Una nave attraversa il canale di Panama (Foto Derrick) |
Partiamo da una delle cosiddette “terre rare”: il litio.
Elemento che viene spesso associato alle nuove tecnologie dell’elettrificazione
per via del suo utilizzo nel tipo oggi più comune di batterie per veicoli o
piccoli apparecchi elettrici. Se chiedete a chi non si occupa di energia
probabilmente vi dirà che il litio è scarso e che il suo approvvigionamento è
un problema. In realtà le sue quotazioni sono scese notevolmente nel corso del
2023 e sono oggi a livelli abbastanza bassi da aver fatto fermare progetti per
nuovi impianti di estrazione e trattamento.
E il gas? Che dopo l’invasione dell’Ucraina sfiorò i 350
€/MWh nell’estate del 2022, un valore quasi 20 volte più alto dei prezzi a cui
ci eravamo abituati? E sulle cui infrastrutture stiamo mettendo miliardi di
euro di soldi sostanzialmente pubblici per diversificarne gli acquisti? Bene, il
gas veleggia mentre scrivo questa puntata sotto i 30 €/MWh malgrado la crisi
nel mar Rosso dove passano le metaniere in arrivo dal Golfo. Potrebbe risalire
un po’ per il perdurare di tale crisi o se dovesse esserci una coda d’inverno
rigida, ma è più che evidente che l’insieme di diversificazione, investimenti
in fonti rinnovabili e efficienza ci ha brillantemente affrancato dal paventato
rischio di razionamento succeduto all’inizio della guerra.
Interessante a questo proposito la recentissima decisione del
presidente USA Biden di sospendere l’autorizzazione a nuovi impianti di
liquefazione di gas necessari ad aumentare la capacità di export americana.
Decisione legata all’interesse a non far aumentare il prezzo interno in vista delle
elezioni, ma sempre poi modificabile se il prezzo europeo o asiatico del gas
dovesse tornare abbastanza alto da rendere l’export americano particolarmente
remunerativo. In altri termini: un’eventuale nuova scarsità di gas nel nostro
continente verrebbe risolta anche con più import dagli USA, che sempre più
stanno scippando all’OPEC il ruolo di fissatore internazionale del prezzo di
petrolio e gas.
Ma più gas in arrivo non sarebbe una buona notizia per il
clima. Ciò che sta davvero diventando scarso, e rischia di restarlo, sono
prodotti agricoli come il succo d’arancia e lo zucchero danneggiati da siccità
e cambiamenti climatici in molte regioni del mondo, come scrive l’Economist in
un articolo di fine gennaio 2024 (link sotto). Siccità che tra
le altre cose, come ho accennato nel mio recente reportage (link sotto) da Panama, è
responsabile della minore capacità del canale tra golfo del Messico e Pacifico,
a proposito di problemi di commercio internazionale.
La morale è che ci sono scarsità che possiamo contrastare con investimenti in nuova capacità produttiva, altre che riguardano beni primari e richiedono politiche del clima rapide ed efficaci.
Link
- Why sweet treats are increasingly expensive (The Economist, gennaio 2024): https://www.economist.com/finance-and-economics/2024/01/25/why-sweet-treats-are-increasingly-expensive
- Il reportage da Panama (e Colombia) di Derrick:
https://derrickenergia.blogspot.com/2023/12/viaggio-panama-city-puntata-602-in-onda.html - L'audio di questa puntata è qui: https://youtu.be/tn6pKMDEWxk
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