domenica 29 maggio 2016

La battaglia della fibra - D278/9

Scrivo la prima di questo ciclo di puntate di Derrick come al solito la domenica, ed è una domenica triste: quella in cui Marco Pannella viene tumulato a Teramo. Voglio che anche dal piccolo spazio di Derrick gli arrivi un saluto: ciao Marco.

Un armadio di arrivo
della fibra in una strada urbana.
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Si è svolta una competizione tra Enel e TIM (l’ex Telecom) per l’acquisizione di Metroweb, azienda specializzata nella realizzazione di reti dati cittadine e controllata dal fondo F2i e partecipata dallo Stato tramite Cassa Depositi e Prestiti.

Perché l’offerta di Enel? Perché Enel, come abbiamo visto, in qualità di gestore delle reti elettriche cittadine in monopolio regolato di gran parte del territorio italiano sta per iniziare la sostituzione di tutti i contatori elettrici domestici e, d’intesa col Governo, intende far coincidere l’intervento con la posa di fibra per le comunicazioni digitali. Del merito della sostituzione dei contatori – un intervento da oltre 5 miliardi di Euro pagati in bolletta - abbiamo già detto. Quello che oggi ci chiediamo è: a beneficio di chi andranno le sinergie tra la sostituzione dei contatori e la posa della fibra?

Queste sinergie è intuitivo che ci siano, ma non è ovvio se e come ne beneficeranno i consumatori, in particolare c’è da chiedersi se è giusto che i clienti elettrici non si avvantaggino della sinergia attraverso uno sconto sui costi dell’installazione dei contatori. Io direi che no, non è giusto, perché anche la bolletta elettrica dovrebbe partecipare ai risparmi di sistema, altrimenti si attua un trasferimento da un settore all’altro che come minimo danneggia gli utenti elettrici che non usano la fibra.
Poi c’è da chiedersi se convenga ai consumatori che il principale distributore elettrico, i cui utili dipendono in buona parte dalle tariffe istituzionali di remunerazione dei suoi investimenti in regime regolato, acquisisca anche una posizione di proprietario di reti di telecomunicazioni nelle zone più redditizie, dove è previsto, in accordo coi piani del Governo, che investirà soldi propri.

Nelle telecomunicazioni, a differenza che nell’energia, le reti locali non sono gestite in regime di concessione né di monopolio legale, ma è evidente che una nuova rete che, a differenza delle altre, si avvantaggi di poter scaricare parte dei costi sulla bolletta elettrica avrebbe un vantaggio potenzialmente discriminatorio.

Alla fine l’ha spuntata Enel, e sono partite le polemiche da parte di Telecom che sostiene che la scelta non sia stata imparziale e che non sia stata fatta la necessaria due diligence. In effetti come abbiamo visto il Governo da tempo ha dato il suo endorsement all’operazione di Enel per la posa di fibra dagli armadi in strada alle case con l’occasione della sostituzione dei contatori elettrici.

Quanto è importante portare la fibra dalla strada agli edifici? Molto, perché nei sistemi ibridi, con fibra fino alla prossimità della destinazione e poi uso del cavo di rame fino agli appartamenti, la velocità della connessione dipende moltissimo dalla lunghezza del filo di rame. Più è lungo il percorso del rame, meno sono veloci i dati. Poche centinaia di metri fanno la differenza tra una connessione molto veloce e una lenta. E naturalmente una volta che arriva la fibra all’edificio manca poco a portarla negli appartamenti.


Concorrenza cavo-etere?

L’Italia, anche grazie all’elevata densità della sua popolazione, ha una distanza media dei clienti di internet dagli armadi dove arriva la fibra piuttosto bassa, e questo ha reso abbastanza efficienti i sistemi con l’ultimo miglio di rame, rallentando la diffusione dei collegamenti in fibra anche nell’ultimo tratto fino all’utilizzatore, che richiedono un investimento in più. Allo stesso modo la connessione via etere, con l’infrastruttura dei telefonini, non è oggi molto competitiva per le applicazioni domestiche se l’alternativa è un’ADSL ragionevolmente veloce ed economica.

Sull’etere però è in arrivo una nuova generazione di tecnologia, la quinta (5G), prevista all’inizio del prossimo decennio, quando le frequenze necessarie a svilupparla dovranno essere sottratte alla tivù. Il 5G avrà prestazioni anche superiori alla fibra e a seconda dei costi potrebbe diventarne un concorrente fortissimo anche per le applicazioni domestiche. E infatti Flavio Cattaneo, il nuovo AD di TIM, non si è perso la possibilità di rispondere alla mossa di Enel, che sfrutta sinergie tra distribuzione di elettricità e di connettività digitale, “minacciando” da parte sua una concorrenza via etere, visto che TIM è attiva sia sulle reti fisse che su quelle mobili.

Ma attenzione: è il Governo che dovrà decidere tempi e modalità di liberazione delle frequenze necessarie al 5G. Lo stesso che è azionista dell’Enel, la quale sta acquisendo l’interesse a che ciò si ritardi.
La concorrenza mi piace ed è interessante quando diventa anche concorrenza tra tecnologie. Certo, se da una parte c’è un’alleanza tra Governo-arbitro e una sua controllata-giocatrice, il rischio che la concorrenza sia impari è evidente. Questa puntata è dedicata con affetto agli ascoltatori più scettici sulle privatizzazioni.


Forse Derrick tornerà sull’argomento. Intanto un utile paper (in inglese) dello IEFE Bocconi di Carlo Cambini, Michele Polo e Antonio Sassano permette di farsi un’idea sul piano europeo e italiano per la diffusione della rete a banda larga e sulle implicazioni di policy per realizzarlo.


Ringrazio per i suggerimenti su queste puntate Alberto Calvi e Antonio Sileo.

martedì 10 maggio 2016

Fausto Panunzi su politica monetaria accomodante - D276/7

Fausto Panunzi e Michele Governatori
durante la registrazione della conversazione.
Dietro, Simona Orseniga e Emiliano Altana Manca
della troupe milanese di Radio Radicale.
In questa e nella prossima puntata metto una sintesi di una conversazione che ho avuto all'inizio di maggio 2016 con Fausto Panunzi, professore ordinario di economia politica alla Bocconi, che ringrazio, in cui si è parlato di politiche monetarie accomodanti delle banche centrali. Il tema è particolarmente caldo dopo la contrapposizione recente tra il capo della banca centrale tedesca Weidmann e quello della BCE Draghi.

(Cliccare il tasto play rosso per l'audio).


E la lunga crisi da dove viene? "Saturazione" di consumi e investimenti? Prospettive di stagnazione ancora per molti anni o è solo un momento?




La clip video dell’intera conversazione (45 minuti) è disponibile sul sito di Radio Radicale qui.
L'account twitter di Fausto Panunzi è questo.

domenica 1 maggio 2016

Il 730 2016 precompilato - D275

Un buon ascoltatore di Derrick dovrebbe farsi da solo la dichiarazione dei redditi. È utile per restare aggiornati sulla disciplina fiscale. Ma anche per accorgersi che l’amministrazione pubblica quando vuole è piuttosto efficace. Ricordo che io facevo l’Unico online già una decina di anni fa, e oggi i servizi online si sono estesi, per esempio con l’accesso ai dati catastali sugli immobili di proprietà. Sapevate che potete fare gratis e istantaneamente una visura catastale e ipotecaria di casa vostra sul sito dell’Agenzia delle Entrate?

Fino a un paio di anni fa il modello 730, a differenza dell’Unico, non poteva essere presentato online dai cittadini. E chi come me non lavora per grandi aziende che fanno il servizio di presentazione del modello doveva passare attraverso i CAAF. Un’esperienza desolante: per anni ho dovuto combattere con impiegati che non avevano mai letto o capito nemmeno le istruzioni del 730 e che facevano ogni tipo di errori di trascrizione dei miei dati. Anche l’anno scorso mi è toccato, perché il 730 precompilato non era disponibile per chi l’anno prima avesse presentato l’Unico, che era il mio caso.
Quest’anno invece, finalmente, ho anch’io il mio 730 precompilato cui accedo con le mie credenziali sul sito dell’Agenzia. Mentre scrivo questa puntata, il 30 aprile, non è ancora possibile modificarlo ma solo visualizzarlo (questione di un paio di giorni di attesa). Ma ho potuto comunque fare alcune scoperte negative, che bilanciano in parte, ma solo in parte, la grande e bella comodità del 730 online.

Ecco cosa ho riscontrato:
Un distributore automatico di lingotti d'oro
  1. L’accesso ai dati catastali non vale per gli immobili presso le province autonome di Trento e Bolzano, le quali del resto hanno inventato perfino dei nomi diversi al posto di IMU. Ecco, non so a voi, ma a me che tra i privilegi delle province autonome ci sia quello di non fornire con la stessa qualità del resto del territorio dati all’amministrazione centrale e ai cittadini mi irrita abbastanza.
  2. Il quadro sugli oneri – almeno nel mio caso – non riporta (e non è poco, perché si tratta di righi abbastanza noiosi e ripetitivi da riempire) i dati sulle rate di detrazioni per ristrutturazioni di immobili a cui ho e avrò ancora diritto per un po’ di anni (ne ho parlato su Derrick proprio la volta scorsa). Ma come? Sono dati che ho già presentato nelle dichiarazioni recedenti e non c’è nessun motivo per cui il fisco ipotizzi in prima istanza che io non sia più nelle condizioni di beneficiare delle rate mancanti.
  3. Rimborsi sanitari: non trovo per ora le spese fatte in farmacia con il mio codice fiscale. Trovo però in un caso la spesa per una visita in regime privato fatta in un ospedale, bene. Peccato che non sia però inserita nel 730 precompilato, con la motivazione che potrebbe essere stata rimborsata in quanto risultano genericamente rimborsi dall’assicurazione sanitaria.
  4. Sempre a proposito di assicurazioni sanitarie (su cui peraltro lo stesso sito del 730 precompilato avverte di stare attenti): appaiono tra redditi da assoggettare a tassazione i rimborsi anche quando i relativi premi non sono stati dedotti dai redditi. Quindi se io non modifico questa voce che mi viene proposta nel precompilato, pago le tasse su rimborsi che potenzialmente non sono dalla stessa Agenzia considerati redditi imponibili.


Conclusione: il 730 precompilato è un grandissimo passo avanti nell’efficienza dell’amministrazione fiscale e finalmente riduce lo spazio di soggetti, come i CAAF, che almeno nella mia esperienza contribuiscono negativamente all’affidabilità della dichiarazione e costano sia all’amministrazione sia al contribuente. È anche ottimo che il sito mostri con trasparenza i dati potenzialmente rilevanti alla dichiarazione anche nel caso in cui essi siano stati ignorati nel precompilato. La cosa criticabile è però che la precompilazione tende a fare approssimazioni – almeno nel mio caso - sempre per eccesso d’imposta. Cliccare il 730 così come arriva per accettazione senza starci attenti quindi rischia di far pagare tasse non dovute.