Oggi parliamo di una
persona che a me sembra un eroe. Si chiama Eric Ben-Artzi, è un matematico
prestato alla finanza che lavorava a Wall Street in Deutsche Bank come esperto di
valutazione del portafoglio. Con la sua soffiata ha permesso alla SEC, l’autorità di controllo finanziaria americana,
di accertare che la banca nel periodo dello scoppio della crisi finanziaria ha
nascosto perdite sul proprio portafoglio dell’ordine della decina di miliardi.
Per la SEC (e nemmeno per
me) fare la spia non è peccato, anzi con la riforma Obama del monitoraggio dei
mercati finanziari (la Dodd-Frank) questo strumento è stato potenziato e oggi nella
home page del sito della SEC la prima cosa che si vede è la pubblicità alle ricompense milionarie
che l’autorità può dare agli informatori attingendo alle sanzioni che commina
grazie a loro.
Ebbene sapete cos’ha
fatto Ben-Artzi, annunciandolo sul Financial Times del 19 agosto 2016, che io
conservo? Ha rinunciato alla parte che gli competeva di oltre 16 milioni di dollari
di ricompensa. Che peraltro gli farebbero molto comodo, come ha scritto in un’intervista
sullo stesso giornale, visto che da Deutsche Bank è stato mandato via appena ha
detto al suo capo che non avrebbe collaborato alla copertura dei numeri. (Una parte
dei soldi, invece, a cui non rinuncerà, scrive di doverli per contratto alla moglie
– ora ex - che è stata il suo avvocato nel procedimento – dev’essere stato un periodo
burrascoso per il nostro).
Perché Ben-Artzi ha
rifiutato i soldi, diventando una celebrità?
Perché si è reso conto
che a pagare la multa e quindi anche la sua ricompensa non sarebbero stati i
dirigenti responsabili della truffa, ma gli azionisti di Deutsche Bank.
Eric Ben-Artzi |
Come mai? Secondo
Ben-Artzi la colpa è delle “revolving doors”, le porte girevoli, per cui le
stesse persone passano dai posti di comando delle aziende alle agenzie di
controllo che vigilano su esse, e viceversa, come è successo anche con Deutsche
Bank. Con la conseguenza che le sanzioni vengono sì comminate, ma non a valere sui manager responsabili. Come contro indizio, Ben-Artzi nota che in altri casi di sanzioni a
società più piccole e senza questa commistione di dirigenti l’autorità ha
invece colpito anche direttamente i responsabili.
Uno potrebbe osservare
che se la governance di un’azienda funziona, gli azionisti saranno in grado di
rivalersi sui dirigenti. Ma è facile vedere molti casi in cui non è così, a
partire da quello Volkswagen che abbiamo seguito qui. È evidente che se i decisori
non rischiano nulla, se non di doversi dimettere lasciando i danni alla successiva
gestione, e rischiano economicamente solo gli azionisti, l’efficacia delle
azioni di controllo è non solo più blanda ma addirittura potenzialmente iniqua.
Per lo stesso motivo per cui è da un certo punto di vista iniquo che io paghi
con le mie tasse le multe europee se il mio Comune non è capace di
differenziare la raccolta dell’immondizia e gli amministratori non subiscono disincentivi specifici.
Chi ha posti di
responsabilità è pagato anche per assumersela. Altrimenti ha ragione chi al bar sbraita contro i super
stipendi, pubblici e privati. Premesso che io difendo di norma la libertà di un'azienda privata di pagare quanto crede un manager, la competenza da sola difficilmente motiva stipendi enormi, perché richiede investimenti non altrettanto enormi. Il
rischio di rispondere personalmente anche solo in piccola parte di danni
causati invece sì, è un rischio enorme e può giustificare retribuzioni commisurate.
Avrete letto che la corte
dei Conti sta valutando la posizione di alti dirigenti del Tesoro che hanno
sottoscritto derivati rivelatisi costosissimi per la finanza pubblica a fronte
di un premio positivo alla sottoscrizione. Potrebbe essere un precedente molto
importante, qui a Derrick cercheremo di seguirlo.
- L’intervista di Ben-Artzi sul Financial Times (agosto 2016): http://www.ft.com/cms/s/0/b43d2d96-652a-11e6-8310-ecf0bddad227.html#axzz4KVWeE4a5
- Altra intervista su promarket.org: https://promarket.org/sec-revolving-doors-qa-eric-ben-artzi-12-billion-dollar-deutsche-whistleblower/
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