domenica 19 marzo 2023

Ricarica di auto elettriche in garage condominiali (Puntata 568 in onda il 21/3/23)

Sistema di ricarica per bus elettrici a Putrajaya
(Foto Derrick)
Siete proprietari di un box auto in un garage condominiale? Allora questa puntata è per voi.

Prima di andare ai fatti faccio una premessa: nei garage dei condomini l’impianto elettrico è collegato al contatore condominiale e soggetto a regole progettuali particolari che si applicano ai locali a “maggior rischio di incendio” come dice una sezione dedicata delle norme impiantistiche CEI rilevanti. Quindi, a meno di non aver fatto installare un proprio contatore o a meno che non ci siano subcontatori condominiali che di norma non sono giustificabili dall’ammontare dei consumi, ciò che si consuma nel box finisce socializzato nelle spese di condominio come bolletta della cosiddetta “luce scale”, a una tariffa di solito molto più costosa di quella negli appartamenti di residenza privati.

Bene, veniamo al dunque. Il mio amico Antoine mi ha fatto vedere una lettera inviata dal suo
amministratore di condominio, in cui si lamentano danni all’impianto elettrico del garage e spese dovuti a ricariche di auto elettriche nei box usando l’impianto condominiale.

La lettera in modo piuttosto dettagliato (un amministratore alacre, si direbbe) si profonde in spiegazioni su perché il fatto riscontrato non è accettabile sulla base di due filoni principali di argomenti:

  1. Gli impianti elettrici del garage non sono adatti a carichi così intensi, e in più per motivi di sicurezza il regolamento del condominio prevede che qualunque apparecchio elettrico anche di piccoli consumi debba essere spento quando il box è impresidiato.
  2. Non è accettabile che i condòmini paghino i costi di ricarica delle auto elettriche altrui, perdipiù (aggiungo io) a un costo più elevato di quello che ci sarebbe con una fornitura dedicata.

Vi confesso che lo stesso problema c’è nel garage in cui ho il mio box. Semplicemente, non è ancora emerso perché i ricaricatori a sbafo sono in misura abbastanza contenuta da non aver suscitato reazioni.

Che commenti mi vengono?

Intanto, che questa situazione sarà presto diffusissima e non eludibile. Prevedo molto lavoro per gli installatori di subcontatori o richieste di attivazione di contatori per nuove utenze di ricarica nei box, o ancora richieste di modifica degli impianti per collegare il box all’utenza dell’appartamento sovrastante di chi abita nello stesso stabile. A ben vedere, sarebbe molto più razionale rispetto a quest’ultima soluzione che le norme permettessero di collegare virtualmente il contatore di un box a quello dell’appartamento nello stesso stabile.

La buona notizia è che il problema non dovrebbe riscontrarsi con gli scooter o altri mezzi elettrici più piccoli, che sono normalmente dotati di batterie staccabili che possono essere ricaricate a casa con la propria energia. A meno di non farla sporca, come - ci giurerei – molti fanno.


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  • L'audio di questa puntata è anche su Youtube qui

domenica 12 marzo 2023

Pagamento contactless con carta di credito del biglietto Atac Roma (Puntata 567 in onda il 14/3/23)

Foto dal sito Atac
Ho provato a pagare il bus a Roma senza obliterare un biglietto, e funziona!

Di questa puntata non c'è un testo perché è stata registrata in diretta in forma di reportage. Si può ascoltare attraveso i soliti canali descritti altrove in questo sito, incluso Youtube qui: https://youtu.be/zqLFZWdib00


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sabato 4 marzo 2023

Telefonate moleste in occasione del cambio di fornitore energia (Puntata 566 in onda il 7/3/23)

Treno turistico a Busan (Foto Derrick)
Il mio vecchio fornitore di gas non mi ha rinnovato il prezzo fisso che avevo, e questo è avvenuto prima di inizio agosto 2022, data a partire dalla quale simili recessi unilaterali sono stati limitati dalla legge. Io alla notizia avevo subito preannunciato che avrei cambiato operatore, e così ho fatto. C’è voluto un po’ di tempo per motivi non rilevanti qui, ma finalmente a inizio marzo 2023 è avvenuto il passaggio.

Vi racconto ora il tipo di telefonate che ho ricevuto nell’imminenza del cambio e nei giorni successivi.

Intanto quelle del sedicente vecchio fornitore. Dico sedicente perché non è mai facile capire se una telefonata viene dall’ufficio commerciale di un operatore o da agenzie esterne che gli procacciano contratti o da puri millantatori. Ebbene: nei giorni prima del cambio il sedicente vecchio fornitore mi ha proposto di restare, al che ho declinato. Nei giorni successivi mi ha proposto di tornare anticipando offerte strepitose che non ho ascoltato (ma che avevano la struttura di prezzi variabili – cioè agganciati al prezzo spot all’ingrosso) con un ricarico e una quota fissa commerciale annuale come ormai sembra inevitabile in tutte le offerte di mercato.

Fin qui il mio commento è che se gli operatori hanno così tanta energia da spendere per riprendermi con loro non si capisce perché non ne usino una frazione per evitare di perdermi. E non è vero che non potessero nel mio caso discernere che in effetti me ne sarei andato.

Ma la telefonata più grave l’ho ricevuta da una persona che ha detto di chiamarsi Antonella Brianza, sedicente dipendente di Areti (quest’azienda la cito perché è il monopolista della distribuzione elettrica a Roma, in regime regolato) che verso la fine di febbraio ha detto che risultava al distributore una richiesta di passaggio di fornitore anomala e mi ha offerto di bloccarla. Bloccandola, attenzione, non sarei tornato al vecchio fornitore bensì passato, indovinate a quale gruppo. Ecco, avete indovinato.

Ora, qui le anomalie sono oltre ogni immaginazione: intanto non si capisce che c’entri il distributore elettrico locale, il cui gruppo non è tra l’altro né il mio vecchio fornitore né il nuovo, con un passaggio di fornitura del gas. Poi, non si capisce come questa persona sapesse del mio cambio di fornitore gas.

Mi ha infine oggi chiamato un signore che dice di lavorare per il nuovo fornitore. Ha detto che sarebbe felice di vendermi una caldaia a condensazione facendomela pagare a rate in bolletta. Gli ho risposto che non m’interessa e che anzi sto per rinunciare del tutto al gas anche per riscaldare l’acqua sanitaria.

Ora, cosa imparo da questa mia esperienza? Che i fornitori uscenti oppure i distributori locali non prestano alcuna attenzione nel mantenere riservate le informazioni sui clienti che cambiano fornitore, e che non c’è alcuna possibilità di sapere per chi lavora davvero chi ci chiama. Nella mia esperienza, quasi sempre se chiedo una mail con la copia di un documento di riconoscimento di chi chiama la persona mette giù. L’unica reazione razionale quindi purtroppo è: chiedere di passare a una videochiamata con ostensione di documento o buttare direttamente giù il telefono e comunicare solo con altri canali tracciabili.


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