domenica 10 marzo 2024

Progetti complessi (Puntata 614 del 12/3/24 e in replica il 2/4/24)

Andrea Cavalleroni di Cittadini Sostenibili mi ha parlato di un libro che ho trovato molto interessante, ed è stato così gentile di farlo anche per Derrick:

Il libro è “How big things get done” di Bent Flyvbjerg, che potremmo tradurre liberamente in italiano in “Come portare a termine con successo un mega-progetto”.

Flyvbjerg, professore a Oxford, è stato il primo al mondo a creare un database di tutti i grandi progetti costati più di un miliardo di dollari per analizzarne i costi e i tempi di costruzione. Negli anni, Flyvbjerg e il suo team di ricerca hanno raccolto i dati di oltre 16.000 progetti costruiti in oltre 136 paesi.

Dall’Empire State Building alla Sydney Opera House, passando per lo studio di registrazione commissionato da Jimi Hendrix e una normale ristrutturazione di una cucina domestica, il libro racconta vari casi-studio anche di piccoli progetti per raccontare con storie reali i fattori che portano a un progetto di successo. Il risultato più sorprendente è che solo un mega-progetto su 200 (quindi lo 0,5%) rispetta i costi, i tempi e i benefici promessi a priori.

Dopo decenni di ricerca e consulenze su tali progetti, l’autore ci porta alcuni messaggi chiave:

  • È importante avere chiari tutti i dettagli chiave del progetto finale prima di partire con i lavori per evitare al minimo gli imprevisti (quindi pianificare prima per evitare modifiche durante la costruzione)
  • Se possibile bisogna chiamare una squadra che abbia già esperienza in quel campo
  • Bisogna creare il budget sulla base di progetti analoghi e non solamente sulle stime dei costi di costruzione (perché questi non riescono a prevedere gli imprevisti più diffusi)
  • Modularità

Mi soffermo sull’ultimo punto. I mega-progetti che sforano di meno il budget previsto sono i progetti modulari (l’autore usa l’analogia con i mattoncini Lego), che quindi si possono ingrandire e scalare a piacimento.

Infatti il podio dei progetti che sforano meno il budget per via della loro modularità e scalabilità è composto da:

  • Impianti per produzione di energia solare (1% di sforamento medio)
  • Infrastrutture per la trasmissione dell'energia (8%)
  • Impianti di produzione di energia eolica (13% di sforamento medio del budget)

Invece le tre categorie che più sforano i budget perché non modulari, ma grandi progetti unici nel loro genere sono:

  • Stoccaggio di scorie nucleari (238% di sforamento medio)
  • Infrastrutture per le olimpiadi (157% di sforamento medio)
  • Centrali nucleari (120% di sforamento medio del budget)

Questi i dati più interessanti del libro “How big things get done” di Bent Flyvbjerg, per il momento disponibile solo in inglese, un libro che consiglio a tutte le persone interessate al project management e a quali sono i fattori chiave per un progetto di successo.

Grazie Andrea Cavalleroni. Molto energetici i progetti che ci ha portato ad esempio, e non resisto ad alcuni commenti: se è vero che la posa di impianti fotovoltaici o eolici è relativamente senza sorprese, almeno in Italia non lo è la loro autorizzazione, perlomeno quando parliamo di impianti di grosse dimensioni come è quasi sempre per l’eolico. E lo stesso vale per opere di trasmissione d’energia, se è vero che Terna chiede di farsi approvare cavi sottomarini fuori costa molto più costosi di elettrodotti aerei anche per interconnettere diversi punti del continente, proprio per evitare le lungaggini autorizzative.

Sul nucleare, il libro alza una palla ai cosiddetti SMR, i reattori modulari, che come abbiamo visto in altre puntate (e magari vedremo di nuovo) promettono di risolvere molte delle grane legate alla costruzione in situ dell’impianto. Non, però, altre forse ancora più rilevanti.

Infine, ho deciso di rinnovare la cucina. Vi farò sapere, anzi scriverò a Flyvbjerg, quali imprevisti falcidieranno il progetto.


Link

Questa puntata si può ascoltare anche qui: https://youtu.be/YHtzgfUJAlQ



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