martedì 15 gennaio 2013

D145 - La decrescita dell'energia


Parlare di decrescita fino a qualche tempo fa significava schierarsi in un modo o nell'altro riguardo ad auspici per il futuro. Adesso, nell'energia italiana, significa parlare dello stato delle cose. I dati di Terna, il gestore della rete di trasmissione elettrica, ci dicono che i consumi di elettricità nel 2012 in Italia sono calati del 2,8% tornando ai livelli del 2004 con 325 TWh di richiesta. Il dato è ancora più netto se si tiene conto che il 2012 aveva un giorno lavorativo in più, e i cali più forti di Sardegna e Nord Ovest descrivono i minori consumi principalmente del settore manifatturiero.

Riguardo al gas non c'è ancora il dato di dicembre, ma nei primi 11 mesi del 2012 in Italia si è consumato il 4,7% in meno rispetto a un anno prima secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, malgrado il picco di freddo eccezionale dello scorso febbraio che portò a predisporre le procedure della cosiddetta "emergenza gas".

Dato ancora più forte è quello dei carburanti di origine petrolifera, calati nel 2012 secondo i dati preconsuntivi dell'Unione Petrolifera di circa il 10% rispetto all'anno prima.

Si consuma meno energia per la crisi economica, e perché iniziano a pagare gli investimenti in efficienza. E in questo contesto, c'è un aspetto un po' inquietante, che ha tutta l'aria di un circolo vizioso. Se si riduce così tanto l'imponibile delle accise sull'energia, lo Stato anche solo per mantenerne il gettito deve aumentare le aliquote. Nel caso di elettricità e gas, questo effetto riguarda non solo le accise, ma anche gli oneri di sistema delle bollette, che sono costi fissi spalmati sui sempre minori consumi.

Se è vero dunque che da più parti, compresa la Banca d'Italia, si ritiene che le accise siano una componente fiscale più virtuosa di altre, è anche vero che è un bel problema la loro sostenibilità con i consumi in calo. Calo che, d'altra parte, è anche un effetto virtuoso del principio "chi inquina paga" che sempre più l'impostazione europea attribuisce a questo tipo di tasse. Un tipo di tasse, quindi, che quando ottiene di modificare i comportamenti, ha bisogno di essere sostituito da un'altra tassa.

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