Sono stato il 17 aprile 2019 alla
presentazione a Roma del rapporto Mobilitaria 2019 a cura di Kyoto Club e CNR, un
prezioso volume che raccoglie i principali dati sugli inquinanti dell’aria in
molte città italiane.
Già la prefazione di Francesco Ferrante, vicepresidente
del Kyoto Club, dà alcuni dati di sintesi: l’Italia è il secondo paese d’Europa
in cui si muore di più per le polveri sottilissime (PM2,5 – 60mila morti
all’anno stimate dall’agenzia europea per l’ambiente) e il primo per quelle da
biossido di azoto (20mila). Numeri non meno che catastrofici. La tendenza nel
biennio 2017-2018 però è generalmente in miglioramento, reso possibile
soprattutto dal miglioramento del parco auto e caldaie visto che le politiche
di controllo del traffico sono ancora timide.
Restano gli sforamenti
dei limiti di legge sui livelli medi di biossido di azoto a Milano, Roma e
Torino e delle concentrazioni di punta di PM10 soprattutto a Torino, Milano, Venezia,
Cagliari, Napoli.
L’Italia infatti, come a
Derrick abbiamo già visto, è stata deferita alla Corte di Giustizia europea per
non aver risolto il problema, né averlo per ora affrontato con un piano considerato
sufficiente dall’UE.
Milano |
Mi permetto qui un
commento: se sui cambiamenti climatici il disimpegno passa spesso per inquietanti
forme di negazionismo, sul rischio, certificato anch’esso, di morire di
inquinamento nelle città italiane, in particolare in quelle più ricche, l’atteggiamento
più comune mi pare sia la semplice rimozione. Dei cittadini ancora prima che
delle istituzioni. Che importano le morti premature rispetto alla sacra salvaguardia
dell’abitudine alle code nel traffico privato? In fondo è così da decenni. Impressionanti
i dati che mostrano a Roma, dopo un periodo di calo, un nuovo aumento del
numero di auto private pro-capite. (Qui l’osservazione standard è che è colpa
del trasporto pubblico che non funziona. Ma se il trasporto pubblico arranca
non è solo per l’evidente incapacità dell’amministrazione pubblica romana di
farlo funzionare, ma anche per l’impraticabilità delle strade bloccate da auto
e scooter privati). Un cortocircuito che a me sembra anzitutto culturale.
Peccato abbia effetti così drammaticamente concreti.
Iniziative utili delle
amministrazioni pubbliche, citate nel rapporto Mobilitaria, per fortuna ci sono,
tra cui un progetto di mobilità sostenibile urbana del Ministero dell’Ambiente
del 2017, un finanziamento della finanziaria 2017 per nuovi autobus confermato
dal nuovo Governo, la nuova defiscalizzazione degli abbonamenti bus
(finanziaria 2018), il piano industriale delle Ferrovie 2017-2021 per il
trasporto regionale. Aperta poi proprio in questi giorni una consultazione
sulla mobilità sostenibile sul sito del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti,
cui seguiranno tavoli di lavoro a cui Derrick ha chiesto di partecipare.
Per la mobilità in bici,
sono arrivati 550 milioni pubblici nel triennio 2015-2018.
A proposito: chi scrive, mentre questa puntata va in online e in onda, sta tentando un viaggio in bicicletta, con 3
amici sicuramente più allenati di lui, da Amsterdam a Milano. Spero di poterne
trarre elementi per un reportage qui, se torno intero. Anticiperò qualche
notizia e foto sul mio account Twitter: micgovernatori.
Link utili:
- Informazioni sulla presentazione di Mobilitaria 2019 e testo integrale del rapporto:
https://www.kyotoclub.org/documentazione/rapporti-documenti/2019-apr-17/mobilitaria-2019-le-presentazioni-dei-relatori-e-i-documenti-della-presentazione/docId=8854 - Altra puntata di Derrick sull'infrazione UE all'Italia per sforamento limiti inquinamento urbano:
http://derrickenergia.blogspot.com/2017/02/ue-su-ambiente-rischio-dinfrazione-per.html - La pagina delle consultazioni pubbliche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti:
http://consultazioni.mit.gov.it/
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