Southend on Sea - Dal sito ufficiale del King Charles III England Coast Path |
Se poi aggiungiamo che il progetto è tanto avanzato da
prevedere il completamento nel 2025, possiamo facilmente escludere che si
tratti dell’Italia. Infatti stiamo parlando dell’Inghilterra, che si aggiunge al
Galles che già il percorso lo ha. Mentre la Scozia il diritto di passaggio a
piedi sulla costa lo garantisce per legge (devo segnarmelo per la prossima
volta che capiterò da quelle parti).
Quello britannico non è un progetto arrivato in fretta o dal
nulla, ma il risultato di una cultura e del lavoro di gruppi di interesse
secolari.
Ma il fascino anche simbolico delle grandi marce, dei
pellegrinaggi, non è estraneo nemmeno a molti altri luoghi, basti pensare alla
moda forse perfino logora ormai del cammino di Compostela. E il fatto che un cammino
possa in teoria farsi tutto intero – anche se in pochissimi possono cimentarcisi
davvero – attribuisce senza dubbio significato e valore all’infrastruttura
anche se l’uso comune riguarda brevi tratti alla volta.
È curioso per certi versi star qui a considerare una
meraviglia un percorso pedonale in paesi in cui quelli automobilistici,
decisamente più complessi da realizzare, si estendono forse per due ordini di
grandezza in più. Ma è proprio la frugalità del camminare, e la sua inutilità
per gli scambi commerciali, a rendere oneroso il rapporto tra investimenti
necessari e ritorno economico diretto. Almeno fino a che gli effetti sul
turismo o sulla salute non diventano molto rilevanti.
Se guardiamo al colossale piano italiano finanziato con il
PNRR, i corridoi ciclopedonali hanno un’incidenza ridicola, ed è una mancanza
bloccante visto che si tratta di infrastrutture che in assenza di piani
nazionali restano tipicamente di competenza di amministrazioni pubbliche locali
che difficilmente trovano i soldi per farle.
Non è tutto facile nemmeno nel Regno Unito, dove uno dei
problemi è giuridico, perché le aree costiere demaniali sono identificate nel
diritto locale dalle coordinate geografiche, che non tengono conto dell’erosione
e dell’aumento del livello dei mari, che a volte rendono quella che è
ufficialmente la costa in realtà non più esistente o non più praticabile. Così
almeno spiega un bell’articolo di Catherine Nixei sull’ultimo Economist di
novembre 2024 a cui ho attinto per questa puntata.
In Italia siamo indietro. Perfino nell’Adriatico da San Salvo in su, che è la parte messa meglio, la ciclopedonale s’interrompe in più punti per l’evidente difficoltà di varcare proprietà private o togliere di mezzo edifici incredibilmente costruiti sulla spiaggia, come tra Fano e Torrette di Fano. Avendo io perlustrato tutte le ciclopedonali costiere romagnole, marchigiane e abruzzesi, il blog Derrick energia è una fonte di reportage in materia.
Link
- Il sito ufficiale del sentiero costiero inglese:
https://www.nationaltrail.co.uk/en_GB/trails/england-coast-path/ - L'articolo dall'Economist di Catherine Nixei: https://www.economist.com/the-world-ahead/2024/11/20/you-will-be-able-to-walk-around-the-coast-of-england-in-2025
- Tutte le puntate di Derrick sulle camminate (im)possibili:
https://derrickenergia.blogspot.com/p/le-camminate-impossibili.html
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