Queste puntate riprendono un mio articolo uscito sul Riformista del 3 ottobre 2020 che ha innescato una vastissima discussione soprattutto su Twitter, la quale mi ha aiutato ad avere un quadro più completo.
Le nuove istruzioni di pagamento TARI sul sito di AMA Roma (5/10/2020) |
Ma con l’ultimo avviso di pagamento il Comune di Roma mi comunica
che d’ora in poi posso pagare la Tari solo nell’ambito del circuito “Pago PA”.
Per capirne di più mi collego al sito ufficiale omonimo e leggo
che le amministrazioni pubbliche sono ora obbligate a utilizzare per i
pagamenti i servizi del consorzio CBI (customer to business interaction), quello
che appare nei portali delle banche come sistema “Cbill”. Che permette
un’identificazione univoca delle comunicazioni di debito e un loro pagamento su
varie piattaforme, dalle ricevitorie ai siti delle banche, spesso con una
commissione alta: quasi 2 Euro nel mio caso (online tramite la mia banca).
Unica eccezione ammessa a questo circuito dal comune di Roma è il vecchio
boll
ettino postale anch’esso a pagamento (ben 1,5 € di commissione anche per importi
bassi).
Il sito di “Pago PA” afferma che il sistema serve a far
risparmiare alle pubbliche amministrazioni semplificando loro la riscossione,
ma ignora, anche nelle “FAQ”, che lo fa a spese dei cittadini. Ignora anche,
almeno fino al 4 ottobre 2020, data del mio ultimo controllo, che l’inizio
dell’obbligo per le amministrazioni pubbliche di servirsi di questo apparato è
stato rinviato al 2021 dalla legge “Semplificazioni” della scorsa estate.
Questo mi rende ancora più indigesto quel che scrive (almeno mentre preparo questo articolo) il sito dell’Ama (l’azienda dei rifiuti del Comune di Roma):
Per il pagamento della tassa sui rifiuti non sarà più possibile l’addebito diretto della bolletta (RID – SEPA). Gli utenti che utilizzano la domiciliazione bancaria sono invitati dunque a dare comunicazione di disdetta dell’addebito alla propria banca.
In altre parole: Ama rinuncia alla forma di pagamento di
solito più ambita da qualunque esercente: l’addebito bancario diretto, quello
che semplifica l’esazione e garantisce l’ingresso puntuale dei soldi. Mi fa
notare su Twitter l’esperto Stefano Quintarelli, che ringrazio, che la legge,
se è vero che istituirà l’obbligo di ricorso al consorzio CBI, non impedisce
alle amministrazioni di accettare anche altri mezzi di pagamento. Quello del
Comune di Roma, e di moltissime altre amministrazioni in Italia, sembra quindi
un eccesso di zelo costoso per i cittadini. Mi sono stati però segnalati anche altri casi in cui le amministrazioni continuano
ad ammettere pagamenti con mezzi diversi da quelli del quasi monopolio ex lege dei
“PSP”, come li chiama il sito “Pago PA”: i prestatori di servizi di pagamento
consorziati.
Al mio articolo ha poi fatto seguito uno di Enrico D’Elia su
lavoce.info il 9 ottobre 2020 (link sotto).
Articolo che non cita né il Riformista né Derrick ma che ne riprende gli
argomenti e le conclusioni, aggiungendo informazioni interessanti. Ne riporto
stralci:
Chi […] utilizzava l’addebito diretto a costo zero sul proprio conto corrente [oppure il pagamento diretto presso le tesorerie o gli uffici dell’amministrazione – aggiungo io] si è visto precludere questo canale e ora si trova a pagare, oltre al dovuto, anche gli oneri di riscossione che prima erano sostenuti implicitamente dalla PA. Come se non bastasse, la piattaforma PagoPa non prevede ancora un addebito automatico, che pure è contemplato dalla Psd2 [una direttiva europea sui pagamenti digitali], con il rischio di ritardi sanzionati da more e penali. Il nuovo sistema sembra dunque penalizzare i contribuenti più fedeli e puntuali e, tra questi, proprio quelli tenuti a pagamenti più modesti perché hanno reddito, consumi e patrimonio minori. L’aggravio complessivo per i contribuenti sarà di poco meno di 40 milioni di euro l’anno, pur considerando una commissione di appena un euro sulle due rate della Tari e ipotizzando che soltanto per un quarto dei 74,3 milioni di immobili censiti in Italia si facesse prima ricorso all’addebito in banca.
D’Elia scrive anche che c’è il
rischio probabile che l’oligopolio degli esercenti aderenti al sistema PagoPa
non abbia incentivo a ridurre le commissioni, e che quindi questa “tassa
occulta” diventi sistematica. I casi fortunati di commissione nulla, il cui
esempio noto sono i pagamenti di piccolo importo operati con SatisPay, che in
effetti è uno degli operatori di PagoPA, potrebbero dunque rimanere eccezioni,
se non finire per adeguarsi alle commissioni più comuni che per pagamenti di
poche decine di Euro possono anche raggiungere il 4-5% dell’importo.
Nell’ipotesi ottimistica che nessun pagamento vada a vuoto dopo la cancellazione dei flussi di addebito bancario diretto, l’efficienza per le pubbliche amministrazioni c’è, perché il sistema permette loro standardizzazione e semplificazione. Ma è scorretto che questa efficienza avvenga a spese dei cittadini.
Questo sostiene tra l’altro un’interrogazione già presentata in materia dalla Senatrice Emma Bonino di Più Europa.
Aggiornamemto del 14/12/2020
A inizio novembre 2020 l’antitrust è
uscita con una raccomandazione (link sotto) che ricostruisce la
normativa (piuttosto contraddittoria con varie modifiche e rinvii che si sono
susseguiti) e nota come sia importante che Pago PA non diventi l’unico modo per
pagare, soprattutto non impedisca l’addebito diretto gratuito in conto corrente
per chi lo desidera.
Recentemente ho ricevuto la mia seconda bolletta della tassa
dei rifiuti di Roma da quando c’è pago PA, e l’azienda mi dice che posso o
usare questo circuito online o andare in posta o in banca, quindi sempre con
commissioni, almeno con le mie banche, per non parlare della Posta.
Ho però avuto un barlume di speranza circa la nuova app Io,
gestita anch’essa da Pago PA. La app è diventata famosa per essere andata in
tilt per più giorni all’inizio del cash back, ma non è per questo che mi
interessa parlarne. Mi interessa perché la app permette comodamente di
inquadrare il codice di una bolletta della pubblica amministrazione e pagarla
subito online. Provo, e vedo che la app riconosce subito la mia fattura della
tassa rifiuti. Mi appresto al pagamento speranzoso e invece, aimè, spunta una
commissione di 1 euro.
Quindi si conferma almeno nel mio caso quello che già in
passato avevo denunciato: pago PA probabilmente semplifica la vita alla PA, ma
lo fa a spese degli utenti di questi servizi pubblici rispetto alla situazione
precedente. E AMA Roma al momento non ha fatto nessuna marcia indietro riguardo
alla chiusura ai pagamenti con bonifico o con addebito automatico, che invece prima
permetteva (e che erano gratuiti).
Mentre scrivo questa puntata tutti fanno a gara a mettere
online foto delle folle nei negozi in città dopo l’allentamento prenatalizio
delle restrizioni anti-covid. In effetti allentare le restrizioni subito prima
di rimetterle, come già preannunciato, sembra un modo quasi scientifico per
creare assembramenti. Ma lo stesso cashback, cioè la distribuzione di denaro a
chi paga con carte di pagamento, è disegnato per aumentare il contatto sociale,
visto che esclude i negozi online. Con buona pace non solo di Amazon, che anche
se vende online dà lavoro a gente fisica, ma di tante startup che hanno
sviluppato piattaforme di commercio online per i servizi più vari, le quali non
meritano un disincentivo del genere. Molte delle quali peraltro ricevono incentivi
alla digitalizzazione o imprenditorialità per altre vie (la solita storia dei
sussidi a tutto e al suo contrario).
Per ora, dunque, la protezione dei business esistenti dalla
minaccia dei nuovi sembra premere al Governo più della riduzione del contatto
sociale.
Link e riferimenti normativi:
- Puntata successiva di Derrick con aggiornamenti su Pago PA:
http://derrickenergia.blogspot.com/2020/12/la-concorrenza-spazzata-via-dal-nuovo.html - Segnalazione dell'Antitrust di inizio novembre 2020: https://d110erj175o600.cloudfront.net/wp-content/uploads/2020/11/S4007_segnalazioneexart.21.pdf
- Il sito di PagoPA a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri: https://www.pagopa.gov.it/
- L'articolo rilevante del codice dell'amministrazione digitale: https://docs.italia.it/italia/piano-triennale-ict/codice-amministrazione-digitale-docs/it/v2017-12-13/_rst/capo1_sezione2_art5.html
- Il numero del Riformista del 3/10/20 con l'articolo (pag. 6) da cui è tratta questa puntata di Derrick: https://www.ilriformista.it/quotidiano/quotidiano-del-3-ottobre-2020/
- Articolo su lavoce.info di Enrico D'Elia: https://www.lavoce.info/archives/69828/pagopa-un-portale-a-carico-del-contribuente/
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