Buon 2018 anche da
Derrick. Scrivo questa puntata dopo aver ascoltato grazie a Radio
Radicale la conferenza programmatica di Liberi e Uguali del 7 gennaio a Roma.
Purtroppo mentre scrivo
non è ancora online un programma, e mi baserò su quanto espresso negli
interventi dai relatori dell’assemblea, tra cui Rossella Muroni (ex presidente
di Legambiente), Pietro Grasso, Laura Boldrini, Pippo Civati e Annalisa
Corrado.
Sostenibilità ambientale
L’impostazione di LeU
sembra mettere tra i punti più importanti l’ambiente. Muroni ha parlato di
introduzione di una carbon tax, di uscita dall’uso dei combustibili fossili, e Grasso
di fine dei sussidi alle fonti fossili d’energia.
Del resto è proprio uno
studio recente fatto proprio dall'Ufficio Valutazione del Senato, intitolato “Chi inquina paga?” e curato da Andrea Molocchi del
ministero dell’Ambiente - già contributore di Derrick sul tema - ad aver nuovamente messo l’accento sulla
sostanziale incoerenza tra il sistema degli incentivi economici (soprattutto fiscali)
e la salvaguardia dell’ambiente.
Considerare l’importanza
degli incentivi economici per ridurre impatti socialmente indesiderabili fa
parte di quell’approccio all’ambientalismo che io definisco “liberale”, perché mira
non a imporre tout court comportamenti, ma a rendere più corretto e completo il
set di incentivi e disincentivi sulla base dei quali i soggetti decidono, anche
attraverso l’introduzione di correttivi virtuosi in termini di imposte
ambientali e, ancor prima, eliminando vantaggi perversi come gl’ingentissimi
sconti fiscali al consumo di combustibili fossili.
Un approccio dicevo cui
do il benvenuto, come fui felice quando Pippo Civati appoggiò la campagna
#menoinquinomenopago di Radicali Italiani e Legambiente.
Sostenibilità economica?
Quel che mi chiedo è come
ciò si concili con l’econofobia generale che emerge dagli interventi di alcuni degli
esponenti di LeU. I quali, oltre a scagliarsi contro l’ormai mitico “neoliberismo”
e contro la ricerca del profitto, preconizzano la fine delle politiche di sostenibilità
dei bilanci pubblici e auspicano perfino la soppressione dell’obbligo di
pareggio di bilancio in costituzione (obbligo peraltro già oggi costantemente
eluso).
Perché vedo questa incompatibilità? Perché il senso, per esempio, di una carbon tax è proprio quello di obbligare chi usa una risorsa a contribuire all’intero costo di quella risorsa (inducendolo a consumarne meno e in secondo luogo ottenendo un gettito utilizzabile per mitigare gli effetti di quel consumo).
E se una
carbon tax funziona è proprio perché gli agenti economici cercano il profitto.
Un approccio economico
all’ambiente parte proprio dal presupposto che le risorse non sono infinite, e
che occorre tener conto di quante se ne sottraggono agli altri e alle future
generazioni. Fregarsene del pareggio di bilancio, soprattutto quando lo si fa
per finanziare la spesa corrente, è invece l’esatto opposto: significa
fregarsene dei più giovani e dei posteri, vivendo sistematicamente alle spalle
proprio di coloro che LeU dice di voler difendere.
Se è vero che il suolo perso, per esempio, è poi pressoché irrecuperabile, è anche vero che chi si trova un debito sulle spalle causato da spesa corrente di generazioni precedenti non può rivalersi.
Se è vero che il suolo perso, per esempio, è poi pressoché irrecuperabile, è anche vero che chi si trova un debito sulle spalle causato da spesa corrente di generazioni precedenti non può rivalersi.
La falsa soluzione di inflazione o default
Si potrebbe contrapporre
che ignorare il debito significa semplicemente ignorare i diritti dei creditori,
e che un’iperinflazione o addirittura un default permetteranno di ridurre o
azzerare il problema. Come dire che il debito non è un problema, a patto di
fregare la classe media di italiani che perlopiù l’hanno finanziato. Si tratta,
di nuovo, di un approccio endemicamente iniquo (su questo, un utilissimo testo
divulgativo è “Il macigno” di Carlo Cottarelli - Feltrinelli, 2016).
Insomma: benvenuto ambientalismo
moderno di LeU. Spero il dibattito interno a questo movimento porti anche ad acquisire
la stessa attenzione alla sostenibilità dell’economia in generale, occupandosi di
distribuzione equa di tutte le risorse, superando la fandonia – nel migliore
dei casi ingenua – che basti non guardare i conti per moltiplicare le risorse.
Link utili
- "Chi inquina paga?" studio del Ministero dell'Ambiente per il Senato: http://www.senato.it/4746?dossier=2295
- La campagna #menoinquinomenopago di Radicali Italiani e Legambiente: http://www.radicali.it/campagne/menoinquinomenopago/
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RispondiEliminaCondivido! Ho appena scritto su Facebook “L’Italia avrebbe bisogno come il pane di una sinistra che proponga una politica redistributiva e di sviluppo non a deficit ma reperendo le risorse di bilancio tra le poste dell’attuale spesa pubblica, con l’obiettIvo magari di contrarla sia pure progressivamente”. Elvio
RispondiEliminaGrazie Elvio. Ecco il link al tuo post:
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Felvio.cipollone.5%2Fposts%2F10212722771676712&width=500
Interesting post, I enjoyed read this.
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