Con Elisa Borghese
Cosa diavolo è la
politica industriale nelle economie di mercato? Chiedendoselo si capisce molto
della propria idea di Stato. In Derrick ne abbiamo parlato, e non c’è tempo di
riprendere ora quel discorso. Per questa puntata chiediamoci piuttosto quali
strumenti la sedicente politica industriale abbia a disposizione in un’economia
di mercato. Piuttosto pochi, in teoria, se per politica industriale s’intende favorire
determinati settori o localizzazioni di aziende di mercato, le cui fortune
dovrebbero invece, appunto, dipendere dal mercato.
In Italia e altrove un
modo importante per aiutare l’industria pesante coi soldi pubblici è far sconti
sulla bolletta energetica. Ciò permette ai governi di elargire soldi senza incidere
sul bilancio pubblico in senso stretto. Tuttavia la giurisdizione europea ha
stabilito che anche un trasferimento da una bolletta all’altra può considerarsi
un aiuto di Stato.
Un caso annoso e mai
conclusosi di aiuto ad aziende pagato in bolletta riguarda la produzione di
alluminio a Portovesme, in Sardegna, fino a qualche anno fa gestita dall’americana
Alcoa che ottenne (fin da quando l’impianto originariamente pubblico fu messo
in vendita) notevoli sconti sull’energia pagati con le bollette di tutti. Come
in Derrick abbiamo raccontato prima con Stefano Mottarelli e poi con Elisa
Borghese, la quale è anche coautrice di questa puntata, la norma che ha permesso per anni ai grandi energivori di Sicilia e Sardegna con determinate caratteristiche di
avere notevoli sconti sull’elettricità è stata poi dichiarata
illegittima dall’UE, al che Alcoa ha deciso di chiudere lo stabilimento.
Ora è
da tempo in corso un negoziato tra Glencore, il ministero dello Sviluppo
Economico e la regione Sardegna, con il quale si cerca di facilitare l’acquisto
e la riattivazione da parte di Glencore dello smelter (cioè l’impianto per la
lavorazione dell’alluminio) di Portovesme chiuso da Alcoa.
Il Ministero, grazie
a una modifica nelle regole europee sugli aiuti di Stato, ha ottenuto da
Bruxelles la possibilità di estendere gli sconti in bolletta per altri due anni
rinnovabili, con un meccanismo simile a quello precedente e nei cui dettagli
andrò se mai un’altra volta. Il rinnovo degli sconti è già legge tramite il "milleproroghe", e vale per i beneficiari oltre 20 €/MWh. (Il
prezzo all’ingrosso dell’elettricità il 31 gennaio 2016, mentre preparo questo
pezzo, è inferiore a 30€ e che negli ultimi tempi ha oscillato attorno ai 45).
A dire il vero nell’accordo
tra Ministero dello Sviluppo Regione Sardegna e Glencore, che inspiegabilmente è
riservato ma a una versione del quale Derrick ha potuto aver accesso, il Governo si impegna a cercare soluzioni che garantiscano un prezzo dell’energia
tale da rendere competitivo per dieci anni a livello globale lo stabilimento.
Attenzione: non solo un prezzo
competitivo dell'energia, ma la competitività dello stabilimento tout court, una cosa che se
presa alla lettera equivarrebbe a sollevare Glencore da ogni necessità di impegno
in termini di efficienza ed efficacia. Non solo: Glencore esclude sia di pagare alcunché per l’acquisizione, sia di accettare l’accollo di debiti
e di mantenere necessariamente il livello occupazionale. E ancora, declina qualunque
responsabilità anche sui danni ambientali eventualmente già causati sul sito. (Comincio
a capire perché le parti non vogliono rendere pubblico l’accordo).
Glencore però, che
Derrick sappia, continua a prendere tempo, tanto che nel frattempo si è fatto
avanti un nuovo potenziale cliente, Sideralloys, che ha manifestato un
interesse di massima e chiesto di operare una due diligence (cioè una verifica tecnico-economica)
sul sito per verificare la fattibilità dell’acquisizione. Ma Alcoa avrebbe negato, per motivi a chi vi parla non chiari, le
operazioni necessarie alla due diligence.
Su questi temi Marco Bentivogli, segretario di FIM CISL, il 9/2/2016 è stato ospite di Radio Radicale per una lunga conversazione con Michele Governatori e Elisa Borghese, ascoltabile qui.
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