lunedì 21 dicembre 2020

La concorrenza spazzata via dal nuovo statalismo (Puntata 466 in onda il 22/12/20)

Un tempio a Nara (copyright Derrick)
Ringrazio gli ascoltatori di Derrick che attraverso la mail derrick.energia@gmail.com mi mandano commenti e testimonianze sui temi trattati qui.

Il caso delle commissioni forzose per pagare i servizi della pubblica amministrazione con Pago PA anche nei casi in cui prima si potevano evitare continua a interessare gli ascoltatori. Ringrazio in particolare Ugo Gentilini, di Subiaco, in provincia di Roma, che dettagliatamente mi ha raccontato la fine della possibilità per lui di pagare le mense scolastiche
senza commissioni con Satispay. Dopo un periodo di blackout della possibilità di usare il suo intermediario, in era post Pago PA Gentilini ha ritrovato sì questa opzione ma con una commissione di 50 centesimi, non poco visto che si applica nel suo caso a una bolletta di circa 20 euro.

Abbiamo già visto che anche la app Io, che si propone come portale pubblico per i pagamenti con le PA da dispositivi mobili, applica commissioni per pagare tributi (un euro per la Tari di Roma dove la App utilizza come intermediario le Poste per i pagamenti con Visa, almeno nel mio caso). Si sta insomma chiarendo quello che qui abbiamo detto già quasi tre mesi fa: Pago PA di fatto si comporta come facilitatore di un cartello che stabilisce il livello generalizzato di una tariffa per una transazione (il pagamento di servizi o imposte pubbliche) che in precedenza era in molti casi gratuita.

Abbiamo visto che l’Antitrust si è pronunciata contro questo monopolio di fatto, e speriamo in evoluzioni positive.

Sempre l’Antitrust pochi giorni fa ha denunciato l’illegittimità del prolungamento dell'affidamento ad Areti (società del Comune di Roma) del servizio di illuminazione pubblica per la città, deliberato dal Comune all’ultimo momento prima della scadenza di una concessione che finisce con il 2020 e che anch’essa era stata illegittimamente attribuita senza gara (link sotto alla segnalazione). Attribuzioni di monopoli senza forme di concorrenza, oltre a essere contro la legge, fanno male alle bollette e all’innovazione, argomenta l’Antitrust.

Ma non è affatto facile sostenere le ragioni della concorrenza in una fase in cui per i cittadini e le aziende le decisioni del Governo sono ben più decisive nel breve periodo rispetto al lento lavoro di concorrenza e innovazione. Oggi per esempio il costo percepito di una bici, di un’auto, i ricavi di un’azienda o di un professionista sono in molti casi più legati a ristori, a bonus o a decisioni di regolazione di quanto dipendano da fattori industriali o dalle capacità di essere un buon consumatore o fornitore.

Come Andrea Giuricin e Carlo Stagnaro hanno ricordato in un video di commento al piano industriale della nuova Alitalia (link sotto), e come qui a Derrick abbiamo trattato più volte, anche le tariffe dell’energia dipendono sempre più da fattori come il salvataggio di Alitalia che dall’efficienza di chi l’energia la rende disponibile, o di quella del mercato in cui opera.

Ma quando, speriamo presto, e comunque inevitabilmente, sarà di nuovo più evidente il legame tra costi e qualità di beni e servizi da un lato e le capacità di fare le cose bene e in modo efficiente dall'altro, e ci arriverà purtroppo il conto dei debiti che stiamo accumulando, non aver difeso la concorrenza con le sue conseguenze di efficienza innovazione e selezione virtuosa tra operatori potrebbe farci ritrovare molto più poveri di ciò che ora percepiamo.


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