Con Massimo Berardi
Per l’Economist dell’8 luglio 2016 quella delle banche italiane è la prossima grave crisi che colpirà l’Europa, insieme (e legata) alle conseguenze del referendum Brexit.
Per l’Economist dell’8 luglio 2016 quella delle banche italiane è la prossima grave crisi che colpirà l’Europa, insieme (e legata) alle conseguenze del referendum Brexit.
Sentiamo su questo Massimo
Berardi, consulente finanziario esperto di gestione del risparmio e analisi
tecnica e fondamentale di titoli large cap:
Perché le banche italiane
si sono riempite di crediti così deteriorati rispetto ai loro concorrenti? Una
ragione, per i Radicali ma anche per esempio per il Wall
Street Journal del 7 luglio 2016, deriva dalla collusione tra banche e politica,
che ha fatto preferire la protezione di clientele alle logiche economiche dell’impiego
del capitale. Secondo questa visione politica e banche si sono protette a
vicenda, e in più le norme hanno favorito il collocamento del capitale delle
banche presso i risparmiatori retail, anche clienti delle stesse banche, con un
cortocircuito che ha ulteriormente – ma temporaneamente – protetto le banche
dal confronto con i mercati finanziari in particolare internazionali. E non aiuta
certo la giustizia italiana, incapace di gestire le controversie sulle
insolvenze commerciali con tempi e affidabilità paragonabili alle altre
economie sviluppate, e men che meno aiutano norme sulla scia del concetto di “morosità
incolpevole”, che confondono l’ambito delle transazioni private con quello
della redistribuzione sociale, rendendo le prime ancora meno affidabili e
quindi in definitiva più povera l’economia.
(Piccola digressione sul tema della soggettivizzazione dei rapporti commerciali: dareste in affitto un appartamento se un inquilino moroso può essere considerato non obbligato per sue condizioni soggettive non prevedibili? Io no, oppure solo dopo avergli chiesto garanzie per vari mesi d’affitto. Lo stesso ragionamento si applica agl’investimenti in un Paese dove i diritti commerciali delle parti non sono né certi né efficacemente esigibili: l’investitore non tira fuori i soldi, oppure lo fa a condizioni penalizzanti).
(Piccola digressione sul tema della soggettivizzazione dei rapporti commerciali: dareste in affitto un appartamento se un inquilino moroso può essere considerato non obbligato per sue condizioni soggettive non prevedibili? Io no, oppure solo dopo avergli chiesto garanzie per vari mesi d’affitto. Lo stesso ragionamento si applica agl’investimenti in un Paese dove i diritti commerciali delle parti non sono né certi né efficacemente esigibili: l’investitore non tira fuori i soldi, oppure lo fa a condizioni penalizzanti).
E tornando a noi: che caratteristiche
hanno in media i risparmiatori che hanno acquistato obbligazioni o addirittura
azioni delle banche? Ancora Massimo Berardi:
Dunque è verosimile che i
tanti semplici risparmiatori che hanno azioni e obbligazioni di banche in
difficoltà come Montepaschi semplicemente non fossero consapevoli del rischio e
dello stato finanziario del soggetto a cui prestavano soldi. Questo significa
che è giusto nel salvataggio di una banca proteggere i risparmiatori che ci
hanno messo capitale di rischio? Secondo le regole europee no. E, a mio avviso,
nemmeno secondo una logica di corretta responsabilizzazione degli investitori.
Il sistema bancario del ns. paese, ancora una volta, è oggetto di attacchi speculativi dovuti principalmente a due fattori: bassa produttività e alti conflitti d'interesse. Ve ne sarebbero altri, ma questi sono sufficienti per iniziare un percorso di autentica rivisitazione del sistema nel suo complesso.
RispondiEliminaMassimo Berardi
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina