La brexit del governo May
di Londra sembra riguardare anche le regole e la stessa filosofia del mercato
dell’energia. L’esecutivo britannico infatti ha annunciato di recente
l’istituzione, benché temporanea e non di immediata applicazione, di un tetto
alle tariffe domestiche dell’energia.
E pensare che la Gran
Bretagna è stata un laboratorio di liberalizzazione dell’energia, attuata già a
partire dalla fine degli anni Ottanta e con strumenti drastici (poi applicati
nell’elettricità anche in Italia con il decreto Bersani una decina di
Scalinata fotografata da Derrick a Vienna nel novembre 2016 |
La filosofia sottostante
era quella di introdurre la competizione in tutti i segmenti della filiera in
cui fosse fattibile, per esempio nella vendita e nella produzione di
elettricità.
La liberalizzazione
inglese però non ha portato a superare un oligopolio di fornitori, e sono
ancora molti i clienti (e questo vale anche da noi) apparentemente non
interessati a cambiare operatore. Le autorità britanniche dell’energia e dei
mercati hanno approntato vari strumenti di trasparenza e di aiuto alla scelta
per spingere i clienti a essere più attivi e innescare quindi la concorrenza,
ma ora il governo con il tetto forzoso ai prezzi ha scelto una strada
decisamente più dirigista.
Strada che ha sollevato le critiche anche di membri anch’essi
conservatori del parlamento, arrivati a definire “marxista” la soluzione del governo.
Dal canto suo, la IEA, agenzia dell’energia di Parigi, ha twittato che per
abbassare i prezzi dell’energia serve concorrenza in mercati liberalizzati, non
maldestri sistemi di tetto ai prezzi.
Vari esperti hanno fatto
notare che se si mette un tetto ai prezzi in un mercato competitivo è
prevedibile che quel tetto diventi un riferimento verso cui gli operatori
tenderanno ad alzare tutti i prezzi che in precedenza erano inferiori. Con un
effetto finale di aumento medio e di paradossale aiuto alla collusione.
Domandona: è più
efficiente un’economia pianificata in un ipotetico mondo di amministratori onniscienti
e incorruttibili, o una di mercati con perfetta trasparenza? Non lo so. Ma
penso si possa affermare senza dubbio che strumenti dirigistici estemporanei applicati
a economie di mercato sono la soluzione peggiore, un ibrido che probabilmente unisce
il peggio dei mercati reali e delle pianificazioni reali.
Martin Lewis, fondatore
di un sito inglese di comparazione prezzi, ha fatto una dichiarazione riportata
dall’Independent il 13 ottobre 2017 che tradurrei così: “Ai clienti dovrebbe
essere concesso anche il diritto di pagare di più, se va bene a loro”. Per
esempio, aggiungo io, perché preferiscono un fornitore fidato ma non economico,
o non hanno voglia di sbattersi tra le offerte. Limitare per decreto questa
libertà è piuttosto illiberale, e diventa disastroso se ha anche l’effetto di
far pagare di più chi invece al risparmio è interessato.
Link utili:
- Il profilo twitter della IEA: https://twitter.com/IEA
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