martedì 21 maggio 2013

D161 - La guerra dei sussidi - Parte 2


L'ultima volta parlavamo della guerra dei sussidi nell'energia.
Quelli alle fonti rinnovabili, soprattutto al fotovoltaico, hanno avuto successo nell'indurre un boom di produzione superiore alle aspettative ma adesso costano cari, e hanno messo fuori mercato alcune delle centrali elettriche tradizionali che ora chiedono anch'esse aiuti. Anche i consumatori energivori dal canto loro chiedono e ottengono sconti sul conto a loro carico dei sussidi, in Italia e Germania.

Le novità questa settimana sono che la Grecia ha deciso una riduzione retroattiva dei sussidi al fotovoltaico di oltre il 40% (ma con differenze a seconda dei tipi di impianto) per gli impianti più recenti.

È accettabile cambiare le carte in tavola in questo modo?
Di certo significa modificare le prospettive di ritorno di un investimento rispetto a quando l'investimento è stato deciso. Ma se cambiare in questo modo è tabù, dovrebbero esserlo anche, per esempio, tutte le riforme fiscali che si applicano alle aziende esistenti che avrebbero potuto confidare sul sistema di tassazione vigente in passato.
Altra novità interessante è una presa di posizione del CEER, il council dei regolatori energetici europei, che riguardo ai sussidi a determinate fonti d'energia scrive che occorre stare attenti agli effetti che questi hanno sui funzionamenti del mercato nel suo complesso. I sussidi infatti non solo generano distorsioni tra una tecnologia e l'altra, in parte desiderabili in parte impreviste, ma possono anche danneggiare la funzionalità del mercato e compromettere l'adeguatezza di capacità di produzione elettrica. Che è, fuori dal gergo tecnico, la disponibilità di sufficiente potenziale di generazione elettrica per rendere il sistema sicuro in ogni condizione ragionevolmente possibile.

Non credo che al CEER ascoltino Derrick, ma si tratta di una conferma della mia conclusione di martedì scorso: i sussidi hanno effetti a catena, tendono a produrre effetti collaterali per curare i quali si invocano altri sussidi, fino a compromettere ciò che c'è di buono in un mercato efficiente.
Questi effetti negativi di natura economica naturalmente riguardano tutti i sussidi. Ricorderanno gli ascoltatori che in passato abbiamo trattato anche di quelli alle fonti fossili, che dalla loro non hanno nemmeno la motivazione ambientale.

Tornando al solare, altro aggiornamento della settimana è un articolo sul Sole 24 ore del 16 maggio di Rita Fatiguso, che aggiorna sui crescenti problemi di Suntech, grande produttore cinese di pannelli fotovoltaici messo in ginocchio dal calo degli ordini legato alle prospettive di minori sussidi futuri, di crescente protezionismo da Europa e America, e da guai interni all'azienda.
Ebbene: il lato buono di importare pannelli dalla Cina potrebbe essere che almeno i relativi sussidi per crisi industriale sono pagati in loco. Battutaccia.

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