La settimana scorsa i consumi di elettricità in Italia sono stati
il 5% più bassi che nella stessa settimana del 2013, scrive Energy Advisor.
E
aggiunge che ci sono motivi contingenti, come il clima eccezionalmente caldo, che
non bastano però a spiegare un calo così forte. Antonio Sileo su Agi
Energia riporta dati del CNR secondo cui la temperatura dello scorso
gennaio è stata di 2,1
gradi più alta della media del periodo dal 1971 al 2000, terzo in classifica
tra i gennaio più caldi dal 1800 ad oggi.
Il che ha di certo
un ruolo nel motivare il -11% dei consumi di gas naturale del gennaio 2014
rispetto al gennaio 2013, che già aveva segnato un calo notevole rispetto
all’anno prima. Nel 2013, complessivamente, i consumi di gas sono scesi sotto i
70 miliardi di metri cubi, un livello inferiore al 2002, scrive sempre Sileo.
Luigi
De Francisci di Terna, ancora su AgiEnergia, commenta i dati 2013 dei
consumi elettrici: 3,4% sotto al livello del 2012.
La relativa stabilità del
rapporto tra PIL e consumi energetici, dice De Francisci, sta venendo meno. E
in effetti, se guardiamo al 2013, i dati ISTAT registrano una riduzione del PIL
su base annua dell’1,9%, riduzione ben inferiore a quella dei consumi elettrici,
per non parlare dei consumi di gas, calati nel 2013 di ben il 6,4%.
E
stiamo tralasciando i consumi di altre fonti di energia, come i combustibili
per autotrazione.
Dobbiamo
preoccuparci?
Sicuramente
si stanno preoccupando i produttori e fornitori di energia. Ma una riduzione
del rapporto tra PIL e energia usata è un risultato coerente con anni di
investimenti e politiche di efficienza energetica da un lato, e con crisi e delocalizzazioni industriali nei settori
tradizionali dall’altro.
Potrebbe essere un cambiamento strutturale.
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