Mesi fa il ministero dello Sviluppo Economico ha messo in
consultazione un documento di Strategia Energetica Nazionale, d'ora in poi: SEN.
L'8 marzo scorso un
decreto interministeriale di Sviluppo Economico e Minambiente ha approvato la
sua versione finale, disponibile sul sito del ministero.
In questa e altre puntate
di Derrick proverò a ricordare gli aspetti fondamentali della Strategia e a
metterne in luce le modifiche rispetto alla bozza iniziale.
Gli obiettivi della
politica energetica auspicata dal governo sono la sostenibilità ambientale, la
sicurezza degli approvvigionamenti, la riduzione della bolletta energetica e la
crescita economica. Che richiedono secondo il Governo 7 capitoli di interventi:
1. Efficienza energetica
2. Mercato competitivo del gas e Hub
sud-europeo
3. Sviluppo sostenibile delle energie
rinnovabili
4. Sviluppo delle infrastrutture e del
mercato elettrico
5. Ristrutturazione della raffinazione e
della rete di distribuzione dei carburanti
6. Produzione sostenibile di idrocarburi
nazionali
7. Modernizzazione del
sistema di governance
Ecco qualche commento sui
punti più discussi.
Sul mercato del gas, la
SEN ridimensiona ma mantiene l'impostazione della bozza. Se è vero che i
consumi calano in modo notevole, è ancora vero, scrive, che manca un po' di
capacità di punta. Cosa vuol dire? Vuol dire che in casi sfavorevoli per clima
e per riempimento degli stoccaggi, quindi tipicamente a inverno inoltrato, può
succedere che il sistema gas italiano sia temporaneamente non in grado di far
fronte alla domanda, pur essendo la capacità di importazione annua di gas di
gran lunga ridondante rispetto ai consumi nazionali. Per questo il Governo
ritiene sensato garantire a un ulteriore rigassificatore (cioè un impianto in
cui attraccano le navi metaniere e il loro metano liquido viene rigassificato)
oltre a quelli esistenti e in costruzione, un ritorno certo dell'investimento,
pagato nelle nostre bollette. Questo rigassificatore dovrebbe avere capacità
doppia (o dovrebbero essere due) se non andasse a buon fine la costruzione di
almeno uno dei nuovi metanodotti di importazione già progettati con logica
merchant, cioè con rischi economici in capo agli investitori e uso parzialmente
privato della capacità.
Riguardo allo sviluppo
delle fonti d'energia rinnovabile, che la SEN auspica sia
"sostenibile", il documento evidenzia l'elevatezza dei costi degli
incentivi alle fonti rinnovabili elettriche (con una punta nel prossimo futuro
di circa 12 miliardi all'anno) e la necessità di responsabilizzazione di queste
fonti riguardo ai costi di sbilanciamento che impongono al sistema. E annuncia
la fine dei sussidi per nuovi impianti, in particolare fotovoltaici, a fronte
dell'avvicinarsi della cosiddetta "grid parity", cioè la capacità di
queste fonti di competere senza aiuti con quelle tradizionali.
Su questo capitolo,
insieme a quello sullo sviluppo della produzione petrolifera nazionale, le
associazioni ambientaliste si dicono compatte nell'annunciare guerra alla SEN.
Nella prossima puntata continuerà l'analisi della Strategia Energetica Nazionale.
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