Lo scorso
13 dicembre un attesissimo consiglio dei ministri ha licenziato dopo una
consultazione pubblica il decreto legge “destinazione Italia”, e altre misure con
impatti in molti settori, tra cui energia, assicurazioni, editoria. Mi
concentrerò sull’ultima area: gli sconti fiscali sull’acquisto di libri.
Un’infografica
del Ministero dello sviluppo usa lo slogan “la cultura ti fa risparmiare” per
motivare l’introduzione di una detrazione d’imposta al 19% sugli acquisti in
libri per massimo mille euro all’anno su testi scolastici e universitari e
altrettanto sugli altri testi, con un budget complessivo di 50 milioni.
Mentre preparo
questa puntata, un giorno e mezzo dopo la riunione dei ministri, non è ancora
pubblicato il testo delle misure come uscite dal consiglio, cosa che mi fa
addirittura immaginare che il Governo possa rimetter mano ai dettagli delle
norme prima di mandarle in Parlamento. Mi baso quindi sui comunicati stampa ufficiali
e su quanto hanno riferito i giornali.
Che la
detraibilità dei libri sia un aiuto direttamente finalizzato alla diffusione
della cultura è smentito già da una prima analisi di come funziona la norma, e
dallo stesso ministro Zanonato in un’intervista ad Alessandro Barbera su La
Stampa di domenica.
L’aiuto è alle librerie e ai distributori, non alla lettura. Infatti sono esclusi i libri elettronici, gli ebook. Con il paradosso che se per le scuole è stata stanziata nel DL 104/2013 una piccola somma per l’approvvigionamento di supporti per i libri elettronici (ringrazio Alessandro Fusacchia per l’informazione), gli studenti sono invece incentivati con questa norma a riempire gli zaini con volumi cartacei.
L’aiuto è alle librerie e ai distributori, non alla lettura. Infatti sono esclusi i libri elettronici, gli ebook. Con il paradosso che se per le scuole è stata stanziata nel DL 104/2013 una piccola somma per l’approvvigionamento di supporti per i libri elettronici (ringrazio Alessandro Fusacchia per l’informazione), gli studenti sono invece incentivati con questa norma a riempire gli zaini con volumi cartacei.
Altra
clamorosa incoerenza riguarda la cosiddetta agenda digitale. Come si concilia
la strategia di digitalizzare il Paese con il negare il contributo a chi
vivendo in piccoli centri accede alla cultura grazie alla rete e ai testi in
formato elettronico?
Ancora: le
detrazioni fiscali sono un metodo classico per disincentivare l’economia
sommersa o illegale. Nel caso degli ebook è un problema la tutela del diritto
economico d’autore, che viene danneggiato dal download illegale di libri. Ma l’acquisto di ebook con questa norma sarà artificiosamente scoraggiato.
Infine: che
tipo di lettore beneficerà degli sconti fiscali? Secondo l’Istat chi legge almeno un
libro non scolastico all'anno è la metà degli italiani, mentre sono pochi, ma importanti
per il fatturato del settore, i lettori forti.
Il tetto massimo di 2000 € a
soggetto su cui applicare la detrazione permette sconti su almeno un centinaio
di libri all’anno, abbastanza per i lettori forti. Se ipotizziamo che i lettori
occasionali non diventeranno di colpo lettori medi, stiamo dicendo che il
budget dell’operazione potrà essere fatto fuori da soli 25000 lettori forti.
Pur con una
somma complessiva limitata, un tetto massimo individuale più basso avrebbe
potuto far acquistare i circa 17 milioni di libri scontati (ipotizzando un
prezzo di 15 € l’uno) a una platea più vasta, contribuendo, seppur di poco, all’avvicinamento
alla lettura.
E siccome la norma non è fatta a caso, questo dimostra ulteriormente che l’obiettivo
è dare soldi alla filiera soprattutto della distribuzione del libro, non
aumentare il numero di lettori.
Ma non
sarebbe meglio, anziché fingere di preoccuparsi dei consumatori, e in realtà elargire
mance a un settore economico o a un altro, darla alle buste paga, la mancia?
Non sarebbe più rispettoso dei contribuenti e della loro autodeterminazione?
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