domenica 3 novembre 2019

I numeri del cambiamento climatico (Puntata 415 in onda il 5/11/19)

I dati di questa puntata sono raccolti in una presentazione (link sotto) di Enzo Di Giulioche ringrazio, economista specializzato in energia e ambiente membro tra le altre cose del comitato scientifico di Rivista Energia (link sotto).

Ci sono misurazioni storiche accurate della temperatura e della concentrazione di CO2 da ben prima dell’umanità moderna? Ci sono statistiche sulla frequenza di eventi atmosferici estremi, sulla dimensione dei ghiacci terrestri e sul livello dei mari?
Sì, e si tratta di dati certi.
Incendi in Siberia

La concentrazione in atmosfera di CO2, il più comune dei gas responsabili dell’effetto-serra, è oggi circa il 30% più alta del massimo storico di circa 300 mila anni fa. Tale concentrazione aveva fluttuato fino a inizio ‘900 tra circa 150 (in particolare durante le glaciazioni) e 300 parti per milione. Poi, il valore è schizzato in alto con un’ulteriore accelerazione nel secondo dopoguerra, e oggi supera 400. Tutti sappiamo che la combustione di fonti fossili di energia, che libera CO2, ha caratterizzato le economie sviluppate a partire dalla prima rivoluzione industriale.

Le anomalie di temperatura in aumento rispetto alle medie di lungo periodo, visibili in un celebre planisfero animato sul sito della NASA linkato sotto, iniziano alla fine dell’Ottocento e diventano poi sempre più intense con picchi in questi ultimi anni.
Se questi dati sono incontrovertibili, i legami di interdipendenza tra le grandezze coinvolte vengono stimati con modelli basati su varie discipline scientifiche, modelli che servono anche a ipotizzare gli effetti futuri di possibili scenari di incremento della CO2, i quali dipendono a loro volta dalle politiche per contenere le emissioni e dallo sviluppo tecnologico (di nuovo: dimensioni interdipendenti).
Le relazioni tra le variabili non sono necessariamente lineari e potrebbero risentire di effetti di second’ordine (per esempio l’aumento di incendi dovuti a caldo e siccità libera ulteriore CO2 in atmosfera).

Riguardo al legame tra emissioni di gas-serra legate all’attività umana e aumento delle temperature, una recente rassegna della letteratura scientifica in materia (Carlton, 2015) osserva che il 97% dei paper scientifici avvalora tale correlazione.
Mentre la minoranza di lavori scientifici con conclusioni diverse sulla causa umana del riscaldamento non è la stessa cosa di una minoranza di opinioni politiche o credenze religiose. Se infatti in tutti i casi le posizioni di minoranza possono essere utili allo sviluppo umano, il legislatore e gli amministratori pubblici hanno bisogno di indicazioni per attuare nel modo più efficace le politiche o anche solo le finalità di massima (come la sicurezza e la tutela dell’ambiente) cui sono stati delegati dai cittadini. Che lo facciano basandosi sulle conoscenze scientifiche più consolidate del momento è loro dovere, e non si può certo tacciarli per questo di tecnocrazia o parzialità, o addirittura di “catastrofismo”, come va ora di moda tra i negazionisti climatici, come se fosse una questione di costume e non di analisi.

Se sto male non cerco il medico meno catastrofista, cerco il più esperto e competente. E se devo curarmi non ho l’obiettivo di dare ai medici l’opportunità di sondare tecniche operatorie di nicchia per motivi di pluralismo (questo lo fa l’accademia): voglio che venga adottata su di me la tecnica su cui c’è il maggior consenso scientifico, e questo vuole lo Stato che finanzia il sistema sanitario.


Link utili:

1 commento:

  1. si, quando si scopre qualcosa di nuovo, quasi tutti la pensano ancora come prima.
    qui, https://www.swpc.noaa.gov/impacts/space-weather-impacts-climate, la co2 è messa al secondo posto.
    Inoltre sembra che il trend di aumento temperatura sia in diminuzione da 5 anni ormai. Durerà?
    Non mi sento un catastrofista, sono già alla seconda auto elettrica: sono un entusiasta, ma con le antenne ben attente a nuovi sussurri.
    Ciao

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