martedì 16 luglio 2019

Relazione ARERA 2019 (Puntata 403 in onda il 16/7/19)



Quale migliore buongiorno agli ascoltatori di Derrick di questo! Grazie davvero a Stefano Besseghini, presidente dell’autorità energia acqua e rifiuti, che il 04/7/2019 ha presentato alla Camera dei Deputati la sua relazione annuale 2019.

Proprio dai tomi della relazione annuale (link sotto) estraiamo alcuni dati salienti per il comparto energia, cominciando con l’elettricità:

Negli ultimi tre anni (fino al 2018 per cui ci sono dati consuntivi pressoché completi) i consumi si sono stabilizzati a 303 TWh complessivi, con una riduzione di quelli industriali dal valore massimo di 155 TWh nel 2007 fino a 126 nel 2017, mentre il terziario ha in parte compensato con un aumento (da 90 a 105 TWh).
Autorità dell'Energia, Stefano Besseghini il nuovo presidente © ANSA
Stefano Besseghini in un'immagine dal sito Ansa
Come abbiamo visto in una puntata recente, la decentralizzazione della generazione elettrica in Italia si sta, seppur lentamente, realizzando insieme allo sviluppo delle fonti rinnovabili, che pure ha avuto una forte battuta d’arresto in attesa dei nuovi regimi di incentivo e dopo la fine, per i nuovi impianti di grandi dimensioni, di quelli in molti casi generosi del passato.
Nel 2018 le fonti rinnovabili hanno inciso sulla produzione di energia elettrica italiana per circa il 39%. Lo stesso quoziente nel 2004 ammontava al 18%. (Rispetto ai consumi il rapporto è leggermente inferiore, dato che l’Italia ha importato nel 2018 il 13,9% del suo fabbisogno).

Il costo degli incentivi alle fonti rinnovabili di generazione elettrica sulle bollette (inclusa una categoria ormai residuale di impianti non rinnovabili ma comunque beneficiari di incentivi con finalità ecologiche) ha proseguito la sua riduzione anche nel 2018, ma resta rilevante: circa 11,6 miliardi di euro per 63 TWh di energia elettrica incentivata. Per il 2019 l’Autorità prevede una leggera ulteriore riduzione a 11,5 miliardi di Euro.
Il motivo della lentezza del calo è che i diritti di incentivazione acquisiti dagli impianti durano fino alla fine delle relative convenzioni, e quindi anche ridimensionamenti notevoli delle regole sugli incentivi hanno effetti sulle bollette differiti nel tempo.

Durante numerose ore del giorno, soprattutto nell’Italia meridionale, la quantità di energia prodotta dagli impianti fotovoltaici ed eolici è stata (e sempre più spesso sarà) superiore al fabbisogno locale momentaneo. Questo rende necessario “evacuare”, come dice il gestore della rete elettrica, il surplus di energia in altre zone causando un fenomeno chiamato “inversione di flusso”. Si tratta di questo: energia prodotta da impianti collegati a una rete di distribuzione locale, non consumata all’interno della stessa rete, deve essere trasformata a tensioni più alte e immessa nella rete nazionale per essere trasferita altrove, con conseguenti perdite di energia che non si sarebbero verificate in caso di consumo locale.
Altro fenomeno che si consolida è che nella borsa elettrica (il mercato all’ingrosso orario dell’elettricità) le ore a prezzo più alto sono spesso quelle preserali, in cui il sistema non può più contare sull’energia fotovoltaica ma ha ancora consumi relativamente elevati nel settore industriale e terziario.

Se i consumi di elettricità sono stabili, quelli di gas continuano a diminuire. Nel 2018 il consumo netto è stato di 70,3 miliardi di m3 dai 72,7 del 2017. Numeri simili a quelli di 20 anni fa, quando, se ricordo bene, l’allora amministratore delegato di Eni si preparava a prospettive di 100 miliardi mentre la punta massima sarebbe stata, nel 2005, di solo 85,3. Più in dettaglio, i consumi industriali nel 2018 sono cresciuti del 4,1%, mentre quelli per generazione termoelettrica sono calati dell’11%. Più o meno invariato invece il consumo di residenziale e terziario.
Anche le importazioni nette di gas hanno subito una contrazione (del 2,7%).

Ringrazio per questa puntata Chiara Governatori e ancora una volta Stefano Besseghini per il suo saluto.


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