L'aeroporto di Londra City sul Tamigi |
Non è la prima volta che Musk parteggia pubblicamente per un
politico. L’ha già fatto per il governatore della florida Ron De Santis, e in
quella occasione Musk ha descritto Trump come ormai sulla via del tramonto, e anche
peggio. Da qualche tempo, invece, sul suo social X (ex Twitter) appoggia Trump
non solo senza riserve, ma anche abbandonandosi ad affermazioni palesemente
insensate. Tra cui che in caso di vittoria di Harris finirebbero a tempo
indeterminato le elezioni libere negli USA, perché la politica di immigrazione
facile dei democratici renderebbe per motivi di mix elettorale permanentemente
in vantaggio i gruppi sociali favorevoli ai democratici. Un’affermazione che si
basa, tra le altre cose, sull’assunzione che gli stessi tipi di polarizzazione delle
attuali campagne elettorali siano destinati a riproporsi identici in futuro, e
sugli stessi temi.
“Se Trump perde, non andremo mai su Marte: una questione
esistenziale” ha anche scritto Musk su X, ogni volta raggiungendo decine di
milioni di lettori.
Secondo il NYT Musk avrebbe già contribuito per mezzo
miliardo di dollari alla campagna dell’ex presidente. Si è perfino presentato
sul palco di un suo recente comizio in Pennsylvania.
Perché lo fa, esponendosi così tanto su un esito incerto?
D’ora in poi le opinioni sono mie e esulano dall’articolo del NYT.
Parto dal presupposto che Musk sia molto più intelligente di
me e che quindi conosca bene la debolezza di certe sue affermazioni su Twitter,
e che consideri l’ipotesi di una vittoria di Harris.
Evidentemente pensa che i vantaggi di aver supportato Trump
in caso di sua vittoria superino gli svantaggi in caso di vittoria di Harris.
Inoltre, dopo l’acquisto incauto di X la cui platea attuale è forse in partenza
già favorevole a Trump, usarlo senza ulteriori costi per una campagna che gli
porterebbe concreta gratitudine in caso di successo è razionale. Non per niente
Trump ha già promesso a Musk un posto in non ricordo quale agenzia governativa.
Nello stesso tempo, in caso di vittoria di Harris,
difficilmente Musk si farebbe problemi a cambiare di nuovo idea, e
difficilmente Harris rifiuterebbe il riavvicinamento di un imprenditore con la
sua influenza e il suo portafogli.
Io, però, che sono forse troppo ingenuo, perdo fiducia in
chi mi dà l’impressione di dire cose a cui non crede sulla base della
convenienza. Mi piace pensare che questo alla lunga danneggi chi lo fa (anche
se so bene che spesso – forse il più delle volte - non è così), sicché ho
venduto le mie azioni Tesla quando ho visto il primo dei tweet assurdi di Musk.
Credo di averci già perso dei soldi.
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