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Disegno di Paolo Ghelfi |
martedì 17 giugno 2025
Viaggio in Armenia e Georgia (Puntate 476-7 in onda il 17 e 24/6/2025)
domenica 8 giugno 2025
Trenitalia e lo zen dei biglietti regionali (Puntata 475 in onda il 10/6/25)
Illustrazione di Paolo Ghelfi |
Immaginiamo di doverci muovere in città coi mezzi pubblici, bus o metro. Abbiamo un biglietto da convalidare, o magari una carta di credito o la app di pagamento sul telefonino, convalidiamo o passiamo la carta e facciamo la nostra corsa.
Immaginiamo ora che il percorso comprenda un treno regionale
– recentemente quelli cittadini si sono chiamati anche treni metropolitani ma non
mi pare sia più così, la tassonomia dei treni è una materia affascinante e
molto cangiante, ricordo ancora per esempio gli espressi con gli scompartimenti
con i sedili in finta pelle, le copie di paesaggi italiani in bianco e nero in
cornicette d’ottone. Oppure gli “interregionali” che dichiaravano con
precisione nel nome di varcare il confine amministrativo ora invece anche
loro definiti regionali - ma sto divagando e diventando troppo sentimentale.
Dicevo immaginiamo che il nostro spostamento in città includa
un treno regionale. A Roma per esempio sono preziosi perché sopperiscono alle
poche linee di metro. Un paio di giorni fa ne ho preso uno a Mandela, una
stazione sulla Tiburtina, e nei 45 chilometri circa fino a Roma si è fermato 14
volte: un servizio di prossimità analogo a quello di una metropolitana.
Rispetto a una metropolitana o a un bus urbano, però, il
modo in cui funziona il biglietto è completamente diverso. Nei primi nessuno
pretende che tu sappia in anticipo quale convoglio prenderai e che compri il
biglietto almeno cinque minuti prima, con il biglietto elettronico regionale Trenitalia
invece sì: il biglietto è specifico per un solo treno. Puoi cambiarlo dalla app
prima dell’orario previsto di partenza, ma se mancano meno di cinque minuti alla
partenza prevista non puoi comprare il biglietto, e quindi a maggior ragione se
il treno è in ritardo secondo la logica Trenitalia non ci puoi salire. Devi
aspettare nella banchina il successivo, così, per dispetto.
Per quale motivo avranno deciso che i treni regionali siano
l’unico mezzo di trasporto locale dove improvvisare è vietato?
Fino a un paio di settimane fa ho sempre constatato come regole
così vessatorie fossero bilanciate dalla ragionevolezza del personale. Per
esempio nella tratta da Roma Trastevere all’aeroporto di Fiumicino, un treno
ogni 15 minuti, se il primo treno disponibile non è più acquistabile per
ritardo o imminenza ho sempre comprato il biglietto per il successivo prima di
salire, spiegandolo al personale di bordo che ha puntualmente constatato la buona
fede (visto che ho già pagato per un treno successivo che materialmente non
potrei prendere dopo aver già preso il precedente, in nessun modo sto pagando
meno del dovuto) e non ha mai obiettato.
Questo è stato vero fino a un treno dall’aeroporto di
Cagliari Elmas a Cagliari. Biglietto da 1,2 euro mi pare, corro sul primo convoglio
disponibile col biglietto già fatto sul primo treno acquistabile, cioè il
successivo, e il capotreno Nicola O. mi commina una multa di cinquanta euro e
rotti, oltre all’acquisto del nuovo biglietto. Gli chiedo se non sia una regola
stupida quella dei cinque minuti. Ammette che lo è, e accetta perfino di
verbalizzarlo, giuro, ce l’ho scritto, ma non di comportarsi come tutti i suoi
colleghi fino a ora in modo più ragionevole della regola a suo dire stupida.
Mi prendo la briga di fare pazientemente un reclamo ponendo
tutte le considerazioni fatte qui, e invece di rispondere al quesito (perché
fate regole vessatorie senza senso?) Trenitalia mi ripete la regola.