Un'immagine dal sito di Emrod |
Se avete paura delle onde elettromagnetiche, meglio che
spegnate la radio prima di ascoltare troppo oltre.
Io peraltro ce l’ho, questa paura, da quando come ho
raccontato in una puntata mesi fa mi sono accorto che una stazione di antenne
per cellulari vicino a casa mia è stata dimenticata dall’ARPA Lazio che pure dopo
una prima verifica aveva ritenuto che le sue emissioni richiedessero analisi più
approfondite. Ad essere dimenticati, più che la stazione, sono stati i
cittadini della zona.
E anche oggi in effetti parliamo di microonde, come quelle
dei cellulari, ma le microonde odierne non sono a scopo comunicazione. Bensì
proprio per trasferire energia, cioè per fare ciò che nel caso dei cellulari è
un effetto collaterale del mandare dati.
A chi non è capitato in qualche zona affascinante di
montagna di essere disturbato dalla vista di un traliccio dell’alta tensione?
In aree di particolare pregio spesso il gestore della rete elettrica riceve
petizioni di cittadini che vorrebbero mettere sottoterra cavi che disturbano il
paesaggio. Altre volte capita di notare l’incongruità
di chilometri di linea di distribuzione in campagna per raggiungere solo poche
case.
Ebbene, c’è un’azienda neozelandese chiamata Emrod che
sviluppa proprio questo: una tecnologia per lanciare fasci concentrati di microonde
allo scopo di trasferire energia elettrica a distanza rilevante senza l’uso di
cavi. Altroché i 6 Volt/metro di attenzione per le onde dei telefonini, qui l’obiettivo
è proprio spararne tanta di energia. Per questo alla Emrod hanno dovuto pensare
a un sistema di sicurezza in grado di accorgersi se il fascio intercetta
qualcuno anziché arrivare liberamente alla stazione di ricezione o di rinvio. La
soluzione è circondare il fascio di microonde da alcune luci laser non letali
che la stazione di ricezione sa di dover vedere. Quando non arrivano significa
che il fascio è intercettato da qualcuno o qualcosa e allora il trasmettitore
smette di mandare energia.
Spedire elettricità così però costa caro in termini di inefficienza: circa il 40% di perdite. Eppure ci sono applicazioni per cui sarebbe comunque sensato, per esempio raggiungere un luogo particolarmente impervio superando canyon o corsi d’acqua, o tratti di mare per arrivare a un’isola. O ovviare al fuori servizio di una linea di interconnessione. O ancora alimentare proprio i siti di antenne cellulari che hanno bisogno di tanta energia per la ripetizione del segnale. Dunque, se vi capiterà di venire investiti da un puntino di laser che proviene da un’antenna, il mio consiglio è di scansarvi, oppure indossare una tuta metallica.
Link
- Il sito di Emrod: https://emrod.energy/wireless-power/
- L'articolo dell'Economist che ha ispirato questo: https://www.economist.com/science-and-technology/2021/02/25/electricity-can-be-transmitted-through-the-air
- Puntate di derrick sull'inquinamento da antenne cellulari:
http://derrickenergia.blogspot.com/2020/11/quando-il-nimby-diventa-razionale.html
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