martedì 28 giugno 2016

Eni, Enel e l’equivoco di Renzi (da Staffetta Quotidiana) - D283

Sapete che Derrick a volte riesce a fare sue elaborazioni su dati o informazioni pubbliche, altre volte dà spazio a istituti di ricerca o testi accademici, altre volte ancora riprende spunti di giornalisti specializzati. Questa volta farò la cosa più comoda per me: riporto ampi stralci di un articolo uscito venerdì 24 giugno su Staffetta Quotidiana a firma di Gionata Picchio, condirettore della Staffetta, e Antonio Sileo ricercatore e giornalista dell’energia ben noto agli ascoltatori di Derrick che si pregia ogni tanto della sua collaborazione. Ecco dunque:
Da oggi ogni volta che qualcuno chiederà qual è la strategia” sull'energia “posteremo questa conferenza stampa”. Così il premier Renzi concludeva l'incontro coi media di giovedì dedicato al futuro delle fonti rinnovabili e dell'energia in Italia. Evento culminato nel varo di un atteso decreto incentivi ma focalizzato per gran parte del tempo sulle strategie nel settore rinnovabili delle società a partecipazione pubblica Eni, Enel e Terna.
Cosa intende il presidente del Consiglio per strategia? L'impressione che si ricava dall'intero incontro è che Renzi faccia una pericolosa confusione tra due piani: il disegno complessivo di priorità [...] che spetta al Governo - e di cui giovedì si è visto ancora poco - e le strategie di singoli operatori […].Così anche un atto previsto e dovuto come il decreto incentivi […] diventa una bandiera.
(Nota di Derrick: si tratta del decreto con cui periodicamente il Ministero dello Sviluppo regola entità e accesso degli incentivi pubblici ai nuovi investimenti in impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili).
Ma […] in un evento dedicato alle iniziative del governo sulle rinnovabili, il decreto è stato praticamente l'unica davvero catalogabile come tale. Mentre il resto è stato affidato ai piani dei big “pubblici”.
[…]
Il Governo non può delegare la strategia complessiva per il Paese a singole aziende, per quanto partecipate, a cui può al più provare a chiedere interventi e collaborazione su singoli aspetti. Tra i quali, per inciso, non necessariamente fare da testimonial, come forse con qualche imbarazzo hanno fatto i tre manager nominati da Renzi nel 2014. E sempre ricordando che si tratta di società con molti azionisti, quotate in borsa e operanti su mercati che – diversamente dai tempi del ministero delle PPSS, abolito con referendum nel 1993 – funzionano secondo i principi delle liberalizzazioni.
Sull'energia, come su ogni altro settore, l'esecutivo dovrebbe definire una cornice d'insieme di indirizzi e obiettivi, con provvedimenti di ampio respiro e portata generale, tenendo conto che esiste un mercato in cui operano imprese “pubbliche” [tra virgolette nel testo] e private in concorrenza, e in cui l'azionista Stato non deve privilegiarne alcune [...].
(Nota: una strategia energetica nazionale peraltro come gli ascoltatori di Derrick sanno c’è, l’ha fatta il Governo nel 2013 e non è stata formalmente superata che io sappia. Né, però, è mai passata in Parlamento e quindi difficilmente è invocabile per guidare leggi o decreti successivi).
Se il governo vuole davvero spiegare la sua strategia, farebbe meglio a presentare un provvedimento come il Green Act. Annunciato a gennaio 2015, dovrebbe essere un pacchetto di misure legislative sull'economia e l'ambiente: un'Agenda Ambientale per promuovere lo sviluppo e le eccellenze dell'economia verde in Italia e che avrebbe dovuto rappresentare anche la posizione italiana in vista della conferenza di Parigi sul clima. […]

Grazie a Antonio Sileo, Gionata Picchio e Staffetta Quotidiana.

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