Filobus Fiat ad Ancona, da Wikipedia |
Non è triste che
un mezzo così gentile in termini di inquinamento anche acustico abbia perso
diffusione?
Le ragioni sono prettamente economiche, e non tengono conto dei
vantaggi ambientali. I filobus costano molto (almeno un milione di Euro un
mezzo snodato) e costa l’infrastruttura aerea di cavi per alimentarli, che in
più richiede squadre tecniche specializzate per tenerla in efficienza. Se poi
le linee a filo sono una piccola parte della rete, è ulteriormente costoso per
l’azienda di trasporti dotarsi di mezzi di riserva non intercambiabili col
resto del parco. Così, la trasformazione a filobus, quando si fa, fa parte di
norma di un progetto di riqualificazione finanziato dal Comune. Ma i Comuni non
hanno una lira, e così si spiega probabilmente in buona parte il loro
abbandono.
Ma se siamo vicini,
almeno relativamente, all’elettrificazione dei trasporti come misura di tutela
della qualità urbana dell’aria, è legittimo aspettarsi che i bus elettrici
tornino, e finché le batterie sono troppo costose e pesanti, in ambito urbano
la soluzione a filo sembra ancora la migliore. Lo riferisce Pierre Lahutte, AD
di Iveco, in un articolo di Paolo Griseri su Affari e Finanza del 15 febbraio
2016.
A maggior ragione le
batterie sono ancora non proponibili nel trasporto pesante extraurbano, dove
servono notevoli autonomie e dove il filo non può arrivare. Una soluzione
alternativa al gasolio per il trasporto pesante di merci potrebbe essere invece
il gas naturale liquefatto (GNL). Cioè metano mantenuto allo stato liquido non
per compressione ma grazie a serbatoi a bassissima temperatura. Infatti il gas
liquido è molto più denso di energia rispetto a quello gassoso compresso (quest’ultimo
usato nelle comuni auto a metano, per intenderci) e quin
di è adatto a motori con necessità di coppie elevate, come appunto i motori dei mezzi pesanti, normalmente alimentati a gasolio.
di è adatto a motori con necessità di coppie elevate, come appunto i motori dei mezzi pesanti, normalmente alimentati a gasolio.
Un camion a metano
liquido ha emissioni meno dannose, è efficiente, ma richiede una rete di
distributori con stoccaggio di gas liquido. Servono quindi investimenti, ma è
interessante leggere che i produttori di veicoli stanno già andando in questa
direzione.
A remare contro
all’innovazione ci pensano però le scelte pubbliche. Come abbiamo visto e hanno
denunciato i Radicali e Legambiente con la campagna #menoinquinomenopago,
l’Italia continua a stanziare 1,5 miliardi di Euro all’anno per far sconti
sulle accise del gasolio al trasporto pesante. Difficile trovare un incentivo
più perverso e contraddittorio rispetto agli auspici su ecologia e innovazione
che pure il Governo dispensa e il Parlamento ha più volte sancito.
Per questa puntata ringrazio
Luciano Governatori, già presidente dell’azienda di trasporto pubblico urbano di
Ancona.
Nessun commento:
Posta un commento