Derrick torna proprio mentre Michele Governatori, cioè io, è
rientrato dalla quindicesima conferenza
globale sulla tassazione ambientale, promossa dall’università danese di Aarhus e
dove perlopiù accademici e rappresentanti istituzionali di tutto il mondo hanno
discusso contributi sul tema.
Allora provo a raccogliere in questa e nelle prossime
puntate alcuni degli spunti più interessanti.
Qual è per ora uno degli esempi di maggior successo di
carbon tax al mondo? Quello dello stato canadese della British Columbia, presentato
alla conferenza da Thomas F. Pedersen dell’Università di Victoria.
Alla fine degli anni Novanta in British Columbia un
parassita del pino locale distrusse 700 milioni di metri cubi di foresta,
importante per l’economia della zona, in un’area estesa come 4 danimarche.
Secondo il parere di esperti la proliferazione del parassita si doveva anche alla
minor frequenza di inverni abbastanza rigidi (almeno 35° sotto zero) da poterlo
decimare.
Questo episodio contribuì a convincere il governo regionale che
il riscaldamento fosse un problema, e soprattutto a passare all’azione per
contrastarlo.
Ma può la British Columbia da sola combattere il
riscaldamento globale? No, visto che appunto è una questione globale e richiede
politiche globali. Ma è anche vero che qui come in altre questioni – per
esempio la rinuncia agli armamenti nucleari – azioni di per sé non risolutive
perché unilaterali e per questo potenzialmente pericolose per chi le fa,
possono innescare una svolta politica multilaterale.
Ma un successo locale la carbon tax applicata dal 2008 in British
Columbia l’ha avuto, visto che ha portato a riduzioni di consumi di combustibili
fossili nettamente maggiori di quelle del resto del Canada (e quindi,
riscaldamento a parte, con un impatto locale positivo sulla salubrità dell’aria).
Ci sono poi gli aspetti distributivi. La tassa – che è stata
crescente nel tempo fino a 30$ canadesi (oltre 20 Euro) per T di CO2 – ha alimentato
fino all’ultimo centesimo del ricavato una riduzione delle imposte sul reddito
su persone e aziende, il che è stato fatto, nel caso delle persone, abbassando
le aliquote più basse e prevedendo un credito fiscale per gli incapienti.
Vi viene in mente qualche collegamento riguardo a possibili
fonti di rifinanziamento del bonus fiscale italiano di 80 euro?
Nessun commento:
Posta un commento