Il referendum romano sulla messa a gara del servizio di trasporto urbano dell’11 novembre 2018
Link utili
Il sito di #MobilitiamoRoma con le informazioni complete sul referendum dell'11/11/2018: http://mobilitiamoroma.it/
Risposte ad alcune domande, secondo Michele Governatori
Il referendum chiede di privatizzare l’Atac?
Non proprio: nel suo primo e principale quesito chiede di affidare
la concessione del servizio pubblico di trasporto (TPL) romano tramite gara.
Come funziona una gara del genere?
Le gare si possono fare
in molti modi diversi, ma l’obiettivo è sempre scegliere l’operatore che svolge
nel modo più efficiente il servizio che il Comune stabilisce.
Un esempio di modalità di
gara (o di gare, se il Comune decidesse di dividere il servizio in lotti per
mezzi o zone differenti) è questo:
-
Il Comune
stabilisce dettagliatamente l’estensione e la frequenza di tutte le linee del
TPL romano e il prezzo del biglietto.
-
La gara
confronta, tra tutte le aziende partecipanti che abbiano determinati requisiti
minimi, il canone annuale ulteriore al prezzo del biglietto che queste aziende
chiedono per svolgere il servizio.
-
Il Comune
sceglie l’azienda che a parità di qualità e intensità del servizio richiede al
Comune (cioè alle tasse dei cittadini) il canone più basso.
È una liberalizzazione di un servizio pubblico?
No, perché il servizio,
anche se diviso in più lotti, verrebbe sempre svolto in monopolio e a
condizioni di qualità e prezzo stabilite dal Comune.
Il secondo quesito del referendum propone invece la promozione di ulteriori servizi di trasporto collettivo al di fuori delle concessioni TPL, questi sì in regime liberalizzato come già oggi (per esempio car o bike sharing), ma che possono giovarsi di un'azione di coordinamento pubblica. (Per esempio un'amministrazione che aiutasse le aziende di bike sharing a contrastare vandalismo e abusi aiuterebbe, no?)
Il secondo quesito del referendum propone invece la promozione di ulteriori servizi di trasporto collettivo al di fuori delle concessioni TPL, questi sì in regime liberalizzato come già oggi (per esempio car o bike sharing), ma che possono giovarsi di un'azione di coordinamento pubblica. (Per esempio un'amministrazione che aiutasse le aziende di bike sharing a contrastare vandalismo e abusi aiuterebbe, no?)
Ma se vince un privato e diventa il concessionario del TPL?
In tal caso sarà un
privato a svolgere il servizio TPL, a condizioni pubblicistiche però.
L’interesse dei cittadini
è che sia pubblico e garantito il servizio, non il proprietario dei beni per
svolgerlo. Anzi, se i capitali arrivano da fuori, quelli pubblici che si
liberano si possono usare per fare attività di vera pertinenza del Comune (o
per ridurne il debito e quindi le tasse per pagare gli interessi).
E gli autobus dell’Atac? Il vincitore dovrebbe
ricomprare tutto? E i dipendenti?
Il vincitore della gara
avrebbe la possibilità (e l’interesse) di subentrare in tutti i rapporti utili
a svolgere il servizio (proprietà o uso dei beni strumentali, e rapporti di
lavoro).
Per quanto riguarda i rapporti di lavoro, è la legge stessa che prevede che debbano essere reintegrati dal nuovo concessionario. (Cosa peraltro negativa, perché sarebbe meglio non obbligarlo a pagare lavoratori che ritenga inutili).
Per quanto riguarda i rapporti di lavoro, è la legge stessa che prevede che debbano essere reintegrati dal nuovo concessionario. (Cosa peraltro negativa, perché sarebbe meglio non obbligarlo a pagare lavoratori che ritenga inutili).
Quindi, per i lavoratori di
Atac, soprattutto per quelli in grado di dimostrarsi bravi e affidabili, la messa a gara è una ragionevole
garanzia di migliori condizioni di lavoro.
Ma perché ce l’avete tanto con Atac?
Perché perde montagne di soldi
pubblici dimostrandosi clamorosamente inefficiente rispetto a suoi concorrenti
in altre città, non paga affidabilmente i fornitori e soprattutto non svolge il
servizio previsto dalla convenzione del Comune: un furto di soldi e servizi ai
cittadini. Come gli incendi dimostrano, non riesce nemmeno a mantenere in stato
di sicurezza i bus che circolano.
Ma in che modo la gara renderebbe il Comune più
bravo a far rispettare il livello di servizio?
È chiaro che se gli
amministratori pubblici fossero tutti corrotti o incapaci si andrebbe poco
lontano. Ma non è così: le regole influenzano molto i comportamenti.
Per esempio: è molto più
probabile che il Comune “chiuda un occhio” (anzi due) nel controllare l’azienda
di trasporto se è sua. Perché il Comune la può usare per estendere il suo
potere gestendone le poltrone e i soldi in modo clientelare. Ma anche perché se
il Comune-proprietario sanziona una sua azienda fa cattiva pubblicità a se
stesso e non ci guadagna niente. E infatti, guarda caso, oggi Atac salta tutte
le corse di bus che vuole impunemente.
Di un’azienda
concessionaria esterna invece il Comune non ha gestione diretta. Quindi fa più
fatica a usarla per sistemarci gli amici, e ha meno difficoltà e più interesse
a prenderne le distanze e sanzionarla se lavora male (recuperando soldi con cui
per esempio potrebbe compensare chi ha subito disservizi).
Inoltre, tutti i
concorrenti che hanno perso la gara hanno interesse poi a verificare che il
vincitore non bari sul servizio: se lo facesse potrebbero chiedere di
subentrare o comunque far valere l’ingiustizia con azioni legali.
Link utili
RispondiElimina❤❤����
Vuoi sapere che il software di chiamata funziona? Ti spiegheremo cos'è il software per call center, cos'è il call center e come puoi avviare una società di telemarketing / teleselling e così via. Vai su Telemarketing_gestionale per conoscere tutto questo.
#gestionale_telemarketing
#gestionale_teleselling