lunedì 9 novembre 2020

Quando il NIMBY diventa razionale (Puntate 460-1 in onda il 10-17/11/20)

Le antenne di via Poerio a Roma come sono oggi
Puntata 460

Nella retorica tecno-ottimista, che si contrappone a quella della diffidenza bloccante rispetto alla tecnologia, la sindrome NIMBY (cioè il non volere insediamenti tecnologici vicini) è associata a ignoranza, luddismo, paura ingiustificata.

Racconto qui un episodio che mi riguarda e che a mio avviso mostra come il NIMBY non sia così irrazionale se i controlli pubblici sono difficili da ottenere.

Nel tetto di un palazzo in uso a religiosi (più precisamente sulla cuspide della copertura su colonne di un meraviglioso terrazzo panoramico) a una cinquantina di metri da casa mia, a Roma, c’è una grande stazione di antenne per cellulari, con apparecchi di vari operatori.

Io, che ho investito in un rilevatore dell’intensità delle microonde non professionale ma testato e ben funzionante, naturalmente ho verificato la potenza del campo elettromagnetico che arriva da me, osservando valori alti e in certi momenti superiori al limite di legge (cosa che non mi è mai capitata nelle vicinanze di molte altre antenne dove ho fatto la stessa prova).

Il dubbio che ci fosse una potenza eccessiva mi era già venuto osservando interferenze insolite su amplificatori e altri apparecchi elettrici, simili a quelle di quando si tiene un telefonino troppo vicino. Strana anche la presenza in casa mia di correnti indotte anche in sezioni aperte dell’impianto elettrico.

Cosa faccio? All’inizio del 2018 provo a usare i contatti pubblici dell’Arpa Lazio (l’agenzia di controllo che fa capo al Ministero dell’ambiente) che trovo sul web, ma non riesco a ottenere nulla, magari per insufficiente mia determinazione (ma non dovrebbe essere facile?).

Poi, molto tristemente, mi muovo all’italiana e tramite un contatto di lavoro arrivo a un dirigente di una delle compagnie che utilizzano le antenne, il quale in modo del tutto irrituale fa venire da me una squadra di monitoraggio privata. Che riscontra valori eccessivi (impossibile non notare la malcelata reazione di sorpresa dei tecnici) e, pur minimizzando in mille modi la questione, immediatamente abbassa la potenza delle proprie antenne, cosa confermata anche dal mio rilevatore.

Per un po’ va tutto bene. O meglio: la potenza è sempre insolitamente alta (parere datomi da vari esperti), ma sotto i limiti di legge.

Poi qualche mese più tardi torno da una vacanza e trovo la sorpresa: nuove antenne aggiunte al sito. Estraggo il mio misuratore e, indovinate un po’, la potenza è tornata a livelli preoccupanti, peggiori di quelli iniziali. Allora chiamo sempre lo stesso contatto, che mi assicura che la sua azienda non ha rialzato la propria potenza e mi suggerisce un nominativo di Arpa Lazio, cui scrivo una mail.

Qualche tempo dopo ricevo la telefonata di un tecnico di Arpa Lazio che mi dice che sarebbe venuto a fare i rilievi. Una telefonata talmente attesa che ricordo benissimo dove mi trovavo e come mi sentii sollevato. Di lì ad alcune settimane avvengono i primi rilievi di Arpa sia sul mio terrazzo sia su un altro dello stesso stabile.

Non molto dopo, la persona di Arpa che è venuta a farli ci dice che i livelli riscontrati sono al limite di legge e richiedono analisi più approfondite.

Da allora (è passato quasi un anno e mezzo), malgrado le cortesi risposte alle mie mail non è successo più nulla. Il mio contatto in Arpa mi spiega che il Covid ha bloccato o quasi le uscite delle squadre, ma a dire il vero non era più successo nulla nemmeno per i 6-7 mesi precedenti alla pandemia né durante l'estate di tregua.

La paura degli insediamenti tecnologici sarebbe irrazionale se un cittadino si potesse sentire sicuro dei controlli, senza i quali le leggi servono a poco.


Puntata 461

Ringrazio gli ascoltatori che hanno interagito dopo la scorsa puntata.

L’accesso efficace per il cittadino alle informazioni disponibili sui dati di salubrità ambientale potrebbe essere un ottimo metodo per sentirsi sicuri e per fare scelte consapevoli.

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, questi dati ci sono grazie a stazioni fisse di monitoraggio in punti critici, normalmente disponibili sui siti delle Arpa regionali (le agenzie di controllo ambientale del Ministero dell’Ambiente), mentre riguardo all’inquinamento elettromagnetico le rilevazioni di norma vengono fatte con apparecchi mobili al momento del collaudo di nuovi impianti o quando sorgano dubbi o su richiesta dei cittadini. Anche se, come abbiamo visto, almeno nella mia esperienza e in quella degli ascoltatori con cui ho interagito fino a ora, non è facile ottenere controlli almeno nel Lazio.

Ci sono alcuni casi in cui i siti web della Arpa pubblicano dati utili e significativi, per esempio quello di Arpa Friuli Venezia Giulia, dove si trova una mappa interattiva (link sotto) che mostra gli esiti di tutte le rilevazioni fatte sul territorio regionale negli ultimi 10 anni in prossimità di siti rilevanti, e in cui si vede che le uniche misurazioni di valori di intensità prossima o superiore ai limiti che la legge prevede per aree abitualmente abitate sono in zone montane a bassa o nulla intensità abitativa.

Perché una mappa del genere non è disponibile per tutta Italia? Qual è il senso di una devoluzione regionale che finisce per assicurare diversi livelli di informazione (se non di sicurezza) sulla base dell’efficacia delle singole agenzie?

Più in generale, e questo è forse il punto di caduta rilevante di questo miniciclo di Derrick che magari val la pena riassumere, la trasparenza e l’efficacia dei controlli sono strumenti di quel patto Stato-cittadini che può rendere questi ultimi fiduciosi riguardo a insediamenti tecnologici.

Ci diciamo di continuo quant’è importante la rivoluzione digitale. Spesso sentiamo i tecno-ottimisti (al cui novero mi ascrivo) ridicolizzare le paure del 5G. E infatti queste paure sarebbero ridicole se i controlli fossero facili da ottenere e verificare.

Se io lavorassi per un’azienda telefonica forse promuoverei un programma con tutti i concorrenti e con lo Stato per facilitare controlli e trasparenza, e quindi l’accettazione degli impianti da parte del pubblico. Da cittadino, preferirei ancora di più uno Stato che di questa collaborazione non ha nemmeno bisogno. Nessun settore economico o mercato in un’economia moderna può funzionare in modo efficiente senza controlli affidabili. Il ruolo delle agenzie pubbliche di settore non appartiene, secondo me, a una visione dirigista dello Stato nell’economia, ma a una semplice divisione dei ruoli tra chi fa il business e chi assicura la sufficiente informazione e il rispetto delle norme.


Link


Aiuta Derrick!

Per favore compila questo questionario se sei a conoscenza di casi simili: https://forms.gle/zD9H7yXFiXvHNdq68

4 commenti:

  1. Molto divertente il blog di oggi. I Radicali/Comunisti supportano questo Gobierno che ripaga abbondantemente donando decine di Milioni di Euro per il fantomatico Servizio Pubblico. Poi, un bel giorno, el Gobierno [sempre dalla parte dei Potenti] consente di installare antenne/forno sui tetti delle case della povera gente. Et voila', Derrick diventa fascista; chiedendo "controlli". Legge e Ordine. Siete ridicoli. Avete voluto la bicicletta? e adesso arrostite. Saluti dall'estero. viaprenestina246@gmail.com

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  2. Il tema è: tutti quelli che non sono in grado di fare le tue sennate valutazioni (99%) che possono fare? Tenersi le onde elettromagnetiche e stare muti, salvo pagare poi in termine di salute propria e della propria famiglia... TEMA DA APPROFONDIRE!!!

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    1. Grazie. Il mio obiettivo è proprio cercare di approfondire e sensibilizzare sul fatto che i cittadini possono stare tranquilli solo dove i controlli ci sono e sono trasparenti. Su questo sito presto una pagina permanente sul tema.

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