La
settimana scorsa ho iniziato a parlare di valutazione economica degli
investimenti in linee ferroviarie ad alta velocità. Continuo ora e lo farò per
un'ulteriore puntata almeno, perché c'è molto materiale che, anche se non
sempre recente, merita di essere passato in rassegna. Grazie intanto a Mario
Marchitti per le sue utili segnalazioni e al materiale che mi ha indicato e userò prossimamente parlando in particolare di TAV merci.
E qui, fermiamoci un attimo. Che il tempo in viaggio sia tempo perso in termini di lavoro è un'ipotesi molto forte. Probabilmente nel lavoro intellettuale è sempre meno così: le persone possono maturare e comunicare le loro decisioni anche in un treno, soprattutto se su quel treno funziona internet e l'ambiente è abbastanza confortevole. In altri termini: potrebbe essere più rilevante la compatibilità di un viaggio a un'attività di lavoro con pc o telefono, rispetto a un risparmio sul tempo di percorrenza. Per esempio io sarei disposto a metterci mezz'ora in più tra Milano e Roma a pari prezzo se internet e il mio telefonino a bordo funzionassero senza inconvenienti.
Addirittura mi spingerei a sostenere, come ho già scritto, ma in un romanzo, che l'idea stessa che i manager debbano spostarsi con mezzi molto veloci è anacronistica. Perché nell'era dell'informazione istantanea e delle videoconferenze è ben più importante che un decisore abbia modo di pensare, piuttosto che faccia presenza fisica in tutte le riunioni.
Link utili:
L'altra volta ho
introdotto uno studio di Beria e Grimaldi del Politecnico di Milano che compie
una prima valutazione dell’Alta Velocità ferroviaria italiana tra Torino e
Salerno e evidenzia che i costi sono lontanissimi dall'essere coperti dalla
disponibilità a pagare teorica dei viaggiatori, se non nella tratta
Milano-Bologna. Lo studio non calcola il valore dei biglietti alta velocità
venduti, bensì quello del tempo risparmiato dai passeggeri rispetto a treni più
lenti. Del resto quando si pianifica un'infrastruttura non si può che fare
così: serve un'idea della domanda potenziale del nuovo servizio per capire se
l'investimento torna sul piano economico, che equivale a capire, riuscendo a
dare un valore economico a tutte le variabili rilevanti, se l'investimento ha
senso dal punto di vista del benessere collettivo tout court.
Allora: per dare un
valore al tempo si possono intervistare le persone: "Quanto mi daresti in
cambio di arrivare prima?". Oppure si può considerare il costo
opportunità, cioè il reddito che un uso del tempo alternativo allo stare in
treno produrrebbe. Reddito da lavoro. Nell'ipotesi che se uno è in
treno non lavora.
E qui, fermiamoci un attimo. Che il tempo in viaggio sia tempo perso in termini di lavoro è un'ipotesi molto forte. Probabilmente nel lavoro intellettuale è sempre meno così: le persone possono maturare e comunicare le loro decisioni anche in un treno, soprattutto se su quel treno funziona internet e l'ambiente è abbastanza confortevole. In altri termini: potrebbe essere più rilevante la compatibilità di un viaggio a un'attività di lavoro con pc o telefono, rispetto a un risparmio sul tempo di percorrenza. Per esempio io sarei disposto a metterci mezz'ora in più tra Milano e Roma a pari prezzo se internet e il mio telefonino a bordo funzionassero senza inconvenienti.
Addirittura mi spingerei a sostenere, come ho già scritto, ma in un romanzo, che l'idea stessa che i manager debbano spostarsi con mezzi molto veloci è anacronistica. Perché nell'era dell'informazione istantanea e delle videoconferenze è ben più importante che un decisore abbia modo di pensare, piuttosto che faccia presenza fisica in tutte le riunioni.
Questo non toglie che
spostarsi, evadere da un posto verso l'altro, possa essere un bisogno
connaturato in noi. Come il bisogno di interazione con gli altri. Al limite, se
avessi la ragionevole aspettativa che a bordo di un intercity è probabile
incontrare persone interessanti, potrei preferirlo all'alta velocità. Di nuovo,
quindi, è verosimile che per molte categorie di viaggiatori sia più utile spostarsi
confortevolmente e in modo affidabile, piuttosto che lucrare un po' di tempo.
La prossima volta tornerò in binari più economici, sempre sul tema
alta velocità ferroviaria.
Link utili:
- Puntata successiva: https://derrickenergia.blogspot.com/2013/02/d151-mobilita-ferroviaria-ad-alta.html
- Tutte le puntate di Derrick sulla TAV:
http://derrickenergia.blogspot.com/search/label/TAV - Derrick 150 su Radio Radicale: http://www.radioradicale.it/scheda/373324/derrick
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