domenica 10 novembre 2019

Inquinamento da plastica e plastic tax (Puntata 416 in onda il 12/11/19)

Nella prima settimana di novembre 2019 si è svolto come al solito alla fiera di Rimini Ecomondo, l’esposizione e congresso sui temi e le tecnologie dell’ambiente e delle energie rinnovabili e sostenibili.
A margine del salone sono stato invitato a un convegno da Manuela Fabbri presidente di Basta Plastica in Mare, un’associazione riminese costituita nel 2018 per sensibilizzare e agire contro l’inquinamento marino dalle plastiche, che ormai sono, riferisce Fabbri, più abbondanti del pesce nelle reti dei pescatori, e che in parte provengono dagli allevamenti di cozze della zona i quali usano reti in parte poi disperse.

La bozza di legge di bilancio 2020 comprende alcuni interventi di modifica fiscale a fini di disincentivo di attività dannose all’ambiente, tra cui revisioni di accise per la generazione elettrica e sui carburanti per trasporti commerciali, riduzione dello sconto fiscale sulle auto benefit aziendali e una cosiddetta plastic tax. Queste innovazioni hanno suscitato mi pare la protesta indiscriminata di tutte le forze dell’opposizione, anche quelle che in altri frangenti avevano preconizzato misure simili.

La proposta di plastic tax, oggetto di questa puntata, occupa l’articolo 74 della bozza di legge di bilancio e prevede un’imposta al consumo e alla produzione di manufatti finiti di plastica a singolo impiego non riciclati. Essa introduce anche una parallela imposta sull’import degli stessi prodotti, per evitare una mera delocalizzazione di attività toccate dalla nuova tassa.
Ho chiesto a Enzo Favoino, esperto in materia e relatore al convegno di Basta Plastica in Mare a Rimini, un inquadramento della situazione e un parere sulla bozza di plastic tax. Favoino è tra le altre cose docente alla Scuola Agraria del Parco di Monza e coordinatore scientifico di Zero Waste Europe. Sentiamolo ai microfoni di Derrick:




Grazie dunque a Enzo Favoino e a Manuela Fabbri per questa puntata.


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