Derrick si
è già più volte occupato di sussidi pubblici e politica industriale caricati
sul comparto energetico e operati attraverso la parte regolata delle bollette. Anzi,
il termine “parafscalità” delle bollette – da quel che so io, ma prometto come
sempre di rettificare qui se mi viene data evidenza contraria – è stato
inaugurato in un convegno radicale sul tema nell’aprile 2012, aperto da Emma
Bonino e dal presidente dell’Autorità per l’Energia Guido Bortoni.
Ora di
parafiscalità delle bollette parla anche la stampa generalista. Per esempio Stefano
Agnoli sul Corriere del 28 dicembre scorso ha scritto che “è inaccettabile
usare la bolletta energetica per fare politica economica e fiscale”. Bolletta che
è sempre più carica, scrive Agnoli, di “paratasse”.
E sul tema c’è anche qualche novità. Due dal fronte della Commissione Europea. Che ha:
- annunciato un’investigazione sul sistema inglese di supporto al nuovo impianto nucleare di Hinkley Point, che potrebbe rivelarsi distorsivo della concorrenza visto che sottrarrebbe la centrale al rischio di mercato;
- aperto formalmente una procedura di infrazione contro il Governo
tedesco a causa degli sconti ai consumatori industriali energivori che in
Germania, come in Italia, pagano solo in
piccola parte i costi dei sussidi alle fonti rinnovabili sostenuti invece dagli
altri consumatori di energia, ricevendo quindi un aiuto di natura parafiscale.
Attenzione
però: non è detto che la Commissione tenga in futuro la barra dritta in questo
atteggiamento di tutela di una concorrenza non distorta. Presto parlerò qui
delle nuove linee-guida dell’UE sugli aiuti di Stato che in realtà si
preannunciano piuttosto cerchiobottiste sul tema aiuti industriali attraverso
le bollette.
Intanto, il
parafisco energetico per finanziare sconti ad alcune aziende in Italia aumenta.
Dal 2014 la spesa elettrica di una famiglia sarà caricata di una nuova
componente proprio per questo, che vale l’1,6% della spesa totale (anche se l’aumento
trimestrale della bolletta è più basso grazie alla riduzione di altre
componenti, come chiarisce un utile articolo nel blog di Assoelettrica).
A voi va
bene pagare 7 euro in più all’anno per aiutare le aziende energivore del solo
comparto manifatturiero? A me no. Sarà che sono spilorcio, o che credo che l’unico
vantaggio che gli energivori dovrebbero avere in bolletta è quello che deriva
da un maggior peso negoziale sul mercato rispetto ai fornitori. Il discorso continuerà
presto in questo spazio.
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