Un articolo di Luca Tabasso su Quotidiano Energia del 28
settembre 2023 (link sotto), ricostruisce in modo sia
chiaro sia dettagliato gli eventi e le inchieste successive.
Una linea elettrica tra Svizzera e Italia gestita
dall’operatore svizzero stava funzionando a piena capacità e il suo
riscaldamento provocò un aumento della lunghezza dei cavi tale da farne venire
in contatto uno con un albero. La dispersione conseguente mise fuori servizio
la linea, costringendo quell’energia a passare in altre, che a loro volta si
sovraccaricarono e andarono fuori servizio. Dopo poco l’Italia era isolata
dall’Europa centrale da cui stava importando quasi un terzo del fabbisogno.
Secondo la ricostruzione italiana e dell’allora associazione
europea dei gestori delle reti elettriche, l’operatore svizzero non comunicò in
modo appropriato l’incidente e il gestore italiano per questo non reagì
abbastanza in fretta. Nel frattempo, alcune centrali elettriche in Italia,
anziché incrementare la potenza com’erano tenute a fare per contrastare il calo
di frequenza, si staccarono dalla rete per evitare danni. A quel punto non
c’era più niente da fare: i carichi di consumo erano troppo alti rispetto alla
produzione, e l’intera macchina si fermò.
Com’è cambiato il nostro sistema elettrico da allora?
Molto. Oggi la capacità di produzione elettrica italiana è
decisamente ridondante rispetto alla domanda, e la magliatura delle reti
italiana ed Europea più fitta, tantoché non molto tempo fa un incidente nella
rete dei Balcani simile a quello che innescò il disastro del 2003 è stato
contrastato con successo da maggiore produzione elettrica nell’Europa
occidentale.
La crescente integrazione internazionale delle reti stride
con gli afflati autarchici che ogni tanto si sentono anche sull’energia. Se è
vero che le fonti rinnovabili ci stanno emancipando da quelle fossili, è anche
vero che i sistemi elettrici sicuri sono quelli che possono contare su tante
risorse possibilmente complementari, e non dipendere solo dall’equilibrio tra disponibilità
di energia e consumi in un’area limitata. I grandi serbatoi idroelettrici delle
Alpi, il solare nel sud dell’Italia e l’eolico nel mare del nord, per esempio,
possono fornire sicurezza energetica purché siano interconnessi e quindi in
grado di supportarsi a vicenda.
Link
- Quando l'Italia rimase al buio, di Luca Tabasso:
https://www.quotidianoenergia.it/module/news/page/entry/id/496251 - Le puntate di Derrick in cui si parla di blackout in ordine anticronologico:
http://derrickenergia.blogspot.com/search?q=blackout
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