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sabato 13 aprile 2019

Energia prepagata (Puntata 393 in onda il 16/4/19 e in replica il 9/7/19)

Con Caroline Kibii

Una delle difficoltà al funzionamento efficiente della vendita di energia è la morosità dei clienti. Mentre nei settori del credito e anche nella telefonia il sistema prevede o è in procinto di prevedere meccanismi di verifica preventiva della storia dei pagamenti dei clienti, per ora in Italia nell’energia questo è possibile solo in parte. Inoltre, i conguagli nei consumi dovuti a problemi nell’acquisizione dei dati dal contatore possono essere così tardivi da rendere addirittura legittimo, sulla base della normativa attuale, un pagamento parziale delle bollette di conguaglio.
In assenza di contatori telecontrollabili o in luoghi accessibili pubblicamente, può anche capitare – soprattutto nel gas dove l’incidenza di contatori non telecontrollati è ancora significativa – che chiudere la fornitura a un moroso non possa avvenire o avvenga con gravi ritardi, anche se il fornitore ne ha diritto.

Quel che vale sempre è che se qualcuno non paga e i fornitori non possono tutelarsene in modo efficace alla fine a pagare sono i consumatori onesti, perché il sistema a regime deve caricare a loro i costi delle insolvenze generali (certo nel breve qualche fornitore può fallire per morosità di clienti, ma prima o poi questo rischio finisce per caricarsi sul prezzo anche in un regime di piena concorrenza).
Ne deriva, a mio avviso, che sarà sempre troppo tardi quando le associazioni dei consumatori si alleeranno con quelle dei fornitori perché esistano anagrafiche, magari volontarie, sulla storia dei pagamenti, accessibili ai venditori.

Un altro sistema, più radicale, per tutelarsi dalle insolvenze, e – per i clienti – per non dover indirettamente pagare quelle degli altri, sono le tariffe prepagate, ancora pochissimo diffuse in Italia anche perché solo recentemente applicabili sulla base delle norme.
Caroline Kibii inserisce un codice-voucher
nell'interfaccia (sotto: in primo piano)
collegata al suo contatore
Prepagare l’energia invece è diffuso in altri mercati, come quello britannico (ricordate la scena del Monello di Chaplin con il contatore del gas a monete?) o alcuni africani tra cui il Kenya dove mi sono recato di recente e di cui grazie a Caroline Kibii, collaboratrice di questa puntata, posso raccontare.

Kenya Power, azienda locale dell’energia a controllo pubblico, ha recentemente installato diffusamente presso i clienti domestici dei misuratori elettronici di elettricità con un’interfaccia che permette al cliente di inserirvi dei codici corrispondenti a voucher prepagati. E siccome in Kenya il pagamento tramite cellulare è estremamente diffuso, questi voucher vengono tipicamente acquistati con il telefonino, attraverso un sistema chiamato M-Pesa, diffuso perfino nei più piccoli negozietti di strada e usatissimo anche per lo scambio di denaro tra privati. Così anche i clienti che restino al buio per esaurimento del credito possono immediatamente riattivare la fornitura.

Quali effetti comporta l’acquisto prepagato di elettricità, a parte l’impossibilità di consumare a sbafo? Secondo alcune evidenze da parte di osservatori locali (link sotto) il prepagamento rende più sensibili ai consumi e quindi attenti allo spreco di energia. Ma può anche creare confusione nei casi in cui, e in Kenya questo avviene in modo molto spinto, il prezzo unitario dell’elettricità vari in base agli scaglioni di consumo (nella fattispecie, in modo progressivo). Succede quindi che per le prime ricariche dell’anno il cliente ottenga più energia a parità di importo di quella delle ricariche successive una volta esauriti gli scaglioni più economici. Serve quindi un po’ di attenzione nel pianificare la spesa.

Si diffonderà il prepagato anche da noi? Dipende in parte da quanto efficacemente riusciremo – noi clienti e i fornitori - a interagire con i misuratori elettronici, che nel nostro caso non prevedono un’interfaccia di input fisico come invece quelli in Kenya. Del resto un collegamento diretto del cellulare o del pc al misuratore è ben più comodo di un'interfaccia con tastierina.

Ringrazio per questa puntata, oltre a Caroline Kibii, blogger e ricercatrice di Nairobi, Massimo Bello, presidente dell’Associazione Italiana Grossisti e Trader di energia (AIGET).



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martedì 29 agosto 2017

Bollette elettriche su consumi presunti (Puntate 320 e 325, in radio il 18/7 e 29/8/17)

Torna una puntata di Derrick di supporto, spero, alla gestione del contratto domestico di fornitura elettrica. Parliamo di bollette su dati di consumo presunti e non reali. Un’anomalia che può capitare e rivelarsi piuttosto infida e, per essere risolta, richiede la capacità di leggere il proprio contatore.

Allora: se avete ricevuto una bolletta elettrica con consumi strani rispetto al solito leggete se è basata su dati di consumo effettivi (cioè acquisiti dal distributore automaticamente attraverso il contatore elettronico) oppure presunti. In quest’ultimo caso, in assenza di dati di lettura comunicati dal cliente attraverso la lettura manuale del contatore, il venditore di energia stima un consumo per il periodo fatturato, guarda caso spesso superiore a quello reale.

Dunque ecco le istruzioni su come proteggersi e possibilmente evitare di anticipargli dei soldi.

Contatore elettronico monofase
montato a Roma da Acea (oggi Areti)
Se vivete a Roma, dove come nel mio caso le mancate letture da parte del distributore Areti (gruppo Acea) non sono rare, avete probabilmente un contatore come quello nella foto, e dovete premere l’unico bottone sotto il display e appuntarvi cinque dati che appariranno in schermate successive: il numero nella schermata contrassegnata da “A+”, che è il consumo complessivo in megawattora da quando il contatore è stato installato o resettato, e poi i tre o quattro numeri in corrispondenza di “A+ (T1)”, dove la cifra passa da 1 a 4 (o 3), i quali costituiscono la scomposizione del consumo complessivo per fasce orarie, rilevanti se avete una fornitura con prezzo differenziato in base all’orario di consumo.

Se non vivete a Roma e avete un contatore E-distribuzione (Gruppo Enel) o altrui elettronico di prima generazione, la procedura è molto simile e sotto (o altrove in rete) trovate link alle istruzioni dei contatori più diffusi.
Le quali hanno comunque un valore indicativo, perché i contatori sono stati installati nel giro di oltre dieci anni in versioni differenti e i loro software possono essere stati aggiornati più o meno recentemente. In generale, la lettera A corrisponde a valori di consumo di energia attiva, quella che vi serve. Potete tralasciare le cifre eventuali contrassegnate da R, mentre P indica il picco massimo di potenza assorbito, talvolta anch’esso distinto per fasce, utile per vostra informazione ma non ai fini della rettifica dei consumi.

Se avete un contatore di ultimissima generazione, che E-distribuzione chiama Open Meter e vi è appena stato installato, riferitevi invece alle istruzioni fornite con esso. Sarebbe abbastanza clamoroso che il distributore non riuscisse a leggere questa macchina da remoto.

Forti dei numeri acquisiti, chiamate il fornitore al numero scritto in bolletta (quello dedicato all’autolettura, o in mancanza quello del customer care, o entrambi) per comunicare la lettura, e fatevi confermare che essa è stata acquisita.

Se la bolletta con consumi presunti superiori a quelli appena riscontrati non è ancora pagata, vi conviene chiedere anche la riemissione con annullamento di quella sbagliata.

Se poi siete gente a cui piace farsi valere fino in fondo, intanto avete l’ammirazione incondizionata di Derrick, dopodiché vi invito a scrivere un reclamo scritto al fornitore (se vi sembra che ci abbia marciato con la stima dei consumi) e in ogni caso al distributore che non è stato capace di leggere il contatore, attività per cui è pagato in bolletta.
Se non ricevete risposta ai reclami, o ne ricevete una insufficiente o elusiva, chiamate anche il numero verde dell’Autorità Energia: 800 166654.


Il caso di Giovanni Galgano

Tra le segnalazioni in materia, è arrivata a Derrick quella di Giovanni Galgano (qui su twitter), lobbista milanese già collaboratore in questa puntata di Derrick e nella successiva. Ecco i punti salienti della sua disavventura:

  • A marzo 2017 Galgano sottoscrive un contratto di “tutela simile” con il più conveniente dei fornitori presenti nell’apposito portale (per approfondimenti: link sotto).
  • Ad aprile il nuovo fornitore gli conferma che dal primo maggio sarà loro cliente. A giugno Galgano riceve la bolletta di chiusura del contratto di a2a, il fornitore precedente monopolista nella zona di Milano per l’offerta standard di “maggior tutela”. Un conguaglio di ben 680 Euro. Basato su 14 mesi di letture solo presunte ma, secondo il fornitore, “validate” e quindi valide per il conguaglio. In realtà i numeri del contatore di Galgano dicono tutt’altro: i KWh consumati reali sono circa 400 in meno di quelli presunti. In effetti nessuno ha mai acquisito o da remoto o di persona una lettura in più di un anno, né ha allertato Galgano sulla necessità di leggere lui stesso il contatore.
  • Galgano reagisce bloccando l’addebito automatico sul conto corrente a favore del vecchio fornitore, dopodiché lo chiama e gli viene detto che i numeri li ha mandati il distributore Unareti e che la rettifica la deve fare il nuovo fornitore.
  • Galgano non paga neanche dopo sollecito, fa un reclamo e si affida al nuovo fornitore che s’impegna a chiedere verifica dei numeri a Unareti.
Ecco un commento direttamente dalla sua voce:


Come andrà a finire lo chiederemo più avanti direttamente a lui. Intanto, invito chi sia incorso in situazioni simili a scrivere a Derrick, raccontando com’è andata.


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domenica 29 maggio 2016

La battaglia della fibra - D278/9

Scrivo la prima di questo ciclo di puntate di Derrick come al solito la domenica, ed è una domenica triste: quella in cui Marco Pannella viene tumulato a Teramo. Voglio che anche dal piccolo spazio di Derrick gli arrivi un saluto: ciao Marco.

Un armadio di arrivo
della fibra in una strada urbana.
Copyright Lecconews
Si è svolta una competizione tra Enel e TIM (l’ex Telecom) per l’acquisizione di Metroweb, azienda specializzata nella realizzazione di reti dati cittadine e controllata dal fondo F2i e partecipata dallo Stato tramite Cassa Depositi e Prestiti.

Perché l’offerta di Enel? Perché Enel, come abbiamo visto, in qualità di gestore delle reti elettriche cittadine in monopolio regolato di gran parte del territorio italiano sta per iniziare la sostituzione di tutti i contatori elettrici domestici e, d’intesa col Governo, intende far coincidere l’intervento con la posa di fibra per le comunicazioni digitali. Del merito della sostituzione dei contatori – un intervento da oltre 5 miliardi di Euro pagati in bolletta - abbiamo già detto. Quello che oggi ci chiediamo è: a beneficio di chi andranno le sinergie tra la sostituzione dei contatori e la posa della fibra?

Queste sinergie è intuitivo che ci siano, ma non è ovvio se e come ne beneficeranno i consumatori, in particolare c’è da chiedersi se è giusto che i clienti elettrici non si avvantaggino della sinergia attraverso uno sconto sui costi dell’installazione dei contatori. Io direi che no, non è giusto, perché anche la bolletta elettrica dovrebbe partecipare ai risparmi di sistema, altrimenti si attua un trasferimento da un settore all’altro che come minimo danneggia gli utenti elettrici che non usano la fibra.
Poi c’è da chiedersi se convenga ai consumatori che il principale distributore elettrico, i cui utili dipendono in buona parte dalle tariffe istituzionali di remunerazione dei suoi investimenti in regime regolato, acquisisca anche una posizione di proprietario di reti di telecomunicazioni nelle zone più redditizie, dove è previsto, in accordo coi piani del Governo, che investirà soldi propri.

Nelle telecomunicazioni, a differenza che nell’energia, le reti locali non sono gestite in regime di concessione né di monopolio legale, ma è evidente che una nuova rete che, a differenza delle altre, si avvantaggi di poter scaricare parte dei costi sulla bolletta elettrica avrebbe un vantaggio potenzialmente discriminatorio.

Alla fine l’ha spuntata Enel, e sono partite le polemiche da parte di Telecom che sostiene che la scelta non sia stata imparziale e che non sia stata fatta la necessaria due diligence. In effetti come abbiamo visto il Governo da tempo ha dato il suo endorsement all’operazione di Enel per la posa di fibra dagli armadi in strada alle case con l’occasione della sostituzione dei contatori elettrici.

Quanto è importante portare la fibra dalla strada agli edifici? Molto, perché nei sistemi ibridi, con fibra fino alla prossimità della destinazione e poi uso del cavo di rame fino agli appartamenti, la velocità della connessione dipende moltissimo dalla lunghezza del filo di rame. Più è lungo il percorso del rame, meno sono veloci i dati. Poche centinaia di metri fanno la differenza tra una connessione molto veloce e una lenta. E naturalmente una volta che arriva la fibra all’edificio manca poco a portarla negli appartamenti.


Concorrenza cavo-etere?

L’Italia, anche grazie all’elevata densità della sua popolazione, ha una distanza media dei clienti di internet dagli armadi dove arriva la fibra piuttosto bassa, e questo ha reso abbastanza efficienti i sistemi con l’ultimo miglio di rame, rallentando la diffusione dei collegamenti in fibra anche nell’ultimo tratto fino all’utilizzatore, che richiedono un investimento in più. Allo stesso modo la connessione via etere, con l’infrastruttura dei telefonini, non è oggi molto competitiva per le applicazioni domestiche se l’alternativa è un’ADSL ragionevolmente veloce ed economica.

Sull’etere però è in arrivo una nuova generazione di tecnologia, la quinta (5G), prevista all’inizio del prossimo decennio, quando le frequenze necessarie a svilupparla dovranno essere sottratte alla tivù. Il 5G avrà prestazioni anche superiori alla fibra e a seconda dei costi potrebbe diventarne un concorrente fortissimo anche per le applicazioni domestiche. E infatti Flavio Cattaneo, il nuovo AD di TIM, non si è perso la possibilità di rispondere alla mossa di Enel, che sfrutta sinergie tra distribuzione di elettricità e di connettività digitale, “minacciando” da parte sua una concorrenza via etere, visto che TIM è attiva sia sulle reti fisse che su quelle mobili.

Ma attenzione: è il Governo che dovrà decidere tempi e modalità di liberazione delle frequenze necessarie al 5G. Lo stesso che è azionista dell’Enel, la quale sta acquisendo l’interesse a che ciò si ritardi.
La concorrenza mi piace ed è interessante quando diventa anche concorrenza tra tecnologie. Certo, se da una parte c’è un’alleanza tra Governo-arbitro e una sua controllata-giocatrice, il rischio che la concorrenza sia impari è evidente. Questa puntata è dedicata con affetto agli ascoltatori più scettici sulle privatizzazioni.


Forse Derrick tornerà sull’argomento. Intanto un utile paper (in inglese) dello IEFE Bocconi di Carlo Cambini, Michele Polo e Antonio Sassano permette di farsi un’idea sul piano europeo e italiano per la diffusione della rete a banda larga e sulle implicazioni di policy per realizzarlo.


Ringrazio per i suggerimenti su queste puntate Alberto Calvi e Antonio Sileo.

domenica 20 marzo 2016

La misura dell'energia - D268-9

Come sono cambiati e stanno cambiando i misuratori dell’energia elettrica e del gas che abbiamo in casa o in cantina? (Con Antonio Sileo e grazie anche a una conversazione con Alberto Calvi. Informazioni sui collaboratori esterni di Derrick sono qui).

Un vecchio contatore d'elettricità
ancora in uso per contabilizzazione
interna in un residence milanese 

I contatori elettrici: seconda generazione e verso la terza

I contatori elettrici in quasi tutte le case italiane hanno subìto un salto tecnologico nell’ultimo ventennio o meno, passando da vecchi apparecchi elettromeccanici come quello qui nella foto a nuovi modelli elettronici in grado di essere letti e per alcune funzioni comandati a distanza. In che modo? Per ora attraverso segnali che passano negli stessi cavi elettrici che portano l’energia, un sistema chiamato PLC (power line communication): se va tutto bene, almeno una volta per ogni bolletta il distributore d’energia (cioè il gestore della rete locale) acquisisce i nostri consumi e li rende disponibili a chi ci vende l’elettricità, perché possa fatturarceli.

Ma il giro di questi dati non è istantaneo né infallibile, così capita che la bolletta si basi comunque su consumi in parte, o, peggio e raramente, del tutto calcolati. Se poi le mancate letture si protraggono e il cliente non si preoccupa di controllare e mandare ogni tanto un’autolettura, possono arrivare bollette pazze di conguaglio nel momento in cui il dato reale viene finalmente acquisito. (Sui maxiconguagli già esistono tutele per il cliente e il tema verrà forse ulteriormente regolato, ma il tema non verrà approfondito in questa puntata).

Chi li controlla?

I nuovi contatori elettronici d'elettricità sono dunque più intelligenti dei vecchi.
Hanno però introdotto problemi di controllo. Proprio perché sono elettronici, la verifica del loro corretto funzionamento non può limitarsi all’integrità dell’apparecchio, ma deve riguardare anche il software e il processo di acquisizione, e richiederebbe un ente certificatore in grado di ingerirsi nei sistemi informativi dei distributori.
Secondo alcuni osservatori, tra cui l’esperto e blogger Edoardo Beltrame e l’associazione dei consumatori Codici che ha lanciato una class action in materia, esiste una zona grigia nel controllo delle misure.

Come sarà la terza generazione dei contatori d'elettricità?

La vita degli apparecchi non è eterna (anzi, l'accelerazione tecnologica li rende obsoleti prima) e i primi contatori elettronici installati nelle case italiane arriveranno alla fine della vita prevista già nel 2017, tanto che l’Autorità per l’Energia si sta preoccupando di stabilire le regole per la loro sostituzione, anche riguardo alle caratteristiche che i successori dovranno avere: dovranno dialogare con il cliente, interagire con gli apparecchi o i sistemi di domotica installati in casa, ma anche, potenzialmente, dialogare più velocemente con la rete elettrica, in modo da rendere possibili nuovi servizi come la fornitura d'energia prepagata e telegestita. (Non quella che si vede in una scena del Monello di Charlie Chaplin, dove il contatore del gas si attiva a monete!).

Proprio per questo la stampa specializzata recentemente si è occupata, per esempio con l’articolo “La guerra degli smart meter” di Antonio Sileo su Staffetta Quotidiana il 26 febbraio 2016, dell’ipotesi che la tecnologia PLC rischi di diventare troppo in fretta obsoleta, e con essa la nuova generazione di misuratori se la utilizzeranno. Ed essendo i misuratori in Italia (pur nell’incertezza della legge primaria in materia) remunerati in bolletta come la rete elettrica, il rischio di un investimento eccessivo rispetto ai suoi vantaggi è un rischio di tipo pubblico.

I nuovi contatori del gas

Un contatore elettronico
domestico del gas
I misuratori domestici del gas, a differenza degli elettrici, in gran parte non sono ancora letti a distanza, salvo sperimentazioni da parte di distributori particolarmente virtuosi.
A maggior ragione anche per i misuratori gas non teleletti quindi incombe un piano di sostituzione che dovrebbe compiersi in modo da portare entro il 2018 a 80% la quota di contatori teleletti e telegestiti (in grado cioè anche di interrompere l’erogazione su ordine remoto del gestore della rete).

Quale tecnologia wireless?

Tra elettricità e gas, l’investimento necessario nei prossimi anni per le sostituzioni in Italia si aggirerà sui 6 miliardi, e comporta scelte non ovvie riguardo alle tecnologie di comunicazione dei contatori.

Se per quelli elettrici abbiamo visto che l’opzione più conservatrice (perché già adottata dall’attuale generazione di misuratori) è l’uso di onde convogliate negli stessi cavi della corrente per arrivare a centrali di aggregazione gestite dai distributori, per tutti c’è da scegliere in alternativa tra sistemi di comunicazione wireless.
Tra questi, avrete sentito parlare dell’”internet of things” (IOT), cioè la messa in comunicazione di oggetti attraverso una rete cellulare a banda stretta (e a bassi consumi energetici) ma alta capacità di penetrazione degli ostacoli fisici, per arrivare per esempio in cantina dove un misuratore gas potrebbe risiedere.
Si tratta di una tecnologia in corso di standardizzazione tra i gestori di telefonia mobile di tutto il mondo. È adatta anche all’utilizzo sui contatori gas – non collegati a una sorgente elettrica - grazie alla possibilità di dotarli di batterie in grado di durare quanto la vita utile del contatore stesso, proprio grazie ai bassi consumi dei trasmettitori di questo tipo che, rispetto a quanto faccia un telefonino, devono trasmettere pochi dati numerici.
La tecnologia IOT consente anche l’utilizzo di SIM virtuali, che permettono di cambiare il fornitore dei servizi di comunicazione senza accedere fisicamente al trasmettitore (applicato a un telefonino, questo sistema permetterebbe di cambiare gestore senza doversi procurare una nuova SIM).

Costi e benefici

Convengono questi investimenti? L’analisi non è banale da fare, ma si può ragionevolmente affermare quanto segue.
  •         Un cliente più consapevole dei propri consumi consuma meglio e risparmia.
  •         La telegestione dei punti di fornitura aiuta a combattere la morosità, che oggi è un costo socializzato, cioè pagato da tutti coloro che invece le bollette le onorano.
  •         Le potenzialità commerciali di una maggiore e tempestiva conoscenza del comportamento energetico di un punto di consumo sono vaste e permettono di interagire, automaticamente o meno, col consumatore. Per esempio di limitare o aumentare in modo flessibile la disponibilità di energia, dando al consumatore l’opzione di essere lui stesso a fornire flessibilità al sistema.
Dicevamo che la valutazione costi-benefici è difficile. Ma è anche necessaria nei casi, come quello italiano, in cui i misuratori sono gestiti e posseduti dal distributore, e quindi pagati in bolletta sulla base di tassi di ritorno del capitale indipendenti dalla disponibilità a pagare del consumatore.