Molto prima che lo
diventasse nell’agenda politica, il tema del rapporto tra fisco ed ecologia era
come sapete nella prima pagina di questa rubrica, dove abbiamo recentemente
anche analizzato i dati aggiornati del Governo sui sussidi dannosi
all’ambiente.
Una famiglia di questi sussidi riguarda il trattamento fiscale
delle auto aziendali.
Cosa s’intende per auto
aziendali? S’intendono auto di solito noleggiate a lungo termine da aziende che
le mettono a disposizione dei dipendenti anche per uso personale, che è il caso
su cui ci focalizziamo ora. In pratica, l’auto è un tipico benefit di quadri e
dirigenti aziendali, e l’interesse a usare questa forma (come altre) di
retribuzione in natura deriva da un trattamento fiscale favorevole rispetto a
una remunerazione in denaro che permetta di acquistare gli stessi servizi sul
mercato. Infatti l’azienda paga sulle auto aziendali a uso promiscuo
un’IVA agevolata e deduce dalle imposte d’impresa il 70% del canone, mentre il
dipendente ci paga sì le tasse sul reddito, ma calcolate su un forfait del 30%
del costo convenzionale del benefit su 15.000 km/anno.
Questo sistema fa sì che
per il dipendente il benefit valga tanto più quanto più usa a scopo personale
l’auto. Il che lo incentiva a preferirla ad altri mezzi.
Ecco forse perché quando
prendo il passante ferroviario di Milano, che pure è un caso esemplare di
infrastruttura di trasporto urbano e interurbano ad alta capacità, vedo così
pochi manager tra i passeggeri.
Andrea Zatti, docente di Politiche Pubbliche e Ambiente dell'Università degli Studi di
Pavia e Presidente della Fondazione Romagnosi-Scuola di governo Locale,
analizza il tema in un capitolo del suo libro Verso una riallocazione verde dei
bilanci pubblici, Pavia University Press, disponibile gratuitamente in versione
elettronica al link sotto.
Sentiamo (e vediamo) direttamente Zatti:
C’è un altro punto sulla compatibilità
ambientale dell’uso delle auto per lavoro, che riguarda la ricarica dei veicoli
elettrici. Se oggi io faccio una trasferta per lavoro, il committente mi
rimborsa il carburante. Ma che succede se uso un’auto elettrica ricaricata nel mio
box? Se non posso documentare la spesa di ricarica, mi conviene usare un’auto
non elettrica. Questo aspetto si lega ad altre questioni un po’ critiche che riguardano
la tariffazione e la fatturazione dell’elettricità per ricarica. Arriveremo
anche lì. Intanto, grazie ad Andrea Zatti dell’università di Pavia.
Link utili:
- A. Zatti, Verso una riallocazione verde dei bilanci pubblici, Pavia University Press: http://www.paviauniversitypress.it/catalogo/verso-una-riallocazione-verde-dei-bilanci-pubblici/513
- Puntata di Derrick sulla seconda edizione del catalogo dei sussidi ambientalmente rilevanti del Ministero dell'Ambiente: http://derrickenergia.blogspot.com/2019/07/seconda-edizione-catalogo-minambiente.html
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