martedì 18 marzo 2025

Quali reti energia e a che costo? (Puntata 663 in onda il 18/3/25)

Schema di trasformatore elettrico. Da qui
Questa puntata si può ascoltare qui.

La scorsa settimana Riccardo Zucconi, parlamentare di Fratelli d’Italia, ha lanciato un allarme piuttosto rilevante di cui ho appreso da articoli su Quotidiano Energia e Staffetta Quotidiana. Zucconi nota che il collegio dell’ARERA, l’Autorità indipendente per energia e altro, sta per mettere mano a uno dei componenti con cui viene calcolato il costo del capitale sulla base del quale è stabilita la remunerazione delle reti dell’energia elettrica e del gas. La modifica comporterebbe un aumento con effetti rilevanti nelle bollette in una fase in cui i tassi di interesse di mercato (determinante fondamentale del costo del capitale investito nelle reti) sono in discesa stabile da una decina di mesi. Secondo Zucconi, la modifica in arrivo vanificherebbe questo calo. Il costo del capitale riconosciuto oggi in Italia ai gestori delle reti energia (al netto del possibile aumento) va dal 5,5% circa fino a oltre il 6,5% a seconda del tipo di cespite, mentre è impressionante notare che in Svizzera l’Autorità locale si ferma ben due punti più in basso, circa un terzo in meno.

Zucconi fa anche notare che la decisione verrebbe presa da ARERA proprio mentre si avvicina la scadenza del mandato del suo collegio, di cui si attende il rinnovo per l’estate o subito dopo in caso di proroga. E anche questo è rilevante.

Ma quanto contano i costi delle reti nelle bollette? Sempre di più, perché sempre di più con le fonti rinnovabili l’energia costa poco generarla ma di più trasmetterla in sicurezza limitando il più possibile che la rete diventi un collo di bottiglia per produzioni meno prevedibili. Per una bolletta elettricadomestica con consumi attorno ai 100 kWh/mese e una potenza installata in grado di reggere pompe di calore o elettrodomestici impegnativi, i costi di rete equivalgono oggi a quelli della materia prima energia. Non si tratta quindi di un valore irrilevante.

Ha certamente ragione quindi Zucconi a essere vigile e critico: perché da noi il capitale investito nelle reti energia è così ben remunerato?. E la domanda è da porsi a maggior ragione quando la politica ha deciso scandalosamente, con un blitz nell’ultima legge di bilancio, di rinnovare senza gara le concessioni di distribuzione elettrica, cioè il diritto degli attuali monopolisti delle reti cittadine, a continuare a operare senza gara. Rendite alte, quindi, e nessuna contendibilità.

C’è anche questo dietro al caro bollette, e le decisioni sembrano andare verso un loro aumento ulteriore.

Le cose si complicano, e richiedono discernimento, quando ci chiediamo quali investimenti vengano remunerati. Se nel caso dell’elettricità è unanime il riconoscimento che soprattutto a livello di bassa tensione serva un grande adeguamento della rete per assecondare l’elettrificazione dei consumi, per quanto riguarda il gas la costruzione di nuove infrastrutture, sia a livello di dorsali sia di reti locali, sta profilando un colossale sovrainvestimento che renderà le bollette o le tasse ulteriormente alte – e su questo a Derrick abbiamo citato vari esperti in puntate anche recenti.

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