I dati di questa puntata sono raccolti in una presentazione (link sotto) di Enzo Di Giulio, che ringrazio, economista specializzato in energia e ambiente membro tra le altre cose del comitato scientifico di Rivista Energia (link sotto).
Link utili:
Ci sono misurazioni
storiche accurate della temperatura e della concentrazione di CO2 da ben prima dell’umanità
moderna? Ci sono statistiche sulla frequenza di eventi atmosferici estremi,
sulla dimensione dei ghiacci terrestri e sul livello dei mari?
La concentrazione in
atmosfera di CO2, il più comune dei gas responsabili dell’effetto-serra, è oggi
circa il 30% più alta del massimo storico di circa 300 mila anni fa. Tale
concentrazione aveva fluttuato fino a inizio ‘900 tra circa 150 (in particolare
durante le glaciazioni) e 300 parti per milione. Poi, il valore è schizzato in
alto con un’ulteriore accelerazione nel secondo dopoguerra, e oggi supera 400.
Tutti sappiamo che la combustione di fonti fossili di energia, che libera CO2, ha
caratterizzato le economie sviluppate a partire dalla prima rivoluzione
industriale.
Le anomalie di
temperatura in aumento rispetto alle medie di lungo periodo, visibili in un
celebre planisfero animato sul sito della NASA linkato sotto, iniziano alla fine dell’Ottocento e diventano poi sempre più intense
con picchi in questi ultimi anni.
Se questi dati sono
incontrovertibili, i legami di interdipendenza tra le grandezze coinvolte vengono
stimati con modelli basati su varie discipline scientifiche, modelli che
servono anche a ipotizzare gli effetti futuri di possibili scenari di
incremento della CO2, i quali dipendono a loro volta dalle politiche per
contenere le emissioni e dallo sviluppo tecnologico (di nuovo: dimensioni
interdipendenti).
Le relazioni tra le
variabili non sono necessariamente lineari e potrebbero risentire di effetti di
second’ordine (per esempio l’aumento di incendi dovuti a caldo e siccità libera
ulteriore CO2 in atmosfera).
Riguardo al legame tra
emissioni di gas-serra legate all’attività umana e aumento delle temperature, una
recente rassegna della letteratura scientifica in materia (Carlton, 2015) osserva
che il 97% dei paper scientifici avvalora tale correlazione.
Mentre la minoranza di
lavori scientifici con conclusioni diverse sulla causa umana del riscaldamento
non è la stessa cosa di una minoranza di opinioni politiche o credenze
religiose. Se infatti in tutti i casi le posizioni di minoranza possono essere
utili allo sviluppo umano, il legislatore e gli amministratori pubblici hanno
bisogno di indicazioni per attuare nel modo più efficace le politiche o anche
solo le finalità di massima (come la sicurezza e la tutela dell’ambiente) cui
sono stati delegati dai cittadini. Che lo facciano basandosi sulle conoscenze
scientifiche più consolidate del momento è loro dovere, e non si può certo tacciarli
per questo di tecnocrazia o parzialità, o addirittura di “catastrofismo”, come
va ora di moda tra i negazionisti climatici, come se fosse una questione di
costume e non di analisi.
Se sto male non cerco il
medico meno catastrofista, cerco il più esperto e competente. E se devo curarmi
non ho l’obiettivo di dare ai medici l’opportunità di sondare tecniche
operatorie di nicchia per motivi di pluralismo (questo lo fa l’accademia): voglio
che venga adottata su di me la tecnica su cui c’è il maggior consenso scientifico,
e questo vuole lo Stato che finanzia il sistema sanitario.
Link utili:
- Slide di Enzo Di Giulio: https://drive.google.com/open?id=1XBXGOAEfw3_VfUub8hlT66zHoKNsuuFH
- Informazioni e grafici sui trend di temperatura nel globo (NASA): https://climate.nasa.gov/vital-signs/global-temperature/
- Il blog della rivista Energia: https://www.rivistaenergia.it/
- Puntate di Derrick sui cambiamenti climatici:
http://derrickenergia.blogspot.com/search?q=cambiamenti+climatici
si, quando si scopre qualcosa di nuovo, quasi tutti la pensano ancora come prima.
RispondiEliminaqui, https://www.swpc.noaa.gov/impacts/space-weather-impacts-climate, la co2 è messa al secondo posto.
Inoltre sembra che il trend di aumento temperatura sia in diminuzione da 5 anni ormai. Durerà?
Non mi sento un catastrofista, sono già alla seconda auto elettrica: sono un entusiasta, ma con le antenne ben attente a nuovi sussurri.
Ciao