Lo scorso 6 giugno (2016) Valerio
Gualerzi ha raccontato su Repubblica come in Cile nei primi quattro mesi del
2016 (estate in Cile) l’energia all’ingrosso sia stata venduta perlopiù gratis.
Perché gratis? Perché la capacità degli impianti da fonti rinnovabili ha superato
spesso la potenza elettrica necessaria ai consumatori. E siccome il costo di
molte fonti rinnovabili è legato all’impianto e al suo mantenimento ma non alla
quantità effettivamente prodotta, questi impianti sono disposti a produrre
anche a prezzi minimi, che arrivano a zero se essi da soli coprono la domanda
senza rendere necessario accenderne altri che invece consumano combustibile.
Certo se il prezzo è zero
in un’ora è un peccato pagare magari 40 € per un megawattora poche ore dopo.
Cosa ci vorrebbe per fare arbitraggio tra questi due momenti? Uno stoccaggio di
elettricità, che come sappiamo a Derrick è molto costoso. Per questo quello
elettrico è sostanzialmente un mercato istantaneo, dove un megawattora adesso è
una cosa completamente diversa da uno tra un po’. Non è come un litro di benzina,
che si può facilmente conservare e infatti non cambia il suo prezzo con la
stessa velocità.
Il 27 maggio 2016 sono
stato insieme ad Antonio Sileo a Lainate, alla pista dell’ACI, dove si svolgeva
una manifestazione-convegno dedicata all’auto elettrica, ed era possibile
provarne alcune.
I promotori si aspettavano anche che venisse lanciato di lì a
poco un pacchetto di incentivi statali generosi che però per ora non sono arrivati,
come ha scritto lo stesso Antonio Sileo su Staffetta Quotidiana.
Derrick alla guida della Leaf sulla pista di Lainate (Grazie ad Antonio Sileo per la foto) |
Con lui abbiamo
provato alcune delle auto, tra cui la Nissan Leaf, l’elettrica più venduta al
mondo (pur nella trascurabilità dei numeri – per ora – del segmento solo elettrico).
Una cinque porte compatta a due volumi, con una forma solo leggermente
anticonvenzionale e interni curati e spaziosi. Nella sua versione con maggiore
capacità di batterie, dichiara 250 km di autonomia. Si guida come un’automatica,
anche se a differenza di un’auto con cambio automatico i rapporti meccanici di
velocità non ci sono proprio. Ha una coppia (e quindi accelerazione da ferma)
migliore di un’auto tradizionale di pari categoria. Il freno motore è simulato
da un recupero magnetico d’energia, che continua nelle frenate leggere e solo
in quelle più forti lascia il passo alle vere e proprie pinze meccaniche dei
freni. La cosa più diversa da un’auto con motore termico, come già notai un
anno e mezzo fa provando una più potente BMW i3 a Rimini, a parte la
meravigliosa silenziosità, è probabilmente la strumentazione, concepita per
responsabilizzare riguardo all’uso e al recupero dell’energia.
Bene, ma che c’entrano le
auto elettriche col Cile?
C’entrano in questo modo:
immaginiamo un vasto parco circolante di auto elettriche di pendolari ferme
presso colonnine di ricarica durante il giorno. Le batterie di queste auto
potrebbero fornire alla rete elettrica un servizio di acquisto dell’energia
quando il suo prezzo è basso, e “restituirne” una parte nelle ore di maggior
richiesta. Le auto elettriche opererebbero insomma come accumulatori diffusi.
Cosa per cui avrebbe senso remunerarle, così come già si sperimenta (e sempre
più si farà) la remunerazione dei clienti flessibili nel modulare i propri
consumi.
Per questa puntata
ringrazio Antonio Sileo.
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