Si è aperta con un convegno lo scorso mercoledì 21 maggio
2014 a Roma presso lo spazio Europa della rappresentanza italiana della
Commissione Europea la campagna di Radicali Italiani e Legambiente #MenoInquinoMenoPago, "basta incentivi al consumo di ambiente", i cui dettagli sono sul sito radicali.it.
Il pomeriggio di lavori è coinciso con la presentazione di
un documento
dove i promotori passano in rassegna alcuni degli incentivi al depauperamento
delle risorse ambientali che si trovano in Italia nella fiscalità, nelle
bollette dell’energia e nelle regole di accesso all’uso di risorse ambientali. E propongono di cancellarli per usare gli stessi soldi in riduzione delle tasse sul reddito e in investimenti all'innovazione e alla tutela dell'ambiente.
Alcuni esempi: nelle accise sui combustibili la Ragioneria dello Stato prevede quest’anno
5,7 miliardi di Euro di esenzioni, di cui circa 4 a vantaggio del trasporto, in
particolare quello aereo e quello pesante su strada. Nelle bollette elettriche
ci sono ancora sussidi (ma con tendenza alla riduzione) alle fonti fossili e
sussidi incrociati a favore dei grandi consumatori e di quelli energivori, in
contraddizione con la Strategia Energetica Nazionale che mette al primo posto
l’efficienza energetica. Per l’accesso a discariche, materiali di cava, acque
minerali, spiagge, ci sono condizioni economiche disuguali, scarsamente competitive e
generalmente troppo incentivanti all’uso.
Ma le imposte ambientali (classificate dall’Istat secondo
criteri che qui non ho spazio qui di approfondire) in Italia sono troppe o poche nel
complesso?
Sono in linea con la media UE, ha mostrato al convegno Duccio
Bianchi di Ambiente Italia, ma in diminuzione, in particolare le accise sui
combustibili, perfino al netto della riduzione del loro consumo.
E queste imposte sono adeguate rispetto alle stime di
esternalità, cioè al valore economico dei danni ambientali causati? (Anche qui,
è chiaro che questa valutazione è complessa, ma esistono criteri consolidati
per molti aspetti). Secondo Andrea Molocchi di ECBA project le imposte ambientali
in Italia complessivamente pesano poco meno delle esternalità, ma sono
distribuite in modo molto iniquo. In ordine decrescente di danni ambientali,
l’industria manifatturiera (ma con casi a credito e debito al suo interno),
l’energia, l’acqua e i rifiuti sono a forte debito tra quante esternalità
causano e quanto pagano. (Indipendentemente da quale punto della filiera sia
inizialmente toccato dall’imposta ambientale).
Non ho tempo almeno ora, ma cercherò di recuperare, di
riportare spunti dagli interventi degli esperti Aldo Ravazzi e Giuseppe Artizzu
e dei politici Ermete Realacci, Gianni Girotto, Giovanni Paglia, Francesco
Ferrante.
Ma su Radio Radicale si possono riascoltare
tutti.
Intanto, avete ascoltato questa puntata di Derrick? Ne avete
opinioni? Scrivetelo a ioascolto@radioradicale.it , grazie.
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