“È colpa delle lobby".
"L’hanno voluto le lobby.”
Frasi comuni,
almeno da noi, nei commenti a decisioni politiche su qualunque cosa.
Frasi che
a volte nelle intenzioni di chi le dice dovrebbero essere sufficienti a
squalificare l’oggetto del commento.
Ricordate quando su Derrick abbiamo parlato dell’accezione
popolare negativa della parola “speculazione”? Con la parola “lobby” succede una cosa simile,
e credo per le stesse ragioni. Le lobby esistono perché qualcuno ha interessi (nel caso che mi interessa ora: interessi economici) in un settore riguardo al quale vengono prese decisioni pubbliche. E
per qualche motivo, il fatto che questi interessi abbiano natura economica, li
squalifica agli occhi di molti.
Io credo che questa percezione abbia a che vedere con la paura, o la
stigmatizzazione, del profitto e della competizione per le risorse.
Per qualche
strano motivo, se uno vuole qualcosa, questo è più accettabile, per il senso comune, se è un qualcosa non riconducibile al denaro. Ma è un’impostazione
sbagliata in termini razionali, perché il denaro in un’economia di mercato è anche
il modo di confrontare l’importanza di cose diverse.
Pensateci: è un controsenso dire che gli interessi che
meritano tutela solo quelli senza valore economico. Anzi è disastroso,
perché apre la strada o agli interessi economici sì, ma nascosti, oppure a
obiettivi per i quali nessuno è disposto a spendere un Euro.
Nascondere o non regolamentare l’attività delle lobby sulla
politica e in particolare sul legislatore è una forma di proibizionismo che
toglie trasparenza ai lobbisti (che per esempio devono entrare in Parlamento
qualificandosi in qualche altro modo) e ai politici (che devono gestire
informalmente le pressioni che ricevono).
Nel Parlamento Europeo c’è un registro di lobbisti, persone
registrate come tali e che quindi hanno un tesserino per accedere agli uffici.
In Italia non è così, anche se questa legislatura inizialmente aveva provato a
regolare il lavoro dei lobbisti all’interno delle istituzioni della politica.
Ne parleremo anche nella prossima puntata, con un ospite che
di lavoro fa proprio (vergogna) il lobbista: Giovanni Galgano.
Se avete ascoltato questa puntata alla radio, volete farlo sapere o
fare commenti, scrivete a ioascolto@radioradicale.it.
Grazie.
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