martedì 10 ottobre 2023

Permanenza dei sussidi alle bollette (Puntata 592 in onda il 10/10/23)

Dispenser-caricatore di batterie
per veicoli elettrici leggeri
fotografato da Derrick a Taiwan 
Non abbiamo ancora commentato qui la quinta edizione del Catalogo dei sussidi dannosi e favorevoli all’ambiente (link sotto) che il Governo ha diffuso qualche tempo fa sulla base dei dati fino al 2021. Non lo abbiamo fatto anche perché i numeri che emergono (oltre 21 miliardi/a di sussidi dannosi contro oltre 18 di favorevoli) non sono molto diversi da quelli degli anni subito precedenti e soprattutto perché saranno i numeri 2022 a essere ancora più significativi, perché ci diranno quanto gli aiuti alle bollette di famiglie e aziende avranno peggiorato la situazione (prevedere il peggioramento è facile visto che per ora la maggior parte dell’energia che consumiamo è o deriva da fonti fossili e che gli aiuti alle fossili sono generalmente considerabili dannosi all’ambiente).

In questo contesto, e in quello delle tensioni sullo spread che rendono certo critica la necessità di non sperperare soldi pubblici, si inserisce la valutazione in parlamento della conversione del decreto-legge (link sotto) che a fine settembre, proprio giusto in tempo per la scadenza di alcune delle misure, ha proseguito una serie di strumenti economici di supporto ai clienti di energia in termini di sconti in tariffa, sconti fiscali e sussidi.

Alcune delle estensioni sono a mio avviso imperdonabili, come l’IVA al solo 5% sul gas e la fiscalizzazione della componente di oneri generali delle bollette. Imperdonabili perché non legate a un effettivo stato di bisogno e nemmeno a prezzi di mercato eccezionalmente alti com’erano nelle fasi più acute della crisi, e disincentivanti rispetto al risparmio d’energia. Un esempio che faccio spesso è questo: perché mai i contribuenti dovrebbero rinunciare alla mia IVA sul gas se io non sono indigente, pagando tanto più in termini di mancato gettito IVA quanto più gas io consumo?

Altre estensioni del decreto le trovo invece ragionevoli, come quella del bonus bollette che va alle famiglie con una situazione di patrimonio e reddito critica anche in misura della loro numerosità e, per il gas, del clima in cui vivono. Benissimo. Ma a maggior ragione che senso hanno gli sconti di cui sopra su IVA e oneri?

Apprezzabile poi che i sussidi alle aziende energivore siano corretti per non essere più a pioggia ma legati ad azioni delle aziende beneficiarie in termini di efficientamento energetico e transizione verso l’uso di fonti energetiche senza danno al clima. Quella della vittimizzazione generalizzata delle aziende energivore in un contesto di prezzi alti dell’energia è un errore in cui tende a cadere la politica, laddove in molti casi le stesse aziende possono traslare (sebbene con possibili ritardi) il maggior costo sui prodotti finali.


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