Anche quest’anno ho visitato Ecomondo,
la fiera delle tecnologie per l’ambiente che si tiene a Rimini, ma non nel
giorno in cui il “Consiglio Nazionale della Green Economy” ha presentato lì un documento
intitolato “Qualificare la ripresa con lo sviluppo di una green economy”.
Chi ne sono gli estensori? Una miriade di università,
istituti di ricerca e soprattutto associazioni di industriali. Non sto parlando
di industriali che guadagnano solo con l’ecologia: ma anche, per esempio, del
settore pneumatici, di operatori ferroviari, di produttori di vetro, di
energia, di imballaggi di vario tipo.
Cosa chiedono questi attori riuniti? In parte soldi, aiuti,
eccetera, e questo è normale, chi non lo fa? Ma chiedono anche, e questo è più
significativo, di essere responsabilizzati maggiormente e non danneggiati dalle
norme italiane se si comportano in modo sostenibile. Chiedono di limitare e
contabilizzare l’uso di risorse non rinnovabili come il territorio, di rendere
respirabile e razionale la mobilità urbana, di procedere con una revisione
green del fisco e usare in altro modo gli incentivi oggi antiecologici. In
sostanza, una parte cospicua dell’industria, consapevole di avere davanti un
futuro di sfide e investimenti verso la sostenibilità, chiede alle istituzioni
di fare politiche coerenti con questo progresso che, se da un lato sta già
avvenendo, dall’altro è danneggiato da scelte di governo che lo contrastano
perfino.
Il Parlamento si è espresso in materia? Come no: con la
delega fiscale del 2014 impegnava il Governo a una riforma green del sistema
delle tasse. Il Governo però ha violato la norma lasciando scadere la delega senza
far nulla salvo l’annuncio nel marzo 2015 di un fantomatico Green Act mai
presentato. Un testo con questo nome in effetti gira tra gli addetti ai lavori,
ma per ora è solo un file di Word non firmato.
E qui veniamo a #menoinquinomenopago, l’iniziativa di
Radicali Italiani e Legambiente che in modo un po’ più dettagliato di altre quantifica
i sussidi antiecologici in Italia e propone soluzioni. La prossima puntata dell’iniziativa
verrà presentata al senato giovedì 12 novembre 2015 e consisterà in proposte di
emendamento alla legge di Stabilità che prevedono, tra le altre cose, la
sospensione dei regimi di favore sulle accise sui combustibili fossili (circa 5
miliardi di sussidio antiecologico nell’ultimo bilancio di previsione dello
Stato, di cui circa 3,5 solo nel settore dei trasporti commerciali) e il loro
utilizzo in riduzione delle imposte sui redditi e in contributi agli
investimenti in efficienza energetica.
La presentazione sarà alla sala Isma del Senato in piazza
Capranica 72 il 12 novembre alle 10 con molti dei parlamentari che la
supportano, con il segretario e il tesoriere di Radicali Italiani Riccardo Magi
e Valerio Federico, con il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini e con
il sottoscritto.
Com'è poi andata
Grazie al senatore Girotto.
Con che motivazione il suo emendamento, coerente con la Delega Fiscale e identico all’impostazione che le bozze di Green Act recano, è stato respinto dalla maggioranza in Commissione? Mistero.
Viene il dubbio che per la maggioranza di governo la revisione green del fisco sia un tema adatto ai convegni ma non ai fatti. Proprio in queste ore il ministro Galletti auspica per l’imminente riunione di Parigi sul clima nuove norme vincolanti, ma non mi risulta abbia criticato la sua maggioranza per l’ostinazione con cui nella politica interna osteggia le stesse riforme.
Con la settimana dal 23 novembre 2015 inizia l’esame della Stabilità alla Camera, dove speriamo che altri parlamentari raccolgano l’appello di #menoinquinomenopago, come in passato ha già fatto una proposta di legge di Oreste Pastorelli (PSI) firmata anche dal presidente della commissione ambiente Ermete Realacci.
Com'è poi andata
L’analisi degli emendamenti in commissione Bilancio del
Senato si è conclusa con la terza settimana di novembre, e l’unico parlamentare
che abbia fatto proprie in questo frangente parte delle nostre proposte è stato
il senatore Gianni Girotto del M5S. Sentiamolo ai microfoni di Derrick:
Grazie al senatore Girotto.
Con che motivazione il suo emendamento, coerente con la Delega Fiscale e identico all’impostazione che le bozze di Green Act recano, è stato respinto dalla maggioranza in Commissione? Mistero.
Viene il dubbio che per la maggioranza di governo la revisione green del fisco sia un tema adatto ai convegni ma non ai fatti. Proprio in queste ore il ministro Galletti auspica per l’imminente riunione di Parigi sul clima nuove norme vincolanti, ma non mi risulta abbia criticato la sua maggioranza per l’ostinazione con cui nella politica interna osteggia le stesse riforme.
Con la settimana dal 23 novembre 2015 inizia l’esame della Stabilità alla Camera, dove speriamo che altri parlamentari raccolgano l’appello di #menoinquinomenopago, come in passato ha già fatto una proposta di legge di Oreste Pastorelli (PSI) firmata anche dal presidente della commissione ambiente Ermete Realacci.
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