Vediamo se qualcuno degli ascoltatori di Derrick si ricorda di una cosa che io leggevo già mi pare alla fine degli anni Ottanta in qualche periodico, forse Quattroruote. Era un apparecchio basato su tecnologia di comunicazione radio fatto per essere installato in macchina, simile a un Telepass ma non era un telepass: era un lettore di segnali in arrivo da postazioni fisse o mobili sulla strada per avvertire di pericoli dovuti a contingenze o alla conformazione della strada. Mi pare di ricordare che fosse un progetto che coinvolgeva ANAS o ACI, o entrambi. Si vide la pubblicità per qualche tempo, poi prevedibilmente scomparve: la cosa era troppo avanti e richiedeva un livello minimo di diffusione dell’infrastruttura per essere appetibile all’utente privato, ma quella stessa infrastruttura era difficile che si sviluppasse senza l’interesse dei clienti della scatolina. Un classico circolo vizioso che accompagna spesso l’introduzione di nuovi standard o infrastrutture.
Autostrada ad Abu Dhabi (foto Derrick) |
Di conseguenza un filone importante degli investimenti nella guida autonomia si è spostato verso la mappatura di estremo dettaglio delle strade, servizio che si sta configurando come una vera e propria infrastruttura di interesse pubblico complementare alle strade stesse.
Uno dei settori più interessanti del piano di ripresa e
resilienza mi sembra siano proprio i trasporti, suddivisi tra almeno due dei
capitoli (detti ”missioni”) del Piano, il secondo (“Rivoluzione verde e
transizione ecologica”) e naturalmente il terzo (infrastrutture per una mobilità
sostenibile), in cui è evidente la quasi dicotomia (o più ottimisticamente
complementarietà) tra aspirazione a collegamenti veloci tra hub e ramificazione
locale dei trasporti.
Per un Paese come il nostro, di borghi che per quanto sempre
meno popolati sono sede imprescindibile di bellezza, cultura e attrazione – e dopo
il covid forse hanno anche qualche prospettiva di un ripopolamento residenziale
da parte delle classi produttive oggi urbane – credo le nuove tecnologie dei
trasporti e quindi le nuove forme di trasporto pubblico, saranno decisive.
Difficilmente per motivi di costi un treno potrà mai
arrivare in un borgo rinascimentale collinare di 2000 anime. E gli autobus di
linea difficilmente possono passare più di un paio di volte al giorno in ognuno
degli innumerevoli borghi meno vicini al capoluogo di interconnessione
ferroviaria. È verosimile quindi che la soluzione siano forme di uso condiviso
di veicoli in grado di spostarsi da soli a seconda delle richieste degli
utilizzatori e adatti a funzionare in modo collettivo. Una sorta di car sharing
in pool e senza conducente, navette collettive interurbane flessibili che rispondano
alle chiamate degli utenti accorpandoli contemperando efficienza e tempi di
attesa, che possa costare poco in totale rispetto alle linee di bus e che
magari riceva per questo contributi pubblici nel momento in cui vi si sostituisca.
Anche a questo servirà l’infrastruttura per la guida autonoma.
Link:
- Tutte le puntate di Derrick sul trasporto pubblico locale: http://derrickenergia.blogspot.com/search/label/Trasporto%20pubblico%20locale
- Le "camminate impossibili" di Derrick:
http://derrickenergia.blogspot.com/search/label/Camminate%20%28im%29possibili
Nessun commento:
Posta un commento