del comunicato di Magi e Governatori del 6/12/18:
MANOVRA. +EUROPA: ECOTASSA? SERVE ECORIFORMA DEL FISCO MAGI E GOVERNATORI: MAGGIORANZA RICONSIDERI NOSTRI EMENDAMENTI (DIRE) Roma, 6 dic. - "La norma della maggioranza sulla ecotassa presenta diverse criticità. L'aspetto più discutibile, nella forma per ora circolata, è che si potrebbe fruire dei vantaggi senza rottamare alcun veicolo: un po' come quando gli incentivi ai frigoriferi classe A portarono in molti casi al raddoppio degli apparecchi in possesso delle famiglie e quindi all'aumento dei consumi. Un altro problema è che si incentivano anche auto di lusso, con effetti distributivi molto dubbi. Inoltre non e' previsto un bonus specifico per le elettriche pure che invece hanno bisogno di aiuto, come accade in tanti altri Paesi, per raggiungere una diffusione critica che renda più facile l'investimento anche privato in infrastrutture di ricarica. Ma il problema principale è che né il bonus né il malus previsti si applicano alle emissioni dannose effettive, che dipendono anche dai chilometri percorsi e non solo dal tipo di auto, lo dichiarano Riccardo MAGI, deputato radicale di +Europa, e Michele Governatori, membro della direzione di Radicali Italiani. "Che una norma si ispiri al principio del 'chi inquina paga' lo apprezziamo- continuano- Ma se è questa la volontà, allora occorre farlo con coerenza e radicalmente, iniziando in questa manovra una rimodulazione ecologica del fisco, in primis delle accise. Per disincentivare chi inquina o contribuisce ai danni climatici a vantaggio dei redditi di chi non lo fa. Senza maggiore pressione fiscale. Era l'obiettivo degli 'ecoemendamenti' che avevamo presentato alla Manovra: proposte coerenti con la campagna #menoinquinomenopago di Radicali Italiani supportata in passato anche da esponenti del M5S. Ma sono stati tutti respinti in Commissione bilancio. Chiediamo alla maggioranza di ripensarci, se si vogliono adottare misure serie e concrete su clima e salubrità dell'ambiente", concludono MAGI e Governatori. (Com/Ran/Dire) 18:41 06-12-18 NNNN


martedì 4 dicembre 2018

Il bosco di Piegaro (Puntata 379 in onda in 4/12/18)

Ogni tanto questa rubrica si occupa di aziende che innovano in termini di soluzioni energetiche o ambientali. Oggi andiamo a Perugia e parliamo, non per la prima volta, di alberi e di sostenibilità forestale. L’ospite di oggi al telefono è Andrea Margaritelli, presidente dell’Istituto Nazionale di Architettura e imprenditore, che ho sentito il primo dicembre 2018 al telefono.



Bene, grazie dunque a Margaritelli, speriamo di risentire lui o i responsabili scientifici del bosco di Piegaro per parlare dei risultati di questo monitoraggio.

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