domenica 2 giugno 2019

Alitalia in bolletta? (Puntate 381 e 399 in onda il 18/12/18 e 4/6/19)

Con la questione “Alitalia in bolletta” la scorsa settimana è stata una di quelle rare volte in cui temi relativamente tecnici che questa rubrica racconta sono finiti nel circuito dell’informazione generalista.
Il Governo, come aveva già tentato alla fine del 2018 e come Derrick aveva documentato già allora (testo della puntata qui sotto), ha inserito in una norma in fase di discussione in Parlamento (il cosiddetto decreto “crescita” da convertire in legge) un espediente che gli permetterebbe di trovare i soldi per coprire la mancata restituzione del prestito pubblico ad Alitalia.
Come gli ascoltatori di Derrick sanno, le bollette elettriche, anche quelle del cosiddetto mercato libero, cioè con offerte scelte al di fuori di quelle standard regolate dall’Autorità per l’Energia, hanno componenti principalmente di quattro tipi:
  1. Quelle che riguardano i costi variabili della generazione elettrica.
  2. Altre che riguardano l’infrastruttura elettrica che serve a portare quell’energia fino al consumatore e a misurarla.
  3. Altre ancora che hanno una natura parafiscale, cioè fini redistributivi perlopiù di due tipi: uno per sussidiare le fonti rinnovabili, l’efficienza, la ricerca, un altro per sussidiare alcune categorie di clienti (un'operazione del tutto criticabile a parere di Derrick, anche perché disincentiva la stessa efficienza per cui vengono elargiti altri incentivi).
  4. Le imposte vere e proprie.

Il funzionamento della parte amministrata di una bolletta così complessa, i cui parametri variano nel tempo, richiede anche una sorta di “polmone” che permette a chi ne gestisce le partite di avere un margine per poter erogare denaro a chi ne ha diritto anche quando la raccolta non segue lo stesso andamento (perché magari legata a tempi di aggiornamento differenti). Questo “polmone” si chiama Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA) ed è gestita dal Governo su regole dell’Autorità dell’Energia. Essa opera i conguagli delle bollette e quindi ha e deve avere un attivo di liquidità adeguato.

A questa liquidità il Governo ha deciso nuovamente di attingere per mantenere il prestito ad Alitalia, un’azienda di mercato a cui auguro lunghissima vita sulle proprie gambe e grazie alla propria capacità competitiva, ma che non c’è motivo per cui venga protetta da soldi pubblici, visto che non eroga servizi che non siano erogabili da altre aziende, tra l’altro potenzialmente con gli stessi cespiti e lo stesso personale. (Su cosa succede quando una compagnia aerea fallisce c’è una specifica puntata di Derrick - link sotto).

Qual è l’effetto di far pagare a CSEA il prestito? L’effetto è che il sistema delle bollette diventa creditore di Alitalia e quindi a subire il rischio di un’insolvenza per lo stesso importo, e che il sistema dei conguagli deve sostenere maggiori costi finanziari per ricostituire il margine di liquidità. Rischi e costi che in ultima analisi finiscono per pagare tutti i clienti elettrici.

Perché una soluzione del genere da parte del Governo? Io mi do questa spiegazione: se quella delle bollette è parafiscalità e non fiscalità vera e propria, il Governo pensa forse che sia un “paraiuto” di Stato o che sia un “paradebito” in capo ai cittadini quel che sta cercando di fare, e pensa quindi che si possano così eludere sia i vincoli sulla disciplina degli aiuti di Stato, sia quelli sul bilancio pubblico. A logica, non è così. Sentenze della Corte di Giustizia dell'UE su temi simili hanno già stabilito che l’uso delle componenti regolate delle bollette non può eludere le norme generali sugli aiuti pubblici alle aziende.



Puntata 381 del 18/12/18

Utili e angoscianti le parole di Draghi che inaugurando il 15 dicembre 2018 l’anno accademico della scuola superiore Sant’Anna di Pisa ha ricordato come la spesa pubblica in particolare degli anni ’80 pesi su chi oggi e nei prossimi decenni pagherà le tasse e fruirà di meno welfare.

Scalinata all'Avana
fotografata da Derrick nel 2017
Oggi che il debito è alle stelle, spostare i costi ulteriormente in avanti è meno fattibile. Anche per questo qualunque trucco per fare nuovo debito pubblico in modo creativo e non monitorato è allettante. Anni fa la tecnica fu la vendita alle banche da parte di amministrazioni locali e centrale di derivati sui tassi d’interesse che permettevano un introito istantaneo a fronte di un rischio pubblico sui tassi futuri, ma poi – anche se a danno ormai fatto - per fortuna le regole dei bilanci sono diventate più attente a questi aspetti.

Gli ascoltatori di Derrick sanno che il mondo delle bollette soprattutto elettriche ha componenti che riguardano politiche legate non sempre direttamente al mondo dell’energia e che invece afferiscono alla cosiddetta politica industriale o al welfare.

Le bollette possono anche essere usate per fare debito nascosto. Per esempio, un’autorità dell’energia che decide di congelare aumenti tariffari legati a condizioni di mercato sta di fatto accendendo un debito a carico delle bollette future per evitare un aumento di quelle presenti. Un’operazione finanziaria certamente dubbia, perché sfugge a qualunque regola di controllo sul debito pubblico pur trattandosi di parafiscalità, ma pur sempre un’operazione all’interno del mondo delle partite regolate per legge attraverso le bollette.

Ma può succedere, e ogni tanto succede, anche una cosa molto più inquietante e arbitraria: che liquidità presente nel sistema dei conguagli delle bollette sia forzosamente sottratta per coprire poste del sistema fiscale vero e proprio.
E qui arriviamo al caso d’attualità: un articolo apparso su Quotidiano Energia il 13 dicembre 2018 racconta che la bozza del DL “semplificazioni” approvato dal Consiglio dei Ministri prevede che il rimborso del prestito ponte da 900 milioni più interessi ad Alitalia sia coperto da un versamento da parte della Csea a favore del conto corrente di tesoreria centrale. La Csea, appunto, è la cassa che fa i conguagli delle partite parafiscali (e anche altre) delle bollette.
Ora. Se i più smaliziati degli ascoltatori di Derrick già temono – salvo provvido intervento dell’Antitrust – di pagare il salvataggio pubblico di Alitalia anche con biglietti del treno più alti vista la costituzione di un quasi monopolista pubblico dei trasporti via terra e aria, scommetto che pochi immaginavano il rischio di pagarlo anche in bolletta.


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