La settimana scorsa abbiamo parlato di tendenze nel settore
elettrico, oggi ci concentriamo sul gas, sfruttando in particolare due articoli
degli scorsi giorni di una delle giornaliste italiane più specializzate nel
settore petrolio e gas, Sissi Bellomo del Sole 24 Ore.
Il traghetto Chioggia-Venezia fotografato da Derrick nel gennaio 2018 |
Dunque: una notizia riguarda
l’Europa e l’area di produzione di gas naturale di Groningen, nel nord dell’Olanda,
dove le autorità locali hanno imposto una nuova importante riduzione dell’estrazione
dal giacimento. Il motivo, e ricorderete che a Derrick ne abbiamo parlato, per esempio qui, è
che si ritiene che l’attività estrattiva abbia causato e possa nuovamente causare
fenomeni sismici nella zona. La conseguenza della riduzione è il venir meno di
un contributo rilevante della produzione europea, già in calo per fisiologico
progressivo esaurimento dell’area del mare del Nord, con una maggiore
dipendenza dalle importazioni dalla Russia, in particolare per i paesi del
Nord. L’Italia come sappiamo ha rispetto a questi il vantaggio di essere
interconnessa anche con le fonti algerina e libica, anch’esse peraltro non
prive di problemi, e di avere in costruzione il gasdotto TAP per collegarsi
alla produzione azera attraverso la Turchia.
L’altra notizia è
americana e riguarda Boston, in un cui terminal di rigassificazione è arrivata
per la prima volta una metaniera con gas russo partito da un porto europeo. Ma
come? Non ci siamo detti un sacco di volte che gli USA si stanno anzi
attrezzando per esportarlo il gas? Vero, ma il gas trasportato in forma liquida
via nave ha il vantaggio di poter andare dove decide di volta in volta il
mercato, rispondendo a necessità locali temporanee dovute per esempio a
temperature rigide come quelle viste recentemente nella costa nordorientale
degli USA. Il senso della filiera tecnologica del gas naturale liquefatto è
soprattutto questo: benché abbia maggiori costi di trasporto rispetto a quello
via tubo, si affranca dalle rotte obbligate, e permette a paesi che sono sia
forti produttori che forti consumatori, come gli USA, di flessibilizzare il
proprio sistema in alternativa agli stoccaggi geologici, cioè serbatoi naturali
in grado di fare da polmone rispetto alla fluttuazione della domanda.
Link utili:
Puntata di Derrick: coltivazione di idrocarburi e terremoti: http://derrickenergia.blogspot.it/2014/04/coltivazione-di-idrocarburi-e-terremoti.html
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Puntata di Derrick: coltivazione di idrocarburi e terremoti: http://derrickenergia.blogspot.it/2014/04/coltivazione-di-idrocarburi-e-terremoti.html
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